Una delle principali sfide a cui è chiamata l’amministrazione comunale insediatasi lo scorso giugno è quella – ardua – di provare a rivitalizzare il tessuto sociale di Sant’Angelo Lodigiano. Un tempo conosciuta come una delle realtà più dinamiche del territorio lodigiano, oggi il numero delle associazioni e soprattutto il vigore con cui molte di esse operano appare un poco affievolito. Non si tratta di una situazione percepibile solo a Sant’Angelo purtroppo: il calo demografico, i nuovi ritmi di lavoro, un processo di integrazione che avrà ancora bisogno di anni per perfezionarsi sono tra le ragioni che stanno riducendo il numero di quanti sono disponibili, a vario titolo e con vari ruoli e responsabilità, a spendersi per il prossimo in numerosi campi, dall’assistenza al soccorso, dalla cultura allo sport.
Il mondo dell’associazionismo ha il fiatone e questo è un problema che riguarda tutti noi, perché è evidente che fino ad oggi davamo per scontati molti servizi o molte occasioni di incontro e crescita che invece scontati non erano, perché avevano alla base persone che gratuitamente si spendevano per gli altri, assecondando sì le proprie passioni ma togliendo spazio al tempo libero e alle proprie famiglie.
Una città con meno associazioni e meno volontari è una città con meno servizi, ma è anche una città meno sicura, perché il territorio si presidia anche con gli eventi e con le occasioni di incontro. Un territorio si difende sottraendo ai malintenzionati gli spazi vitali, occupandoli con l’energia positiva delle associazioni!
Ecco perché mantenere o ricreare un tessuto sociale vivace deve essere uno degli obiettivi della nuova amministrazione comunale; ma deve essere un obiettivo prioritario dell’intero consiglio comunale, anche di quanti siedono tra i banchi delle opposizioni; e a ben vedere questo è un obiettivo che deve avere a cuore ogni santangiolino.
E dunque, se vogliamo andare in questa direzione e riempire Sant’Angelo di iniziative, dobbiamo sostenere il volontariato: è uno sforzo richiesto al Comune (servono in primo luogo uno spazio per le associazioni e una vera sala civica: a che punto siamo con la riapertura della sala della Banca Popolare di Lodi?) ma – in realtà – è uno sforzo richiesto ad ogni santangiolino. Non giriamoci dall’altra parte e proviamo, ognuno con la propria predisposizione, a fornire il proprio contributo.
La Società della Porta e “Il Ponte” svolgono un’attività di volontariato un poco sui generis, perché non sono attivi nel soccorso o nell’assistenza, ma cercano di promuovere la cultura locale, la circolazione delle informazioni e del sapere (necessarie a un dibattito democratico) e il mantenimento della nostra storia e delle nostre radici: in una parola della nostra identità. Crediamo, nel nostro piccolo e con assoluta modestia, di aver svolto dal 1996 ad oggi un compito importante, che è quello di tessere relazioni e creare comunità: e fare comunità è un antidoto all’individualismo e alla chiusura in sé stessi, che poi è una delle cause dell’impoverimento del tessuto sociale locale.
Continueremo a farlo, cari lettori. E lo faremo anche grazie a quanti hanno acquistato nelle scorse settimane “El Taquén de Sant’Angel” (che resta disponibile all’edicola Rana di viale Partigiani) e grazie a quanti, attraverso il tesseramento o l’acquisto di spazi pubblicitari, sostengono l’attività de “Il Ponte” e le sue pubblicazioni. A tutti i nostri lettori, a tutti i nostri sostenitori, i migliori auguri di buon Natale e felice anno nuovo. La nostra comunità e in primis il mondo del volontariato vivono tempi perigliosi, ma sotto la cenere cova ancora il fuoco. Impegniamoci tutti insieme per ridargli vigore!