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Crosignani: un contributo scientifico sul tema bruciatori

di Cristoforo Vecchietti

La serata Wwf Lodigiano Pavese, Legambiente, Picchio Verde e Grol, per la conclusione della prima tappa della campagna contro l’ampliamento del termovalorizzatore di Castiraga Vidardo, ha presentato pregevoli contenuti scientifici. A fianco degli interventi di Omar Balestrieri (vicepresidente Wwf per il Lodigiano) Riccardo Mancioli ( comitato scientifico Wwf) Enrico Cremaschi (Legambiente circolo di Lodi ) e Emma Perfetti (Sindaco di Castiraga Vidardo) è intervenuto anche il dott. Paolo Crosignani. Forse la sua relazione è stata messa poco in risalto dalla stampa locale, ma ha colpito molto i presenti. Crosignani (già Direttore Unità complessa di epidemiologia ambientale dell’Istituto dei Tumori di Milano) è molto conosciuto dagli ambientalisti italiani e potremmo definirlo una autorità sulle questioni inceneritori-salute. Il ricercatore ha posto alla platea esempi di altri inceneritori che ha studiato nel tempo: Pisa, Busto Arsizio, Valmadrera (Lc), Filago (Bg). Intanto una panoramica che ci fa capire che non siamo soli ad affrontare questi problemi, ma che sono questioni che si stanno discutendo in tutta Italia. Ma poi il punto su cui ha battuto di più Crosignani è il fatto che, gli studi territoriali ufficiali, effettuati in un certo modo, non mettono in luce la vera situazione della salute dei cittadini. Crosignani, presentando una gran quantità di dati scientifici sottolinea che: “…La letteratura internazionale riporta evidenze su una possibile associazione tra emissioni di impianti di incenerimento rifiuti e alcune cause tumorali, malattie cardiovascolari e respiratorie.
Dagli studi su impianti più recenti questi effetti sembrano poco rilevanti, ma emergono relazioni con alcuni esiti avversi della riproduzione” (relazione Valmadrera).
L’esperto convocato dalle associazioni ha concluso con un pressante invito “… La tutela della salute dei propri residenti rappresenta uno dei più importanti compiti delle Amministrazioni comunali. Questo le legittima ulteriormente a realizzare studi epidemiologici in autonomia …”.


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