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ANNO 5 - N.5 (Versione web - anno 2 n.5) NUOVA SERIE NOVEMBRE 2001

La Villa Redentore di Vigarolo

Sembra proprio che l’Amministrazione Comunale di Sant’Angelo sia intenzionata a vendere Villa Redentore, complesso monumentale di sua proprietà, sito in località Vigarolo nel comune di Borghetto Lodigiano.

Lo rivela "Il Cittadino" dell’8 settembre scorso, aggiungendo che il Comune, per ottenere questo scopo, ha approvato un regolamento per l’alienazione dei beni immobili, documento indispensabile per poter procedere alla loro vendita.

Il possibile acquirente, pubblico o privato che sia, dovrà però assoggettarsi ai vincoli che gravano sul palazzo; alcuni fissati dalla soprintendenza ai beni artistici, altri derivanti dal Piano Regolatore di Borghetto, che ha destinato la struttura al servizio della collettività, uso che dovrà essere conservato.


Per quanto riguarda il valore dell’immobile, il giornale riferisce di una perizia fatta tempo addietro dal Comune di una cifra vicina ai 2 miliardi.

Il complesso di Villa Redentore con il parco abbondante di piante secolari, oggi abbandonato a se stesso, è un frammento di storia legata al nostro territorio che vale la pena di raccontare.

Nell’anno 1849 il nobile Flaminio Ghisalberti, gran ciambellano di Sua Maestà Francesco I e brigadiere della Guardia Nobile Lombarda, ereditò i beni di Vigarolo dal conte Giovanni Battista Merlini, suo zio, e fece erigere il bel palazzo di stile neoclassico, su progetto dell’architetto Afrodisio Truzzi. Cessate le fortune dei Ghisalberti, il fabbricato fu ceduto alla famiglia Nocca di Pavia.

Il disegno originario della villa presentava una pianta a "U", con la facciata caratterizzata da una sequenza di mezze colonne, mentre l’ala nord, prospiciente il parco, mostrava un portico a 5 arcate con al termine la cappella gentilizia.

Nei primi anni del ‘900, la Villa, che ospitava un non ben identificato "Istituto di Betlem", venne concessa ai chierici del Seminario di Lodi per essere destinata a residenza estiva.

Durante la prima guerra mondiale (1915-1918), i locali del Seminario di Lodi furono requisiti per essere adibiti ad Ospedale Militare, costringendo i responsabili della Diocesi a trasferire il luogo di insegnamento nella villa di Vigarolo.

Pochi anni più tardi, nel 1927, l’immobile fu acquistato da un industriale di Milano che vi insediò uno stabilimento per la lavorazione della seta, occupando un gran numero di maestranze femminili. L’attività di questo opificio continuerà sino agli anni ’40, quando l’immobile diventerà proprietà della Mensa Vescovile di Lodi che lo adibirà a luogo di vacanza per i seminaristi e sede di esercizi spirituali, convegni e giornate di studio. E’ di questo periodo l’apposizione dell’appellativo "Villa Redentore".

Dal 1943 al 1945 una parte della villa ospitò il Collegio delle Martelline, costrette a traslocare temporaneamente da Milano a causa degli avvenimenti bellici.

A tingere di mistero la storia del palazzo di quegli anni, vi è un episodio che non ha mai trovato nessuna verifica concreta: alcuni abitanti di Vigarolo favoleggiano che Villa Redentore fu, per qualche tempo, la residenza segreta di Mussolini liberato dal carcere!

Dal 15 ottobre 1950, la villa divenne sede di un centro di vita missionaria e casa di preparazione per le vocazioni dei seminaristi appartenenti al Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano. Pochi anni dopo, il 17 febbraio 1953, la Mensa Vescovile di Lodi dispose la donazione dell’intero complesso a favore dell’Istituto stesso, che fu accettato "con animo grato" il 20 marzo 1956.

Fu quello il periodo in cui l’edificio subì una trasformazione radicale, con l’aggiunta di un piano e altre modifiche, che ne stravolsero l’equilibrio architettonico originale.

La diminuzione delle vocazioni sacerdotali, costrinse negli anni ’70 i missionari ad abbandonare la struttura, diventata ormai superflua.

Nell’anno 1978, il Comune di Sant’Angelo Lodigiano, decise l’acquisizione della storica dimora (4.815 mq del corpo principale, 400 mq dell’ ex residenza delle suore costruita negli anni '60 e i 21.200 mq di parco) con l’intento di destinarla a servizi ricreativi e scolastici. Il costo dell’operazione fu di 450 milioni di lire, finanziati con un mutuo bancario.

Nell’anno scolastico 1981-82, nell’edificio venne collocata la nuova sezione dell’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura, per il conseguimento della qualifica "Addetti alle industrie molitorie e della panificazione", concessa dal Ministero della Pubblica Istruzione a Sant’Angelo come logica continuazione della presenza nel borgo dell’Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura.

Le aule e i laboratori di Villa Redentore saranno frequentati dagli alunni per una decina d’anni, fino a quando la scuola di "arte bianca", ottenuta con tanta fatica dagli amministratori comunali e dagli operatori barasini, verrà assorbita dalla sede I.P.S.A. di Lodi, a motivo della diminuzione delle frequenze, dovute alla lontananza della sede rispetto ai grossi centri abitati, con una rete di trasporti insufficiente a soddisfare l’utenza scolastica.

Antonio Saletta

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