Festa multietnica di Caselle, per una cultura della tolleranza
rassegna
cinematografica viaggio a kandahar
Tra le
tante manifestazioni che hanno animato questa mezza estate trascorsa
nel centro Lodigiano, raduni danzanti, feste della birra e dell'unità,
merita di essere ricordata la festa multietnica tenutasi a Caselle
Lurani.
Una iniziativa che da qualche anno si arricchisce di contenuti.
Lo scopo non è infatti solo quello di divertirsi per distrarsi dal
caldo estivo, ma di creare un'occasione di incontro tra comunità
e mondi culturali diversi che convivono tutti a Caselle Lurani.
Così gli organizzatori contattano le comunità straniere locali affinché,
per una volta, portino in piazza le loro tradizioni. Durante le
serate si può provare il tatuaggio all'hennè oppure degustare cibi
e prelibatezze di popolazioni lontane e poi ancora si possono acquistare
prodotti del commercio equo e solidale: cous cous, preparati per
tisane, caffè e cacao particolarmente ricchi di aromi. Il tutto
accompagnato da musica sud americana ricca di ritmo che ha indotto
molti a provarsi nei passi di danza cubani. La manifestazione non
si è limitata però ad una festa di piazza, ma ha proposto iniziative
che sono durate nel tempo e si sono fissate nella memoria dei visitatori.
Ha colpito a fondo la mostra di Sebastiao Salgado, celebre fotografo
brasiliano, intitolata "Exodus" e dedicata al fenomeno dell'emigrazione
nel mondo: campesinos e giovani a Bombay, contadini brasiliani che
festeggiano l'esproprio delle terre e donne e uomini ecuadoregni
che mestamente emigrano.
Tante persone, volti dell'umanità in cammino alla ricerca della
felicità, spesso illusione di mondi lontani.
Gli organizzatori hanno colto nel segno presentando quest'anno anche
una rassegna cinematografica con tre pellicole a tema: "viaggio
a Kandahar", "gatto nero e gatto bianco" e "east is east".
Tre storie diverse e ricchissime di civiltà distanti dalla nostra
e tra di loro, con cui i casellesi, ma non solo, si sono confrontati
con curiosità. Una manifestazione da ripetere e imitare per costruire
una cultura lodigiana della tolleranza.
(C.V.)