I cittadini di Sant’Angelo Lodigiano sono chiamati al voto il prossimo 8 e 9 giugno per eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale.
La nostra città arriva da un lunghissimo e sfibrante periodo di commissariamento, durato circa 15 mesi a seguito delle dimissioni del sindaco Maurizio Villa del febbraio 2023, divenute irrevocabili a norma di legge a metà marzo dello stesso anno. Quindici mesi di commissariamento sono tanti, tantissimi se si considera il contesto sociale e i tanti problemi di Sant’Angelo, a partire dalla carenza di sicurezza, dal senso di impunità che percepiscono i cittadini perbene e dalla mancanza di decoro e di pulizia a cui proprio non vogliamo rassegnarci.
Quindici mesi di commissariamento sono tantissimi perché questa città ha vissuto di ordinaria amministrazione per oltre un anno - è il ruolo a cui sono chiamati dalla legge i commissari prefettizi - e alcune delle decisioni del commissario, pensiamo solo alle regole stringenti per l’accesso alle sale pubbliche, andranno immediatamente revocate dal nuovo sindaco, chiunque esso sia.
Sant’Angelo è una città da rilanciare, in primo luogo sotto l’aspetto sociale. Ci sono tante energie da rimettere in moto e occorre una ventata di entusiasmo. I santangiolini devono riappropriarsi degli spazi pubblici e vivere la città. Le nuove regole che rendono più complicato l’accesso alle sale pubbliche vanno nella direzione contraria a questo auspicio.
Il primo passo del rilancio della vita pubblica saranno proprio le elezioni del prossimo giugno. Nel 2021, complice forse anche il periodo di pandemia (ma non può essere una scusante perché altrove è andata diversamente), l’affluenza alle urne è stata estremamente bassa, fermandosi al 52,39 per cento. Significa che non ha votato per eleggere il sindaco un santangiolino su due. Non possiamo permetterci un’altra tornata elettorale con un’astensione così elevata. L’appello ai santangiolini è di andare a votare.
Nei giorni in cui questo numero del “Ponte” arriva nelle case, peraltro, la campagna elettorale entra nel vivo. E con essa le tante promesse che, legittimamente, i candidati faranno alla città. Ai santangiolini il compito primario di votare e, secondariamente, di ricordarsi, a urne chiuse, delle promesse della campagna elettorale. Chiunque vinca sarà chiamato a un compito estremamente complesso. “Il Ponte”, come ha sempre fatto dal 1996 a oggi, ricorderà ai futuri amministratori comunali gli impegni che hanno assunto con la città e segnalerà, nell’interesse di tutti, i problemi vecchi e nuovi, le situazioni irrisolte e le promesse non mantenute.