Il Ponte di Sant'Angelo Lodigiano Foglio d'informazione locale

L’altra via per Santiago de Compostela

E un altro “cammino” per Maurizio Beccaria

di Matteo Fratti

Le intemperie che hanno coinvolto la Spagna lasciano una ferita aperta nel cuore dell’Europa, ma i disagi che a cascata avrebbero colpito di recente i molti viaggitori in quel paese, Maurizio Beccaria li ha scampati per poco. Santangiolino da sempre e appassionato viaggiatore, rientra infatti a casa già da metà ottobre, nel cuore l’esperienza di aver portato a termine ancora una volta un altro “cammino”, a piedi, verso Santiago de Compostela.

Il “Cammino di Santiago” o “el camino” è tra i più noti pellegrinaggi medievali, se non il più noto alle cronache che per tradizione ne hanno raccontato fino ad oggi le “vie” più o meno ritrovate verso il sepolcro dell’apostolo San Giacomo, in terra di Spagna. Un percorso verso i confini del mondo allora conosciuto, quel finis - terrae poi non così lontano dalle temute Colonne d’Ercole oltre le quali i navigatori, fuori del mare nostrum Mediterraneo, s’immaginavano di cader nel vuoto. Un fascino irresistibile anche nel presente, lungo i tracciati che per molti confluiscono nel più famoso pellegrinaggio alla leggendaria tomba, nella Cattedrale della città spagnola. Il Covid e il periodo pandemico avrebbero frenato il turismo di massa, invitando poi ad un turismo di prossimità, quanto ad apprezzare un turismo lento: Maurizio (che pure non avrebbe mai “smesso” nemmeno l’altra sua passione, la moto) si era arrischiato proprio allora su uno degli itinerari più classici verso quella destinazione, in un percorso che anche attualmente, nel suo intrigante esotismo, ne conserva l’alone mistico per molte migliaia di improbabili turisti o viaggiatori in marcia e ancora una volta, pellegrini.

Ma né solo per turismo e neppure soltanto per ardore sportivo (che pure lo caratterizza) si era mosso il “Bechér”, che da quel tempo a questa parte, ogni anno ha riportato una motivazione ben più intima e forte ancora sulle strade per Santiago, raggiungendo per ben cinque volte di fila e su itinerari diversi, l’agognata e santa meta. Stavolta con l’amico Massimo, conosciuto su un precedente “cammino”, ci ritorna e su di un percorso tra i più difficili, parte da Siviglia per incrociare, con l’antica via romana “de la plata” (tra Mérida e Astorga) la parte del cosiddetto “cammino sanabrese” e arrivare a Santiago su di una direttiva “sud – nord” anziché, come da tradizione, lungo la rotta “est – ovest”. Una quarantina di giorni “di marcia” che li ha portati ad attraversare ben quattro regioni spagnole come l’Andalusia, l’Estremadura, Castiglia y Leon e la Galizia, da un estremo meridionale fatto di lande assolate, aride e solitarie, fino a paesaggi di querce, castagni ed eucalipti sotto una pioggia battente, per quasi tutta l’altra metà di un cammino di estremi climatici e più di mille chilometri: molti di più, rispetto alla media dei percorsi rinnovati anche in questi ultimi anni di avventure da pellegrino. Una faccia, un nome, un sorriso o qualche risata, essenzialità e semplicità i valori condivisi, con tanta fatica a nutrire la fede e a rinnovare lo spirito di ripartire, la preghiera e l’ascolto di lunghi silenzi e quotidiane distanze, ancora una volta affidate alle spoglie di Santiago. Ancora una volta, con la soddisfazione di avercela fatta, il bagaglio leggero e un carico di emozioni.





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