ANNO 5 - N.5 (Versione web - anno 2 n.5) NUOVA SERIE NOVEMBRE 2001

A quattro mesi dalla scomparsa

Ricordo di
Luigi Olivari


Quella di Luigi Olivari è rimasta una figura poco conosciuta ai più, a causa del suo carattere molto schivo.

Da ragazzo aveva studiato nel Seminari Vescovile di Lodi, strada che è stato poi costretto ad interrompere per ravi motivi di salute, nonostante gli ottimi risultati scolastici.

Durante la guerra partecipò al movimento clandestino, aiutando prigionieri inglesi che dopo l’8 settembre erano nascosti nelle nostre campagne. Aveva sostenuto con ottimi risultati gli esami di maturità magistrale e, successivamente, della maturità scientifica, iscrivendosi alla facoltà di chimica industriale, studi che fu costretto ad interrompere per la prematura morte del padre, per cui dovette cercarsi un lavoro.

Assunto all’ENEL di Gavazzano, nonostante non fosse laureato, venne adibito ad incariche di carattere tecnico di grande responsabilità che, con la sua modestia, intelligenza e capacità svolse in modo encomiabile. Sono di quel periodo relazioni tecniche sulle caldaie e turbne che l’ENEL pubblicava poi sulle riviste mensili.

Dotato di notevoli doti letterarie e storiche, lascia un patrimonio di poesie i dialetto lodigiano che furono apprezzate e premiate in diversi concorsi. nel 1984 venne premiato come medaglia d’oro al concorso di poesia dialettale lodigiana "Francesco de Lemene" di Montanaso Lombardo con la "Solita Fritada". Lascia anche una storia di Castiraga Vidardo manoscritta, stesa dopo aver consultato documenti originali. Sul "Cittadino" di quel periodo si legge: "il primo storico serio di Castiraga Vidardo è Gino Olivari che ha compiuto numerose ricerche sul passato della realtà locale. Questo manoscritto è scaturito non solo da una penna capace, ma anche da un cuore innamorato del suo piccolo paese e della sua gente.

Profuse il suo amore in abbondanza ai suoi due figli, ed anche ad un terzo avuto in affidamento per le difficoltà temporanee in cui si trovava la sua famiglia d’origine. Fino all’inizio della malattia che l’ ha colpito sette anni fa, fu molto impegnato in attività politiche, sociali e religiose. Fu segretario politico della Democrazia Cristiana al suo nascere dopo la Liberazione. Ricoprì l’incarico di consigliere comunale per un’intera legislatura. Fu membro attivo del Direttivo della DC. Nel campo religioso sociale fu presidente dell’Azione Cattolica: Collaborò attivamente nei vari consigli parrocchiali. Fu catechista e membro del Consiglio Parrocchiale per gli affari economici.

La sua sensibilità verso il sociale lo portò a partecipare ad una serie di conferenze tenute nel Vicariato di Sant’Angelo aventi lo scopo di preparare individui informati e responsabili pronti a dedicarsi ai numerosi problemi dell’attuale società multirazziale.

Maria e Rachele Brunetti

 

Vogliamo ricordarlo con una sua poesia nel nostro dialetto lodigiano dedicata alla mamma:

Stanot ho vist en sogn me pora mama

tuta cuntenta cume quand l’er viva

a mo’ cul so scussal un po’ punciad

e el ciuf dei cavei bianchi un po’ stragiad

"Son de premura" subit la me dis,

"  son chi per dit che son in Paradis "

E la me met la man in su la testa

e cume alura le me fa un basin

cu’ stess amur de quand seri un fiulin

po la svaniss leggera cume el vent…

Mi slunghi i brassi e salti su en setòn

col cor che me se rump per l’emussion.

El so ritrat l’è li sul cumudin

bela e cuntenta cume l’era en sogn

tra el ciar e scur d’la lus che fa el lumin

me senti un grup en gula, un gran magòn

comprendi da tut quel che senti in dèn

"L’è poc ‘na vita per capì el so ben"

Gino Olivari

 

 



Ci ha lasciati
Peppino
Rossetti

 

Colpito da un grave malattia, ci ha lasciati il 17 ottobre Peppino Rossetti, persona conosciutissimo in paese, come ha anche testimoniato il gran numero si santangiolini che ha seguito il corteo funebre.

Fondatore e presidente dell’ "Associazione genitori e amici dei disabili", alla quale si dedicava con grande dedizione, era una delle figure di maggior spicco del volontariato locale. Divideva il suo tempo libero tra famiglia, associazione e parrocchia, presso la quale si rendeva sempre disponibile per aiutare i più deboli e i bisognosi.

Come presidente dell’Associazione, in tanti anni di attività, è stato animatore e organizzatore di numerose iniziative contribuendo, insieme a tutta l’associazione, a far crescere costantemente l’attenzione dei cittadini e delle varie amministrazioni per i difficili problemi dei disabili e delle loro famiglie.

La comunità santangiolina deve essergli grata per il luminoso esempio che ha rappresentato come genitore, come volontario e come cittadino.

Vicini ai suoi familiari e a tutti i suoi cari, esprimiamo le nostre più sentite condoglianze.

"Il Ponte"

 

 

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