Amministrare
dialogando
In occasione della recente
Festa della Lega Nord, il sindaco Carlin, ha avuto modo di
illustrare pubblicamente i risultati raggiunti in questi quattro
mesi di amministrazione. Ha tra l’altro sottolineato i settori
nei quali le realizzazioni stanno marciando con maggiore celerità
sottolineando in particolare i servizi sociali, con l’aumento
significativo dei pasti per gli anziani e del miglioramento
dell’assistenza domiciliare; l’ecologia, con l’imminente realizzazione
di nuovi giardini pubblici in paese e nelle frazioni e, soprattutto,
con l’avvio a partire dall’inizio del prossimi anno, della
nuova raccolta porta a porta che farà salire, prevedibilmente,
la percentuale di raccolta differenziata, settore nel quale
le passate amministrazioni ci avevano lasciati agli ultimi
posti nel Lodigiano. Ha anche annunciato, a mezzo stampa,
i progetti per le numerose opere pubbliche, con particolare
attenzione al rifacimento di Piazza Duca degli Abruzzi, per
i quali sono previsti investimenti da qui al 2005 per oltre
25 milioni di euro (circa 50 miliardi di vecchie lire). Le
risorse, a quanto sembra saranno raccolte in parte, con la
vendita di alcuni immobili considerati non strategici, per
i programmi dell’amministrazione ( ex –macello, l’ex ufficio
d’igiene, villa Redentore, villa Cortese), in parte, probabilmente,
accendendo mutui e in parte coinvolgendo l’iniziativa di privati.
Per l’immediato, cioè per il 2003, le più importanti
realizzazioni programmate saranno le piste ciclopedonali alla
frazione Maiano e quella che toccherà viale Trento
e viale Piave che si congiungeranno a quella attualmente esistente
in viale Trieste.
Si tratta di un pacchetto di lavori
molto costoso e impegnativo, di cui la comunità ha
sicuramente bisogno dopo molti anni di inerzia. Ma per ora
si tratta di annunci e i cittadini potranno apprezzarne la
portata e l’utilità e fare eventuali rilievi quando
cominceranno a prendere finalmente corpo e sostanza.
Questa è la parte che possiamo
chiamare più visibile dell’opera e dei programmi della
maggioranza. C’è però un’altra parte dell’opera
amministrativa che è meno visibile e che forse interessa
meno il cittadino comune, ma che non può essere sottovalutata
da chi ha a cuore le sorti del paese, perché attiene
allo stile di governo degli amministratori e alle regole che
stanno alla base della vita amministrativa.
Ora su questo punto ci sono almeno due
questioni che hanno suscitato qualche perplessità.
La prima riguarda la riforma dello Statuto comunale e la seconda
il corretto funzionamento delle Commissioni consiliari.
Sul primo punto, quello dello Statuto,
sappiamo che la maggioranza ha introdotto significative novità,
come l‘aumento del numero degli assessori da 6 a 7, la rivitalizzazione
dei Comitati di quartiere e l’attivazione di un Difensore
civico. Sull’aumento degli assessori abbiamo sentito l’opposizione
protestare perché ritiene che l’istituzione del settimo
assessorato sia un’inutile aggravio della spesa e attribuisce
questa scelta a una pura logica di equilibri politici interni
alla coalizione di governo. Sulle altre due questioni, che
riteniamo molto più importanti è invece mancato
un adeguato dibattito. Ora il nuovo statuto è a disposizione
di tutti presso l’albo pretorio e su internet e si avrà
tempo fino al 14 novembre per produrre proposte e suggerimenti
da parte di cittadini e associazioni.
Dobbiamo salutare come un fatto positivo
la volontà di far funzionare i Comitati di quartiere
e di attivare la figura del Difensore civico. Quest’ultimo
già previsto dallo statuto comunale, ma mai realmente
istituito, è una figura, già funzionante in
altri paesi, che avrà il compito di tutelare i cittadini
nei loro rapporti con l’amministrazione comunale. Data la
delicatezza del suo compito sarebbe però auspicabile
che il Difensore civico sia indipendente dalla politica e
dagli schieramenti e che possa operare veramente al servizio
dei cittadini. Ma quali saranno i reali poteri che gli verranno
attribuiti e, soprattutto, con quali criteri verrà
eletto ? Ecco due problemi cruciali che non possono e non
devono passare sotto silenzio e sui sarebbe utile che i cittadini
ne sapessero di più, per dar modo ad associazioni e
a singoli cittadini di formulare le loro proposte. Ma è
altrettanto importante che anche le opposizioni facciano conoscere
il loro parere, perché sono temi su cui è auspicabile
il massimo della convergenza fra forze politiche.
Purtroppo allo stato attuale ci risulta
che i rapporti fra maggioranza e opposizione sono in uno stato
di tensione, di muro contro muro. Le commissioni comunali,
uno dei luoghi istituzionali deputati al confronto e al dialogo,
sono in una situazione di stallo. L’opposizione infatti accusa
la maggioranza di aver condizionato l’elezione dei rappresentanti
delle minoranze, facendo pesare in modo determinante i suoi
voti in consiglio comunale e di aver di fatto scelto gli interlocutori
che le erano più graditi. La maggioranza, per parte
sua, ha controbattuto che nessuno può impedire ai consiglieri
comunali di esprimere il proprio voto sui nominativi proposti.
Cosicché la minoranza ha deciso di non partecipare
alle commissioni che rischiano di rimanere bloccate.
Ora, nell’elezione dei rappresentanti
di minoranza in consiglio comunale, si è sempre praticata
la consuetudine per cui, fra maggioranza e opposizione fosse
quest’ultima a designare i suoi rappresentanti nelle commissioni.
Rompere questo tacito accordo, facendo pesare in modo determinante
i propri voti, è una prova di forza che la maggioranza
avrebbe fatto bene ad evitare.
Ci sembrerebbe che, per uscire da questa
situazione, sia ora compito della maggioranza ricucire e fare
in modo che si ricreino le condizioni minime perché
le commissioni cominciano a lavorare. La legge elettorale
maggioritaria fu fatta per garantire la stabilità della
maggioranze non per azzerare le minoranze. Ci sono materie
come la questione ospedaliera, la questione Lambro, il Difensore
civico che richiedono le più ampie convergenze possibili.
E’ perciò indispensabile che, fra maggioranza e opposizione,
si ricrei un clima di rispetto reciproco e si riapra il canale
del dialogo.
Il maggior gruppo d’opposizione, la
lista "Per Sant’Angelo", da parte sua, nelle critiche
rivolte all’aumento dell’indennità di funzione degli
amministratori, è andata forse un po’ troppo sopra
le righe quando sembra porre la questione in termini di principio.
Quando si invoca un ritorno degli amministratori allo spirito
di volontariato (meglio sarebbe parlare di "spirito di
servizio"), si dimentica che l’indennità di funzione
per gli amministratori è stata una conquista democratica,
perché ha consentito a tutti, anche a chi è
privo di reddito, di partecipare alla vita politica.
E’ comunque lecito criticare, anche aspramente,
gli amministratori che hanno deciso di aumentarsi l’indennità
– ciò che appare quanto mai inopportuno, specie ad
inizio mandato - ma ci sembra esagerato farne una questione
ideologica su cui costruire barricate.
Si mettano dunque da parte le eccessive asprezze
e le forme di arroganza e si ritorni al confronto serrato
ma pacato, nel rispetto e nell’interesse di tutti.
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