Tutto è stato finalizzato, quindi, a creare le premesse di un rapporto che inevitabilmente, prima o poi, dovrà diventare di famigliarità, ma che purtroppo sembra finora rimanere caratterizzato da un clima di diffidenza. A questo proposito sono stati dispensati consigli di ordine strettamente pragmatico su come affrontare i primi mesi di vita della nuova moneta in convivenza con la vecchia Lira sulla via della pensione (la Lira cesserà di avere corso legale il 28 febbraio 2002), sulle regole di compilazione di assegni e ricevute e su come riconoscere le vere banconote da eventuali falsi che potrebbero circolare soprattutto nei primi tempi. Con l’intervento di Stefano Masi si è poi entrati nel merito di quelli che sono e dovranno continuare ad essere i rapporti tra gli istituti di credito, le agenzie finanziarie ed i clienti; da questo punto di vista il consiglio è stato essenzialmente uno: chiedere informazioni al personale preposto, senza il timore o la vergogna di farsi ripetere più volte ciò che non si è sicuri di avere pienamente compreso. Pierluisa Bergamaschi e Simona Malacarne, responsabili della "Banca popolare di Lodi", hanno dunque brevemente illustrato gli speciali servizi che l’istituto metterà a disposizione dei propri clienti in occasione del cambio di moneta. E’ stato infine riservato al pubblico lo spazio necessario per porre ai relatori le proprie domande che hanno rivelato, ancora una volta, un interesse indirizzato al lato pratico, riguardo ai reali vantaggi che si pensa l’Euro ci porterà e a proposito di problemi riguardanti la conversione dei conti correnti o questioni di debiti/crediti in sospeso tra gli anni 2001 e 2002. Le incertezze alle quali si è cercato di porre rimedio sono state tante, nonostante la scarsa presenza di pubblico. Spesso si lamenta il fatto che certe realtà siano troppo lontane dalla quotidianità locale; nel momento in cui queste realtà sono state però rese più percepibili e vicine, i santangiolini hanno dimostrato poco interesse. Purtroppo, più scarsa della prima, è stata la partecipazione alla seconda serata, quella di venerdì 12 ottobre, durante la quale "Donne & Donne" ha permesso il confronto sul tema della globalizzazione. Un tema particolarmente controverso, in quanto rappresentato da una realtà moderna, attualmente in corso e quindi non ancora ben definibile e analizzabile. Una personale definizione, più simile ad un punto di vista, è stata data, nel corso della serata, da Nicoletta Pirotta, membro attivo della "Marcia mondiale delle donne", che ha indicato la globalizzazione come "il naturale processo di sviluppo dell’economia liberista". Il Fmi (Fondo Monetario Internazionale), la Banca Mondiale e il Wto (organizzazione mondiale per il commercio) sono stati elencati come gli strumenti attraverso i quali questo processo è portato a termine. E’ stato quindi presentato un interessante documento filmato intitolato a Vandana Shiva, filosofa e scienziata che nel 1991 fondò in India il movimento nazionale "Navdanya", per la protezione della diversità e l’integrità delle risorse viventi. Il video, introdotto e commentato in sala da Luciana Percovich (Università delle donne di Milano), ha mostrato i danni che la logica dei brevetti, applicata ad ogni attività fondamentale della vita umana, sta causando alle popolazioni che si basano su di un’economia agricola. E’ stato in questo modo più facile rendersi conto di come tali danni, nella nostra società industrializzata, abbiano già raggiunto un livello che sembra di irreparabilità. Osservando i problemi che insidiano la biodiversità nelle colture dei paesi poveri, ci si è resi conto di come gi stessi problemi siano già stati affrontati dal "primo mondo", che non ha saputo o non ha voluto risolverli. La biodversità della vita in tutte le sue forme contrapposta alla monocoltura dei cibi e delle idee: questo sembra essere, secondo Vandana Shiva, lo scontro che nella prossima decade dovrà trovare una soluzione definitiva, soprattutto là dove le vacche sacre stanno progressivamente lasciando il posto alle mucche pazze. L’ultimo intervento è stato quello di Enrica Bianchi, membro del costituendo "Lodi social forum". Con il suo aiuto è stato possibile notare tutti i cambiamenti che la globalizzazione sta apportando al territorio lodigiano, anche in questo caso preferendo le monocolture alla valorizzazione di prodotti locali e incrementando (sembra un paradosso) le fila di quella che è definita "popolazione vulnerabile", ovvero la fascia di persone che vivono in condizione di povertà. E’ stato reso evidente che la globalizzazione non coinvolge solo le piazze di Genova e i campi indiani di soia ma, seppur spesso preferiamo non rendercene conto, anche gli scaffali dei nostri supermercati. Giuseppe Sommariva |
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