Anche a Sant’Angelo, come già
da qualche anno in alcune realtà vicine a noi, dallo scorso
22 ottobre, si è costituito il "Comitato Pro Cernobyl".
Così, il prossimo anno (orientativamente dall’ultima settimana
di maggio alla prima di luglio), verrà ospitato un gruppo
di bambini provenienti dalla Bielorussia.
L’esperienza umanitaria, proposta
ai santangiolini da Don Pierluigi Leva e accolta da trentaquattro
famiglie, ha come obiettivo quello dell’accoglienza e dell’ospitalità
dei bambini che normalmente vivono in zone contaminate dall’esplosione
della centrale nucleare.
Ai bambini ospitati, di un’età
compresa tra i 7 e i 14 anni, verrà data l’opportunità
di usufruire di un soggiorno terapeutico: infatti, secondo uno studio
dell’ENEA (Ente Nazionale per le Energie Alternative), in un periodo
di 5/6 settimane i bambini, grazie al soggiorno in un ambiente non
contaminato e ad un’alimentazione sana, perdono dal 30 al 50% della
radioattività assorbita.
Il "Comitato Pro Cernobyl"
di Sant’Angelo ha orientato la selezione dei bambini da ospitare
verso quei minori che provengono da zone rurali molto povere, dove
l’alimentazione è basata quasi esclusivamente sulle colture
del luogo e costituisce la maggior fonte di contaminazione. Si tratta
quindi di un aiuto reale per rafforzare il loro organismo, potenziando
anche il loro sistema immunitario.
A questo scopo il Comitato si è
attivato per sensibilizzare l’intera comunità santagiolina,
per raccogliere i fondi necessari a coprire le spese di viaggio
e il soggiorno (indicativamente attorno alle 800.000/900.000 lire
a bambino), proprio perché oltre all’ospitalità delle
famiglie che concretamente li accoglieranno, possano ricevere l’ospitalità
collettiva di tutto il paese. Il via alla raccolta fondi è
stato dato dalla vendita di oggetti natalizi, effettuatasi sabato
17 e domenica 18 novembre, con il coinvolgimento delle famiglie
interessate all’ospitalità e di molti sostenitori del Comitato.
Siamo convinti che la buona riuscita
dell’iniziativa dipenderà anche dalla collaborazione che
il Comitato chiede a tutti coloro che vorranno sostenere il progetto,
con forme e modi diversi. A questo scopo il Comitato, che ha sede
presso l’Oratorio S.Rocco, ha aperto presso la Banca Popolare di
Lodi il c/c 2932/77 intestato a "Oratorio S. Rocco – Comitato
Pro-Cernobyl Sant’Angelo Lodigiano". Per ogni ulteriore informazione
invitiamo a rivolgersi direttamente al Comitato o a consultare il
sito internet www.siamoqui.com/cernobyl.s.angelo.
"COMITATO PRO-CERNOBYL"
PRESIDENTE: Don Pierluigi Leva
MEMBRI: il sindaco Domenico Crespi,
Don Giancarlo Baroni, Gabriella Bracchi, Claudio Fratti, Giuliana
Lunghi,
Santina Muzzani, Francesca Panigada,
Ginetta Rozza.
|
Nel 1986 il disastro di Cernobyl
Il 26 aprile 1986, nell’ex URSS,
un gravissimo incidente provoca l’esplosione di uno dei quattro
reattori della Centrale nucleare di Cernobyl; la fuoriuscita di
radionuclidi (quantità stimata 600 volte più elevata
di quella dovuta all’esplosione atomica di Hiroshima) libera una
radioattività che invade, dapprima le zone limitrofe, la
Bielorussia, l’Ucraina, la Russia, e qualche giorno dopo, anche
diversi Paesi dell’Europa occidentale.
La zona più colpita, quindi
maggiormente contaminata, è la Bielorussia.
Dopo l’incidente, per isolare il
reattore distrutto, contenere la fuoriuscita di radionuclidi e proteggere
l’ambiente, è stato costruito il "sarcofago", una
copertura in cemento e ferro, che col passare del tempo risulta
danneggiata, al punto che oggi, dalle crepe e dai buchi formatisi,
fuoriescono acqua radioattiva e gas.
La centrale di Cernobyl continua
a funzionare: circa 5000 persone lavorano con un turnover di tre
mesi e vengono attirate con la prospettiva di un guadagno superiore
rispetto ad altri impieghi.
Si ritiene che per disattivare la
centrale occorrano oltre 4 miliardi di dollari, che il governo ucraino
non possiede.
L’attuale situazione socio-economica
dei Paesi da cui provengono i bambini è estremamente complessa,
in quanto queste nazioni stanno attraversando una difficile fase
di transazione istituzionale dovuta alla disgregazione dell’ex U.R.S.S.
e alla conseguente nascita della Federazione Russa e delle Repubbliche
Indipendenti di Bielorussia e Ucraina; anche l’economia ha difficoltà
a decollare, ed ogni Paese sopravvive ad un’economia di tipo autarchico.
|