El Taquén de Sant’Angel, il calendario della tradizione barasina edito dalla Società della Porta, è stato il protagonista dell’ultimo degli Appuntamenti con la Storia, la serie di incontri culturali proposti quest’anno dalla nuova amministrazione comunale.
A fare gli onori di casa il vice sindaco Eleonora Boneschi e l’assessore alla Cultura Rosita Sali che insieme a Unitre, l’Università delle Tre Età di Lodi, ha organizzato gli incontri.
Con loro il Direttore di Unitre Lodi, Stefano Taravella, che ha voluto ribadire il legame del sodalizio lodigiano col nostro territorio nel quale, qualche anno fa, Unitre aveva organizzato una serie di corsi pomeridiani.
Il carattere della “territorialità” è stato l’elemento forte della proposta che ha visto prima una lezione tenuta da Giovanni De Blasi, esperto e appassionato di trasporto su rotaia, su uno dei mezzi di trasporto più iconici delle nostre terre, il mitico tramway Gamba de Legn, che ha permesso a Sant’Angelo, grazie all’importanza del suo mercato, di essere uno snodo decisivo delle comunicazioni fra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento: qui da tre distinte stazioni partivano e arrivavano i treni da Milano, Lodi e Pavia.
Nella seconda lezione, affidata alla grande conoscenza del giornalista e scrittore Ferruccio Pallavera, si è parlato del Lambro, di come questo fiume abbia segnato la storia, il territorio e la vita delle comunità che hanno vissuto e lavorato lungo le sue sponde.
Infine, il terzo incontro con i redattori del Ponte (al microfono Giancarlo Belloni, Gabriella Bracchi e Angelo Pozzi) a parlare dell’identità santangiolina e del percorso che li ha portati a realizzare finora le tre edizioni dell’apprezzato almanacco il cui progetto grafico è curato da Maria Teresa Pozzi.
Dialetto, soprannomi, storie di gente comune o famosa, vicende quotidiane oppure inserite nel grande flusso della Storia …questa la miscellanea di suggestioni che finisce nel Taquén.
Sempre un po’ di dialetto, che è la nostra carta di identità. Un dialetto presentato ora con i suoi proverbi, frutto della saggezza e delle esperienze di vita dei nostri antenati, ora con sagaci modi di dire capaci di grande espressività e sintesi. E poi le scùmagne, la nostra anagrafe alternativa a quella del comune.
Soprannomi che, in un clima rilassato e piacevole, nella serata del 5 dicembre, hanno divertito il pubblico presente coinvolto nel tentativo di scoprire perché qualcuno si chiamava Scavalcatèci o Sutamadòna…solo per citare due dei tanti esempi riportati. E poi le storie legate alla devozione locale per i nostri santi, con qualche corollario profano come nella storia del sacrestano tanto arrabbiato con San Giuseppe al punto da esporne la statua alla pioggia per punirlo di non essere riuscito a riportare il bel tempo.
Apprezzate nel Taquén anche le incursioni nelle vicende socioeconomiche del paese, come nell’edizione 2024 dedicata ai mestieri scomparsi che hanno caratterizzato la prima metà del Novecento e che, durante la serata, sono stati ricordati con le immagini di uomini e donne ancora presenti nella memoria viva del pubblico.
Non gente comune ma “illustri santangiolini” del passato sono invece i protagonisti del Taquén 2025, presentati al pubblico con brevi cenni (per non spoilerare troppo il calendario, come si dice ora…) accompagnati dalle immagini della vecchia Sant’Angelo: dodici fotografie che ci danno l’idea di come è cambiata nel tempo la nostra cittadina.
Un viaggio nel passato che si è concluso, ancora nel divertimento, con le ricette dei medegòn, da leggere per farsi quattro risate e non certo per curarsi visto che, a titolo di mero esempio, il mal di gola si curava con un calzino, per giunta sporco, da avvolgere intorno al collo!
Chi desiderasse avere El Taquén de Sant’Angel e non fosse riuscito a prenderlo nei banchetti, può sempre scrivere all’indirizzo email info@ilpontenotizie.it per richiederlo alla redazione de “il Ponte”.