Il Ponte di Sant'Angelo Lodigiano Foglio d'informazione locale

I ponti di Sant’Angelo Lodigiano

di Giancarlo Belloni

Opere di ingegneria capaci di segnare il paesaggio e che talvolta diventano luoghi del cuore.
Stiamo parlando dei ponti e ne sanno qualcosa le città di fiume che spesso devono il loro fascino proprio alla bellezza architettonica dei loro ponti.
Senza voler fare paragoni improponibili, visto che anche Sant’Angelo, nel suo piccolo, si è sviluppata attorno ai corsi d’acqua, abbiamo trovato interessante l’idea di raccontare i nostri ponti.
Vecchie fotografie e cartoline d’epoca ci daranno l’opportunità di osservarli da un diverso punto di vista, rispetto al colpo d’occhio frettoloso col quale siamo soliti guardarli quando li attraversiamo.
Ecco, dunque, i ponti di Sant’Angelo:

Il ponte di via Cesare Battisti
Iniziamo col ponte per eccellenza, quello di via Cesare Battisti (foto 1 e 2).


Foto 1 - Costruzione ponte via Cesare Battisti


Foto 2 - Ponte via Cesare Battisti ripreso dalla zona Mulino

È il più simbolico perché centrale nella vita del paese, un ponte nato per unire ciò che il Lambro ha diviso, ma che nel contempo è lì a rimarcare le differenze fra le opposte rive: a nord il quartiere San Rocco, con la sua forte identità popolare, a sud l’imponente mole del castello a scudo dei borghi che lo circondano.
Da un lato l’aristocrazia dei Bolognini, dall’altro le lotte dei Barasa in una antica storia di integrazione il cui strascico mostra qualche fatica anche al giorno d’oggi.
Quelle che vi presentiamo sono due vecchie fotografie: la prima risale al 1896 e rappresenta i lavori della costruzione del ponte in mattoni (in sostituzione del vecchio ponte in ferro che dava anche il nome alla strada: via Ponte Ferrante) ed è ripresa a valle dello stesso, come si può notare osservando, sulla destra, il tetto dell’abitazione ancora oggi presente in piazza Vittorio Emanuele II all’angolo di via Vicinale.
La seconda immagine, più recente, è invece uno scorcio del ponte ultimato, una campata unica di 23 metri, ripresa dalla zona Mulino.
Sullo sfondo si può notare il grande camino del cotonificio, “el fabricòn”, che c’era in via Garibaldi, costruito nel 1906 e rimasto attivo, sotto diverse denominazioni, fino alla chiusura avvenuta nel 2008.

Il ponte di Maiano
Il ponte di via Cesare Battisti scavalca il ramo meridionale del Lambro (Lambro morto), quello che attraversa il nostro paese arrivando da Villanterio per poi confluire nel Lambro settentrionale (Lambro vivo) dietro il Lazzaretto.
Per attraversare invece Il Lambro vivo, che arriva da Vidardo separando la frazione di Maiano dal resto della città, fu realizzato un ponte in ferro (foto 3 e 4). Si tratta di un manufatto ottocentesco che ha subito diversi interventi. Il più importante nel 2011 quando il ponte poté riprendere appieno la sua funzionalità dopo un lungo periodo nel quale era consentita la sola circolazione a senso alternato, a causa di un grave incidente che ne aveva compromesso la struttura.
Le immagini che seguono sono riprese da due cartoline: una rappresenta il ponte ai primi del ’900 e l’altra presumibilmente negli anni ’70 (prima dell’incidente).


Foto 3 – Il ponte di Maiano ai primi del ’900


Foto 4 – Il ponte di Maiano negli anni ‘70

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Il Ponte sulla circonvallazione
La circonvallazione di Sant’Angelo, realizzata nella parte sud-est del paese per disciplinare il traffico proveniente da Milano e Lodi in direzione Pavia, fu inaugurata il 30 ottobre 1932. Il percorso della strada supera il Lambro meridionale attraverso il ponte che vediamo nella foto 5.


Foto 5 – il ponte della Circonvallazione

Durante gli scavi per la fondazione di un pilone vennero trovati oggetti di epoca romana e ossa umane. Ne dà conto una pubblicazione dello stesso anno: l’Archivio storico della Città e del Circondario di Lodi.
Fra gli oggetti si citano mattoni, cocci di anfora, vasi in terracotta, strumenti per il lavoro agricolo e un piattino di bronzo.

Il ponte canale della Roggia Bolognina (el Canaròn)
È un piccolo gioiello architettonico che si può scorgere arrivando da Pavia sulla Strada Provinciale 235, guardando sulla destra in direzione della cascina Boffalora. Si tratta di un ponte in mattoni ad arcate (foto 6) che consente alla Roggia Grande Bolognina di superare il Lambro Meridionale.


Foto 6 – Ponte canale Roggia Grande Bolognina

La Roggia, canale artificiale che risale al XV secolo, nasce a Gnignano (vicino a Locate Triulzi) proprio dal Lambro Meridionale e lambendo Landriano, Torrevecchia Pia, Vigonzone e Valera Fratta, arriva a Sant’Angelo nei pressi della cascina Musella. Dopo aver scavalcato il Lambro morto grazie al ponte canale, scorre per lo più interrata fino a gettarsi nel Lambro nei pressi della cascina Santa Martina (nella zona sud del paese, verso Graffignana).
La Roggia Bolognina, voluta da Matteo Bolognini Attendolo Sforza (da cui originò la dinastia dei proprietari del castello), rappresenta una fonte idrica molto importante per l’agricoltura del territorio perché, scorrendo ad una altitudine maggiore rispetto al Lambro da cui si distacca, consente l’irrigazione dei terreni coltivati grazie ai numerosi rami irrigui cui dà origine.

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