parco lambro
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Il passaggio amministrativo barasino lascia in eredità alla nuova giunta una serie di problemi ecologici irrisolti che dovranno avere una risposta. Senza fare il classico elenco della lavandaia, vorremmo proporre qualche riflessione sulle possibilità di sviluppo verde del territorio comunale. In questi ultimi anni la nostra associazione ha lavorato con grande impegno alla proposta del "Parco Lambro sud" che potrebbe essere strumento di tutela, ma soprattutto di rilancio del territorio. Su questo tema abbiamo scritto numerose volte e non riprendiamo quindi tutti gli argomenti, ma ci pare che questo progetto possa essere una specie di cornice in cui inquadrare tutti gli altri. Partiamo dai problemi più antichi: il parco di villa Redentore e di villa Cortese, da decenni abbandonati a se stessi potrebbero diventare, una volta recuperati e valorizzati, punti di attrazione per una risorsa turistica del parco. Su seri progetti di rilancio delle aree verdi più importanti di Sant’Angelo si potrebbero probabilmente trovare finanziamenti pubblici e privati. Nello stesso Parco Lambro potrebbe essere un buon elemento di attrazione anche il percorso ciclabile che, provenendo da Borgo San Giovanni, dovrebbe attraversare la ponticella sul Lambro, passare Vidardo, raggiungere ed entrare in Sant’Angelo da viale Zara. Altro progetto questo che la Giunta precedente non ha mai voluto affrontare seriamente avanzando pretese francamente sopra le righe alla amministrazione provinciale (il finanziamento della pista ciclabile fino al raccordo con il tratto già esistente all’angolo con via XX settembre). Ultimamente il progetto ha subito un ulteriore blocco a causa del danno subito dalla ponticella per la piena del Lambro. Manufatto quest’ultimo che richiede un intervento di ripristino quantomeno sollecito per recuperare percorsi ciclabili già esistenti ed utilizzati. Eppure questa possibilità potrebbe far rientrare il paese in un circuito turistico ecologico che parte da Lodi e passa da Lodivecchio coinvolgendoci in un percorso di splendori architettonici. Altra questione da non trascurare: nel territorio del futuro parco Lambro vi sono impianti industriali, alcuni dei quali meritano severi controlli. Uno di questi è il bruciatore per biomasse installato alla cartiera di Vidardo, ma sparsi qua e là si trovano aziende che andrebbero vigilate, industrie chimiche a Domodossola ad esempio, piccoli artigiani che quando smettono la produzione si lasciano alle spalle un terreno da bonificare. Vi sono poi piccole aziende che in nome del libero mercato sono pronte a realizzare discariche (è successo a Borgo san Giovanni ma potrebbe succedere anche da noi) Tutti elementi su cui prestare attenzione in futuro, In questo quadro si ascrive anche la protesta per la sempre tragica situazione del fiume e per la costruzione del depuratore di Nosedo. Alla trasformazione del Lodigiano nella nuova Brianza noi contrapponiamo un Parco Lambro, che potrebbe diventare una splendida possibilità per uno sviluppo dell’educazione ambientale a cielo aperto, con l’aiuto delle tante associazioni ecologiche presenti nella Provincia. Insomma ancora una volta si tratta di decidere quale Sant’Angelo e quale santangiolino volere. Noi proponiamo una salvaguardia territoriale, che non ponga vincoli rigidi, ma valorizzi il meglio di ciò che ancora conserviamo, limitando l’edilizia privata a favore di una politica di recupero del centro storico e di rilancio del verde fruibile in paese. Ormai non può più bastare la giustificazione che Sant’Angelo è circondata dalla campagna per ridurlo ad una colata di cemento. La provincia di Lodi ha già deliberato per la costituzione di un Parco di interesse sovracomunale, ma occorrono dei comuni che si facciano capofila e sostenitori del progetto. Vorrà essere Sant’Angelo tra questi? Insomma il Parco Lambro è la grande scommessa che contiene tutte le altre alla nuova Giunta il compito di accoglierla e vincerla. Cristoforo Vecchietti |
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