storici lombardi , della lombardia
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La memoria storica di una comunità va conservata e conosciuta, perché consente di possedere una coscienza civile e di mantenere vive le radici di un presente che altrimenti sarebbe privo di significato. Su questa convinzione di valore culturale e sociale si fondano le conferenze di storia locale che mettono a disposizione della comunità i risultati delle ricerche e degli studi degli appassionati cultori del passato. Uno di questi è il prof. Angelo Montenegro, che, pur non essendo originario di Sant’Angelo Lodigiano, dedica alla storia del luogo, dove insegna da diversi anni, la sua competenza e il suo impegno di ricercatore d’archivi. La sua conferenza tenutasi sabato 1 giugno nel Salone dei Cavalieri ad iniziativa de "Gli amici del Castello" ha infatti illustrato un argomento di grande interesse e non solo perché inedito: Giovanni Pedrazzini Sobacchi, primo storico di Sant’Angelo. La vita e l’opera di questo scrittore autodidatta, che si documentò e si ispirò agli studi dei contemporanei storici lodigiani Giovanni Agnelli e Alessandro Riccardi, sono stati presentati dall’oratore nel contesto della situazione sociale e politico-amministrativa dell’epoca, fine Ottocento e primo Novecento. Furono infatti importanti ed incisive figure come il sindaco Raimondo Pandini, il parroco Don Bassiano Dedè e il leader della corrente antiliberale e conservatrice, l’ingegner Francecso Rozza a connotare le vicende del paese nel periodo postunitario, vicende che come in tutta Italia, furono caratterizzate da difficoltà, tensioni e problemi legati all’avviamento di un diverso modo di gestire il governo della comunità. dal padre adottivo Vincenzo Sobacchi, lo storico ricevette una formazione liberale aperta ai cambiamenti e sensibile alle problematiche sociali. Per meglio comprenderle, a soli quindici anni, compose una storia di Sant’Angelo che non aveva come esclusivo interesse il castello o i fatti ad esso collegati, ma partiva dalle origini dell’abitato e le studiava sulla scorta delle notizie fornite dal banino Riccardi. Successivamente in età più matura, alla luce della paziente consultazione dei documenti degli archivi, di quello parrocchiale, ordinato per intelligente iniziativa del Dedè, e di quello Bolognini, conservato nel Castello, riprese e completò l’opera. Con i disagi che i mezzi di trasporto dell’epoca comportavano, epoca in cui non esistevano le fotocopie, e i moderni criteri di catalogazione, egli consultò attentamente anche l’archivio di Stato di Milano. Questi suoi scritti, fra cui una biografia dedicata al sindaco Raimondo Pandini, furono pubblicati a puntate nell’ "Archivio Storico Lodigiano", accessibile solo a pochi studiosi, ampiamente utilizzati dagli storici successivi ma non sempre citati. Per rendere giustizia a Giovanni Pedrazini Sobacchi, sconosciuto come storico e sfortunato per casi personali, il prof. Montenegro ha caldeggiato il riconoscimento dei suoi meriti e del suo valore attraverso un’iniziativa editoriale. In attesa che il suo invito venga accolto, ha offerto al pubblico dei presenti il privilegio di conoscere in anteprima, attraverso un’esposizione chiara e avvincente, alcune pagine di un capitolo poco noto, ma molto interessante, della storia locale. Clotilde Fino
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