Tracollo della lista Crespi
Carlin Sindaco
Sin dalla vigilia elettorale
la vittoria di Giuseppe Carlin, per la consistenza della coalizione
di partiti che lo sosteneva era ritenuta probabile. E infatti
ha vinto.
Sembra così essere stata premiata
l’idea sostenuta da Carlin e dalla sua lista, secondo la quale
di questi tempi è utile tornare a far svolgere ai partiti
il ruolo che è loro proprio e cioè quello di
raccogliere e organizzare il consenso. Tanto più che
il ritorno dei partiti (di centro-destra in questo caso) sulla
scena amministrativa, dopo anni di liste civiche, consentirebbe
– a parere del neosindaco - di creare un nuovo circolo virtuoso,
in termini di collaborazione, tra Amministrazione comunale,
Regione e Governo targati "Casa delle Libertà"
. Ma, a parte il fatto che quest’ultimo punto è tutto
da verificare, la buona affermazione della lista Vitaloni,
presentatasi come lista civica (sia pure apertamente appoggiata
dall’Ulivo), a non molta distanza da quella di Carlin, fa
nascere qualche dubbio che sia questo il significato dell’affermazione
del nuovo sindaco. Ha contato sicuramente molto, forse più
di ogni altra considerazioni, il forte desiderio da parte
di tanti santangiolini di voltare pagina, di cambiare un’
amministrazione divenuta ormai asfittica, eccessivamente appiattita
sulla figura di un Sindaco al potere da ben 12 anni che ha
dato la sensazione di avere ormai assai poco da dire e da
fare per il paese.
Carlin e la sua lista hanno saputo intercettare
questo stato d’animo di un elettorato che – non dimentichiamolo
- nella stragrande maggioranza è di centro destra e
se ne sono fatti interpreti. In questo quadro è stata
un abile mossa quella di assorbire la lista civica promossa
dall’ex- sindaco Pasetti che, se si fosse presentata da sola,
avrebbe pescato nello stesso bacino elettorale di centro,
ponendosi come una pericolosa concorrente.
Dunque Carlin ha vinto, ma non ha stravinto.
Il suo 36%, con l’attuale sistema elettorale e il frazionamento
delle liste, è sufficiente per governare, ma non rappresenta
la maggioranza del paese. E’ bene che i nuovi amministratori
questo non lo scordino mai e non dimentichino che sarà
la loro capacità di operare e di esser in sintonia
con i cittadini la condizione per allargare con il tempo la
loro base di consensi e farsi effettivamente interpeti dei
bisogni della maggioranza del paese.
La condizione per farlo è che
sappiano realizzare con coerenza e determinazione gli impegni
assunti con il loro programma e che abbiano l’accortezza di
evitare, all’interno della coalizione, il prevalere di strette
logiche di parte su quelle degli interessi generali.
Il programma presentato dalla lista
Carlin è molto impegnativo in tutti i settori della
vita cittadina. Se non ci fosse il simbolo politico, potrebbe
per certi versi sembrare persino di sinistra con quella priorità
data al potenziamento dei servizi alla persona e ai temi della
solidarietà. Ma per valutarlo dovremo attendere che
si concretizzi coerentemente con le modalità e i tempi
che sono stati indicati. Nel frattempo al nuovo Sindaco e
a tutti i suoi collaboratori facciamo i nostri sinceri auguri
di buon lavoro.
La notizia più clamorosa di questa
competizione elettorale rimane comunque il vero e proprio
tracollo della "Lista Crespi", che nessuno aveva
immaginato in tale misura, considerato che alle elezioni amministrative
del ‘97 Crespi aveva ottenuto una vittoria personale schiacciante
con oltre quattromila voti (53%).
A cose fatte è facile dire che,
in fondo il candidato sindaco non era Crespi, ma Lucini e
che l’espediente di personalizzare la lista di "Migliorare
Insieme", riportandola al nome di Crespi, non ha funzionato,
anzi si è ritorta contro il suo ideatore. Ma, fino
alla vigilia del voto, quanti avrebbero pronosticato che la
lista composta da chi ci ha governato negli ultimi cinque
anni avrebbe ottenuto meno di 2000 voti, classificandosi terza,
addirittura al di sotto della lista di centro-sinistra di
Vitaloni (tradizionalmente minoritario a Sant’Angelo)? Una
sconfitta di questa portata nessuno poteva immaginarla!
Il nostro foglio da sei anni è
andato puntualmente documentando le carenze dell’amministrazione
Crespi (come sanno bene i nostri lettori): gli spropositati
avanzi di amministrazione, l’incapacità di programmare
e realizzare investimenti che arricchissero il nostro paese,
le gravi lacune nel campo dei servizi alla persona, dei servizi
culturali, del riciclaggio dei rifiuti e raccolta differenziata
per i quali siamo maglia nera del Lodigiano, dell’impegno
inadeguato nella battaglia per il nostro ospedale. Crespi
si è dimostrato sordo e insofferente alle critiche
mosse all’operato della sua amministrazione, sottovalutando
la concretezza e l’intelligenza dei suoi stessi elettori.
E’ andato avanti per la sua strada, azzardando infine una
rischiosa scommessa sul suo nome, ma perdendola clamorosamente
con la sonora bocciatura decretata dai santangiolini.
E’ invece da considerare un buon risultato
quello raggiunto da Domenico Vitaloni, che ha ottenuto anche
più voti dell’analoga lista "Vivere Sant’Angelo",
presentatasi 5 anni fa (pur ottenendo tre consiglieri, contro
i quattro guadagnati da quella lista), nonostante gli oltre
500 voti andati a "Rifondazione comunista". Questa
affermazione è stata anche la dimostrazione che uno
spazio per le liste civiche in un paese delle nostre dimensioni
poteva esserci ancora e potrebbe essere potenziato in futuro.
La candidatura di Procaccio, come era
prevedibile, ha fornito un prezioso valore aggiunto alla lista
di "Rifondazione comunista" che ha infine centrato
l’obiettivo, dichiarato in campagna elettorale, di avere un
suo rappresentante in Consiglio comunale: ciò che in
passato le era sempre sfuggito.
Preoccupanti invece, perché ha
pescato soprattutto nell’elettorato giovanile, sono apparsi
a tutti gli oltre trecento voti ottenuti da "Forza Nuova",
lista che si è presentata per la prima volta con un
programma che poneva come priorità la lotta all’immigrazione
anche legale di stranieri.
Con queste elezioni si è davvero
chiusa la lunghissima stagione Crespi e se n’è aperta
una del tutto nuova. Saranno ora i fatti a dirci in che direzione
Carlin e i suoi collaboratori intenderanno e sapranno guidare
il paese.
|