Il Ponte di Sant'Angelo Lodigiano Foglio d'informazione locale

L’ Esortazione di Papa Francesco
e il dialogo con la città sul cambiamento climatico

Nel Teatro dell’oratorio San Luigi gli spunti dalla “Laudate Deum” per un impegno condiviso

di Matteo Fratti

È nella settimana delle celebrazioni in onore di San Giovanni Bosco, che le comunità parrocchiali di Sant’Angelo inaugurano gli eventi dell’ultimo weekend di gennaio con l’incontro “Spunti dalla Laudate Deum”, la sera del venerdì 26/01 nella Sala Teatro dell’oratorio San Luigi: momento non solo divulgativo, per un’azione condivisa di fronte ai cambiamenti climatici in atto. Un’Esortazione apostolica dello stesso Papa Francesco, che a otto anni dall’Enciclica Laudato Si’ (2015) invita alla considerazione concreta e collettiva di quanto dice la scienza, per una salvaguardia del creato.
Un tema di scottante attualità, non fosse che “solamente” per il riscaldamento climatico in corso, in un processo globale a coinvolgere le disparità dell’oggi, con tangibili conseguenze all’immediato domani. A parlarne, in un dialogo aperto alla cittadinanza (moderato dal nostro Lorenzo Rinaldi, Direttore de “Il Cittadino”): Andrea Poggio per Legambiente; il prof. don Attilio Mazzoni, parroco di San Colombano e Assistente MEIC; Monica Lazzarini, dell’Associazione “Amici dei Boschi”. A Monsignor Raimondi gli onori di casa, prima che don Mazzoni introduca la riflessione “in medias res”, per quel che è l’obiettivo più urgente: - “superare il paradigma tecnocratico, cioè il modo di rappresentare il nostro rapporto con la Terra, che ignora i mutamenti sul pianeta”-. Un concetto che Andrea Poggio coglie, nei riferimenti alle politiche da mettere in campo per superare lo stato attuale delle cose (come nell’Esortazione papale) riferendosi a ciò che, in un equilibrio delle comunità energetiche, potrebbe davvero ridurre le disuguaglianze. Un’ “equità sociale” non facile però, soprattutto per quelle zone a latitudini più basse, che già fanno le spese della crisi climatica in essere.
Il monito ad agire è per delle comunità energetiche già nelle nostre città, come nelle azioni intraprese da più lungimiranti contesti in Germania ed Olanda, ad esempio, che potrebbero fare da modello operativo sostenibile, verso un futuro più responsabile. Come risponde anche Monica Lazzarini, suggerendo quelle modalità di reazione e voglia di fare, che già le piccole associazioni nelle realtà territoriali potrebbero accogliere dagli stessi obiettivi dell’Agenda 2030.
Importante allora il verde, per una gran parte di popolazione mondiale ormai inglobata nel contesto urbano, che non deve essere con ciò separata dall’ecosistema: gli esempi sono quartieri e comunità fruibili in questi termini, come già a Pavia e Milano. A dimora frutteti, boschi o aree umide nei pressi dei fiumi: - “..progetti di cui prendersi cura nel tempo, per lo sviluppo di Patti Civili di Collaborazione” -. Un’educazione civica che parte dal piccolo, a coinvolgere i cittadini nella cura dei propri spazi come parti di un tutto. È quanto ribadisce don Mazzoni, del messaggio papale stesso, che non è solo scientifico ma ci coinvolge come persone, nella ricerca non solo di una possibilità di vita, ma di “vita sensata”: - “.. la nicchia ecologica è repertorio che non solo rende possibile la vita umana, ma il senso buono che l’accompagna” -. Un invito ad una conversione ecologica, perché si faccia la propria parte in nome di una comune umanità.
Insieme, anche una denuncia del Papa verso una “cultura dello scarto”, contro cui l’economia circolare può rappresentare una parte risolutiva.
Un appunto va anche all’inceneritore di Vidardo, verso un ampliamento da contrastare accordandosi in termini politici e non ideologici, come purtroppo spesso succede. Chiavi di volta dell’agire, il mettersi d’accordo, il creare consapevolezza, un consumo critico, un’alimentazione responsabile, un punto di vista che si direbbe “olistico” nell’equilibrare scienza, terra, popoli, natura.
Un tratto distintivo dello stesso pontificato, ad accogliere il grido della terra ferita ed un’eredità, quella di Francesco, per un cammino dell’umanità in un discorso di fratellanza universale.
Un incontro dalle ricadute importanti, da replicarsi e allargarsi in un passaparola dal coinvolgimento sempre più attivo.

 

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