soprannomi scumanie o scurmagne
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IL PONTE
soprannomi scumanie
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ANNO 6 - N. 5 (Versione web - anno 3 n.5) NUOVA SERIE NOVEMBRE 2002

Si diceva una volta, neanche tanto tempo fa.

Proverbi e Soprannomi

Quando la saggezza e l’esperienza erano condensate in brevi aforismi e l’anagrafe popolare funzionava con nominagli coloriti

Nella sacrestia della chiesa dedicata alla Madonna della Salette, adiacente a Villa Cortese, don Gerolamo Toscani rinvenne nel 1947 un voluminoso manoscritto datato 1862, nel quale un anonimo sacerdote, insieme a temi religiosi, riportò proverbi e detti riguardanti la lavorazione dei campi. Come è noto i Proverbi contengono massime di comportamento di carattere morale o pratico-operativo. Ne riportiamo alcuni tra i più significativi e curiosi, che ne confermano il fondamentale buon senso. Li abbiamo corredati con un breve commento esplicativo. Proponiamo ai nostri lettori di inviarci altri antichi proverbi a loro noti, con la spiegazione del relativo significato.

Quando senti di Borghetto

batter forte le campane

no, non passa la domane

senz’aver buon’acqua ai pie’!

Proverbio meteorologico. Sentire forte le campane di Borghetto significa che il vento soffia da sud-ovest. E’ vento caldo di Scirocco, che proviene da regioni africane, sovrappassa il Mediterraneo caricandosi di umidità che poi condensa a contatto con temperature basse e precipita sotto forma di pioggia consistente (buon’acqua) entro le ventiquattrore.

La pioggia di San Pietro

ristora innanzi e indietro

Proverbio agro-climatico. Al 29 giugno, con l’estate iniziata da poco, il calore non è ancora divenuto siccitoso e tuttavia le colture agricole cominciano già a sentire bisogno di irrigazione. Perciò la pioggia soddisfa l’eventuale fabbisogno idrico pregresso e, accumulandosi nel sottosuolo, va a formare una buona riserva anche per il caldo luglio venturo.

Di giugno l’acqua reca gran tesori

tanto pel contadin che pei signori

Proverbio climatico-socio-economico. Completa il proverbio che precede, nel senso che, ribadendo l’importanza delle precipitazioni nel mese di giugno, ne fa derivare la prospettiva di buon raccolto e quindi di rendita per i signori e di nutrimento per i contadini.

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Un altro interessante aspetto della cultura o, meglio, della sociologia popolare sono i soprannomi. A Sant’Angelo si chiamano scumagne (o scumanie o scurmagne). Venivano affibbiati a persone singole e, poi, per discendenza, ad intere famiglie, per stigmatizzare, sottolineare, magnificare o ridicolizzare un aspetto della personalità o del comportamento di un individuo. Nella maggioranza dei casi i soprannomi scumagne erano ben accetti dai destinatari. In altri casi non erano molto graditi. In alcuni casi estremi erano rifiutati e quindi provocavano reazioni vistose quando il destinatario si sentiva appellare in quel modo. Pensiamo che nessuno, qualora vi riconosca membri della propria famiglia, debba oggi ricavare fastidio dalla citazione di questi soprannomi, ormai consegnati ad un tempo passato, se non proprio remoto. Chi scrive "vanta" ascendenti con soprannome "El Füga" e trova la cosa interessante e piacevole. Anche perché, in passato, molte persone erano conosciute in paese quasi esclusivamente con il soprannome e non era infrequente il caso che il vero nome e cognome fossero ai più ignoti. Ancor oggi, sugli avvisi mortuari, per meglio identificare il defunto, si aggiunge la parola detto seguita dalla scumagna.

Per i soprannomi citati, abbiamo fornito una interpretazione del significato (a volte testimoniata, a volte solo arguita). Anche per le scumagne come per i proverbi, chiediamo ai lettori del PONTE di segnalarne di nuovi, con la relativa spiegazione.

Aucàte gügia

Avvocato ago: il soprannome venne affibbiato ad un sarto (che usa l’ago) molto saccente, che aveva l’abitudine di spiegare tutto a tutti e di sentenziare su qualsiasi cosa.

Dundulòn

Dondolone: di nome faceva Mario (Mariu Dundulòn). Aveva una camminata molto oscillante e l’occhio popolare ne aveva tratto motivo per appiccicargli l’appropriato nomignolo.

La Malparléra

Malalingua: di chiaro significato, è altrettanto esplicito il motivo per cui il soprannome venne dato a questa donna.

La Scavalcatèci

Scavalcateti: doveva essere una donna probabilmente alta, segaligna, con gambe lunghe lunghe e con un’andatura tale da far supporre che, con quelle gambe e con quel passo avrebbe ben potuto scavalcare anche i tetti delle case.

Angelo Pozzi

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