Il Ponte di Sant'Angelo Lodigiano Foglio d'informazione locale

I primi passi della Croce bianca di Sant’Angelo a metà degli anni Settanta:

L’appello di monsignor Gaboardi ai donatori

L’associazione era nata in ambito parrocchiale, grazie al sostegno della consorella di Melegnano

Lo scorso 4 dicembre al castello Morando Bolognini di Sant’Angelo Lodigiano la locale sezione della Croce bianca ha celebrato i 50 anni di istituzione attraverso la cerimonia di premiazione dei militi con maggior anzianità e la presentazione ufficiale di un volume, “Una storia lunga 50 anni”, realizzato dal giornalista Lorenzo Rinaldi e che ripercorre il mezzo secolo dell’associazione del soccorso santangiolina.

Di seguito riportiamo un estratto, il capitolo dal titolo: “Dall’archivio. I primi passi”.

La storia di un’associazione è fatta di volti, di testimonianze dirette che possono essere raccolte durante il corso degli anni, di ricordi più o meno sbiaditi, di sentimenti, legami, amicizie. Tutto concorre a raccontare l’evolversi del tempo e a fotografare, decennio dopo decennio, la vita sociale, amministrativa e operativa di un’organizzazione. Se poi questa, come nel caso della Croce bianca di Sant’Angelo Lodigiano, ha cinquant’anni di storia sulle spalle, è inevitabile che questo intreccio di vita vissuta sia ricco e forse, ma questo è un rischio che bisogna correre, un poco confusionario.
Gli archivi tuttavia aiutano a fare chiarezza, ad accendere un faro nel buio, a mettere ordine tra i ricordi che si affastellano. I documenti ci permettono di fissare nomi, date e luoghi e concorrono, insieme alle testimonianze dirette, a fornire un’immagine più completa possibile di un’epopea, quella del soccorso in terra santangiolina, che può vantare cinque decenni di storia. E non è poco.
In tanti, in questo libro, a partire da Giuseppe Carlin e Antonio Sali, hanno raccontato di come, all’inizio, a metà degli anni Settanta, oltre alla necessità di trovare volontari disponibili, vi fosse l’esigenza di strutturarsi dal punto di vista finanziario. O quantomeno di creare una base sulla quale costruire le fondamenta che, nel caso della Croce bianca, erano ad esempio un’ambulanza. La prima. Per iniziare a svolgere i servizi. E poi la seconda, per non trovarsi scoperti in caso di emergenze.
C’è un documento, davvero interessante, che racconta dei primi sforzi in questo senso e dice anche tanto sul contesto nel quale la Croce bianca prende forma, cioè l’ambito parrocchiale. Dobbiamo tornare con la “macchina del tempo” al 1974, al 28 di agosto per la precisione, quando il parroco, monsignor Antonio Gaboardi, per conto del Fac, il Fraterno aiuto cristiano, sul finire dell’estate scrive una lettera a quanti non hanno ancora contribuito alla nascita della Croce bianca. Par di capire, dalla documentazione che riproduciamo in questo libro, che l’allora presidente dell’ospedale Delmati avesse inviato una scheda della “Associazione volontari di pronto soccorso e pubblica assistenza della Croce Bianca” con la quale si chiedeva un aiuto per “la costituenda sottosezione in Sant’Angelo Lodigiano”. “In parte - scrive il parroco - dette schede ci sono pervenute con la relativa adesione all’opera benefica”. In parte invece…. no. Ed proprio a quanti ancora non hanno contributo al versamento che monsignor Gaboardi “tira la giacchetta”. Il tutto su carta intestata della parrocchia di Sant’Antonio abate e Santa Francesca Cabrini: insomma, se alla Croce bianca non si vuol rispondere, almeno lo si faccia alla parrocchia!

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Nei primi frenetici mesi che trascorrono fra l’idea iniziale di creare una sezione della Croce bianca a Sant’Angelo e la partenza operativa i rapporti fra il gruppo di volontariato locale e il vertice di Milano vengono tenuti per il tramite della parrocchia. E anche la documentazione che serve a relazionare sulle attività è trasmessa su carta intestata della parrocchia stessa. Così scopriamo che dal 2 maggio 1975 al 28 maggio 1975 si tiene un corso di pronto soccorso di aggiornamento militi suddiviso in 8 lezioni, al quale partecipano 34 volontari. Le lezioni sono tenute dal dottor Renato Maddalena Peruzzi, medico condotto di Sant’Angelo Lodigiano. Le lezioni si svolgono nel salone sociale dell’ospedale Delmati alla sera con inizio alle ore 21.
Il 28 marzo 1975 la Croce bianca partecipa poi alla processione di Venerdì Santo a Sant’Angelo, presenti alcuni componenti della delegazione di Melegnano e, si specifica nella relazione inviata a Milano, “la totale partecipazione dei volontari di Sant’Angelo Lodigiano”. I componenti della Croce bianca erano seguiti dall’ambulanza. Per una nuova associazione è importante farsi conoscere e se consideriamo che la Croce bianca nasce dall’ambito cattolico comprendiamo bene come la processione del Venerdì Santo, un tempo partecipata da migliaia di persone, fosse un’ottima occasione.
Le comunicazioni tra Sant’Angelo e Milano servono anche per questioni spicce. E così si apprende che ai volontari vengono distribuiti 50 camici bianchi. E che la delegazione di Melegnano ha fornito 250 manifesti murali.
Quanto alla bandiera della sezione di Sant’Angelo, è pagata dal volontario Tarcisio Latini. Si specifica che “è come quella della sezione di Melegnano, di misura regolamentare e con inserzione: Croce bianca di Milano. Sezione di Sant’Angelo Lodigiano”.

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Passiamo a un evento epocale. Il 2 giugno 1975 è prevista l’inaugurazione dell’ambulanza, della bandiera e della sezione di Sant’Angelo. Il tutto - si specifica ai vertici di Milano - “in accordo con i dirigenti della sezione di Melegnano”. Dopo i primi mesi di affiancamento a Melegnano, per i volontari di Sant’Angelo arriva il momento di fare un passo avanti. Quanto alla ambulanza, “il prezzo, finito in ogni sua particolarità, si aggira su 6 milioni di lire”. Il mezzo è un furgone Fiat 238 finestrato, allestito dalla ditta Bonfanti di Cologno Monzese. “Tutti gli apparecchi - rassicurano da Sant’Angelo - sono uguali come quelli delle autoambulanze di Melegnano. L’impianto di rianimazione completo e tutti gli accessori necessari al pronto soccorso sono stati forniti dalla ditta Euroamerican Safety di Milano. Sulla autoambulanza è stato sistemato un apparecchio radio sintonizzato sulla frequenza d’onda della sezione di Melegnano”.

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Una nota congiunta della Croce bianca di Milano - sezione di Melegnano e dell’ospedale Delmati di Sant’Angelo informa che dal 20 ottobre 1974 “inizierà il servizio di pronto intervento notturno e festivo diurno” a Sant’Angelo. Si tratta di una novità rilevante. Il servizio sarà assicurato dalla sezione di Melegnano e le ambulanze “stazioneranno presso l’ospedale Delmati dove è predisposta una adeguata sede”.
L’inizio del servizio notturno e festivo diurno il 20 ottobre 1974 è confermato anche da un altro documento, un pro-memoria che la Croce bianca di Sant’Angelo, su carta intestata della parrocchia, invia alla Croce bianca di Milano, all’attenzione del commissario cavalier Gottardo Cazzaniga. Si tratta di una sorta di primo bilancio, nel quale si indica che dal 20 ottobre 1974 al 30 aprile 1975 sono stati assicurati 188 servizi notturni, 41 servizi diurni festivi e in servizio ci sono stati 564 volontari: non si tratta evidentemente di singoli volontari, ma della somma dei servizi effettuati dai volontari presenti, in numero ben inferiore a 564. Infatti lo stesso documento precisa che al 30 aprile 1975 a Sant’Angelo gli iscritti al servizio volontario in Croce bianca erano 62, di cui 58 disponibili e fra questi 4 militari di leva. Quanto alla loro suddivisione: 12 erano capo servizio, 12 autisti e 34 militi..



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