Nel 1984 nasce a S.Angelo l'associazione Genitori e Amici dei Disabili. Frutto dell'impegno intenso profuso dai primi fondatori, l'associazione è arrivata attivissima fino ad oggi, diventando nel tempo un punto di riferimento indispensabile per i ragazzi disabili e le loro famiglie. Nei locali della sede, all'oratorio S.Luigi, ne parlano, in una chiacchierata davvero informale, la presidente Mariangela Rognoni, suo marito Giampiero Codecasa, il dottor Pierluigi Villa e Angelo Bellani, tra i primi che hanno creduto e dato vita al progetto dell'associazione.
<<Nel 1981 Guiseppe Rossetti segnalò la presenza a Melegnano di un' associazione simile alla nostra. Così abbiamo iniziato a S.Angelo, aderendo al loro gruppo -spiega con copiosi particolari il dottor Villa-. Finalmente nel 1984, assieme anche a Stefano Furiosi, Luigi Pizzoccheri e il dottor Giorgio Brunamonti ci siamo resi indipendenti, diventando a tutti gli effetti una spiccata realtà locale. Tra le famiglie dei ragazzi e i soci simpatizzanti a metà degli anni ottanta il gruppo raccoglieva una quarantina di persone, non solo santangiolini. Diversi provenivano dal circondario, Borghetto, Marudo, S.Colombano>>. Per quali esigenze nasce l'associazione? << Prima di tutto per aggregare le famiglie dei disabili -risponde a spron battuto Villa, a testimonianza di quanto abbia a cuore l'associazione- e per garantire i diritti dei nostri figli. Diritti tutelati dalle leggi vigenti e che allora amministratori pubblici, sanitari e scolastici tendevano spesso ad ignorare. Un esempio su tutti: le barriere architettoniche. Un altro obiettivo, di carattere prettamente culturale, è stato di far capire che i nostri figli sono come gli altri, anzi vanno amati anche di più>>. Tutto questo si è tradotto in risultati concreti.... << Assolutamente si. La garanzia dei controlli specialistici è solo uno dei tanti esempi: negli anni ottanta molte famiglie non sapevano neppure di averne diritto. E poi, nel 1982, la realizzazione a S.Angelo del Centro di Riabilitazione per i ragazzi, inizialmente nella scuola media Baracca, poi alla villa Cortese, dove funziona tuttora. A livello scolastico ci siamo battuti per regolarizzare la presenza degli insegnanti di sostegno e degli assistenti "ad personam". Ma non solo, dall'ottantasei è attivo il Centro di Formazione professionale. Molti lo ricorderanno in viale Zara, oggi è nelle ex scuole elementari di via Statuto. Ottenerlo non è stato facile, prima era presente solo al Besana di Lodi, ma quando toccò ai nostri figli non c'erano posti disponibili. Così l'associazione si mobilitò e riuscì ad aprirlo anche a S.Angelo. L'anno 1987 coincide con l'inaugurazione del Centro Socio Educativo per ragazzi in età post scolare a S.Colombano. Il nostro gruppo ottenne la convenzione tra il Fatebenefratelli e i quindici comuni della vecchia USSL. Attualmente il centro ospita trenta ragazzi, per cinque giorni la settimana, impegnandoli in attività manuali, culturali e gite. Per non parlare poi- aggiunge Giampiero Codecasa- delle innumerevoli feste che organizziamo , un formidabile strumento di aggregazione e socializzazione per i nostri ragazzi>>. Dottor Villa, dato l'ambiente culturale di una piccola realtà come S.Angelo quali furono le principali difficoltà che l'associazione incontrò nei primi anni di cammino? <<Non è sempre stato facile. Per ottenere il Centro Socio Educativo sostenemmo una battaglia con gli enti locali che durò ben tre anni. Difficoltà culturali prima di tutto, che sul piano pratico si traducevano in ostacoli economici e organizzativi. Ritornando alle barriere architettoniche, una legge seria per abbatterle è stata promulgata solo dieci anni fa. E un effetto evidente è il rifacimento delle rampe d'ingresso alle scuole elementari Morzenti>>. Nei suoi primi anni l'associazione ha fatto passi da gigante, ha smosso macigni ideologici e ha ottenuto grandi risultati concreti. E oggi, come prosegue l'attività? << Gli iscritti sono ottanta -spiega la presidente Mariangela Rognoni-. Siamo impegnati su vari fronti, uno dei quali riguarda la riabilitazione dei ragazzi sopra i diciotto anni. L'ASL la prevede solo fino alla maggiore età, poi la sostituisce con trattamenti ciclici, di quindici, venti giorni, che risultano però insufficienti. Per il momento ci affidiamo all'Istituto Don Gnocchi che assicura la riabilitazione ai maggiorenni nei locali ASL di villa Cortese. Se però le strutture presenti alla villa saranno trasferite all'ospedale Delmati, questo non sarà più compatibile con l'istituto Don Gnocchi che dovrà quindi smettere la riabilitazione. C'è poi la possibilità di aprire in paese uno sportello informativo per le famiglie dei disabili. Dei volontari stanno seguendo dei corsi di preparazione. Purtroppo anche qui fattori organizzativi, che sembrano paradossi, ci rendono la vita difficile: i corsi sono al mattino, e molti volontari hanno già impegni di lavoro che non permettono loro la frequenza. C'è poi un'altra preoccupazione-avvertono Giampiero Codecasa e Angelo Bellani-: le nuove famiglie non sempre si fanno vive. Abbiamo difficoltà nell'effettuare un ricambio di persone attive all'interno dell' associazione. Questo costituisce una grossa incognita sul futuro, certo non immediato, del gruppo>>. Il dottor Villa centra perfettamente, con un felice paragone, il problema del domani dell'associazione:<< Abbiamo costruito un palazzo, ora si tratta di fare le rifiniture. Queste sono meno appariscenti e le nuove famiglie non si impegnano perchè trovano il palazzo già fatto. In sostanza i risultati più importanti sono già stati colti, e molti soci si adagiano su questi. Ma c'è ancora molto da fare>>. L'intervista termina con il problema appena esposto. Da come ne parlano, i nostri interlocutori sembrano, da un lato preoccupati, dall'altro il loro vigore, la passione che mettono nelle attività dell'associazione permette di cogliere quanto quest'ultima regga su basi solidissime. Figure eccezionalmente animate da voglia di fare, competenti e che hanno avuto il merito, forse non materialmente evidente, di aprire le menti di molti santangiolini e non solo, di fronte a problemi che è possibile superare solo con intelligenza e profonda convinzione di quanto valgano, seppur nelle loro differenze, le persone.
Lorenzo Rinaldi
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