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IL PONTE
immigrazione e accoglienza
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ANNO 6 - N.3 (Versione web - anno 3 n.3) NUOVA SERIE GIUGNO 2002

Immigrazione a convegno

Presso la sala convegni della Banca Popolare di Lodi, venerdì, 3 maggio 2002, è stato organizzato un incontro intitolato "Immigrazione. L’accoglienza, le testimonianze, il lavoro e la legge". Molti coloro che hanno voluto assistere a questo incontro e, soprattutto, molti e preparati, gli ospiti che hanno illustrato i vari aspetti del problema.

Conduttrice della serata è stata la signora Antonella Dalu dell’associazione "Famiglia Cabriniana", la quale in sede di introduzione non ha mancato di ricordare "La memoria di ieri", ossia il periodo in cui tra Ottocento e Novecento, gli immigrati in altri paesi erano gli italiani, invitando a non rimuovere, ma a tenere sempre viva questa memoria che ci può aiutare a comprendere la condizione dei molti immigrati che affluiscono in Italia.

I numerosi relatori hanno toccato i vari aspetti del problema dell’immigrazione dalla toccante testimonianza della salvadoregna Deidamia Moran Calderon, Certamente, il momento di più grande commozione dell’intera serata è stato offerto dall’intervento della signora Mariella Rocco, che insieme alla signora Rosa Maria Mascherpa, è la responsabile dell’insegnamento dell’italiano agli stranieri nel progetto E.D.A (Educazione degli dulti) di Sant’Angelo Lodigiano. Nel corso del suo intervento ha presentato un libro di poesie realizzato dai suoi studenti di varie nazionalità, lasciandone leggere brani in italiano e in lingua originale ad alcuni di questi studenti stranieri

immigrazione e accoglienza

La prof. Pinuccia Bracchi, responsabile del Circolo ACLI di Sant’Angelo Lodigiano, a propria volta, ha voluto sottolineare il ruolo indiscutibilmente prezioso svolto dalle "ACLI", presentando Ernesto Rodriguez, esponente delle ACLI regionali, attivo a Milano, che ha lungamente affrontato il tema del rapporto "immigrazione e lavoro"

Dalle parole di Rodriguez emerge una fondamentale contraddizione della legge: ciascuno ha diritto a un posto di lavoro soltanto se provvisto di permesso di soggiorno ma tale permesso può essere ottenuto solo se dimostra di avere un posto di lavoro! In tali condizioni, la situazione diviene davvero paradossale. A rendere le circostanze ancor più difficili si aggiungono quelle norme che non riconosco eventuali titoli di studio conseguiti da queste persone nei loro rispettivi paesi d’origine. Così, ad esempio, nella regione Lombardia che ha un considerevole fabbisogno di infermieri specializzati da impiegare nelle strutture ospedaliere, si rifiutano immigrati, il cui titolo professionale di infermiere non viene riconosciuto in Italia.

L’intervento di don Sergio Bruschi, responsabile della Caritas Lodigiana, ben si collega a quello precedente: il sacerdote non ha voluto porre l’accento sull’effettivo impegno di tale organizzazione, ma, piuttosto, sulla filosofia che la anima, che può essere riassunta efficacemente con la frase citata dal Bruschi: "Abbiamo chiesto braccia e ci sono arrivati uomini". Ciò a dimostrazione del fatto che la Caritas pone al primo posto del suo intervento la dignità dell’uomo in quanto tale e non in quanto potenziale manodopera.

La professoressa Danila Baldo, responsabile dell’associazione culturale tutta santangiolina "Donne e Donne" ha introdotto l’ultima ospite, la signora Laura Coci, responsabile di "Lodi per Mostar ONLUS", ente gestore del "Progetto Asilo" del comune di Lodi, la quale ha illustrato in modo puntuale e critico la legge Bossi- Fini sull’immigrazione, sottolineandone i limiti e le contraddizioni che, a suo giudizio, ci farebbero fare un paso indietro nella politica dell’accoglienza e dell’integrazione. La Coci ha ricordato in sostanza che con questa legge si riducono drasticamente i diritti riconosciuti agli immigrati, ma nel momento stesso in cui lo standard del diritto di cittadinanza si abbassa per l’emigrato, ha concluso la relatrice, si mettono a rischio anche i diritti costituzionali del cittadino italiano, che ha una dignità umana assolutamente equivalente a quella di ogni straniero presente nel nostro Paese.

Veronica Paolini


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