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aironi cenerini
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Qualche anno fa, in un periodo di vacanza, feci un giro ciclo-naturalistico in Camargue, umida terra francese divisa tra i campi ed il mare. Da qualche anno, e voi lo sapete, ho scoperto che passeggiate di pedal in pedale si possono fare anche nel Santangiolino o nel Lodigiano. In quest’estate pazza tra un temporale e l’altro, ho incontrato la fauna di pianura, che anch’io sto scoprendo di giorno in giorno (e non è che io ne sappia più di qualsiasi ciclista, mi perdonino gli esperti ) e che vorrei farvi conoscere. Partendo da Sant’Angelo arranco un poco uscendo dal paese da via Statuto e mi trovo di fronte l’unico vero ostacolo del mio percorso: la tangenziale santangiolina da attraversare. Superato il muro di cemento e automobili, prendo per Marudo e raggiunto il piccolo centro proseguo per Valera Fratta. Val la pena spingersi sul rettilineo, perché nei campi che costeggiano si scorgono sempre splendidi aironi cinerini e, se la giornata è povera di avvistamenti, una bianca garzetta, o un gruppo nutrito che stazionano beate tra i campi agricoli se siete più fortunati. Ritorno poi sui miei passi, rientro a Marudo e mi dirigo a Vidardo. Ancora una volta alla Pagnana si nasconde un patrimonio naturale incontaminato. Mentre pedalo, senza cambi sullo sterrato contornato dai filari di pioppi cipressini, un fagiano mi attraversa la strada. Arrivo alla lanca e, a parte le nutrie che la provincia sta cercando di abbattere, ma che si possono ammirare per curiosità, qui troviamo ancora aironi, garzette, anatre di vario tipo, folaghe, nitticore. Poi una quantità di insetti tra cui le libellule che una volta allietavano i nostri giochi. Seguo il percorso per Vidardo e mi imbatto nei conigli selvatici, attraverso una fattoria con galline, oche, animali domestici, un pavone e arrivo in paese. Esco sulla statale e incontro i cavalli nel loro recinto. A questo punto potrei anche tornarmene a Sant’Angelo soddisfatto ed è ciò che faccio, ma per ascoltare il racconto di chi ha fatto di più. Infatti i ciclisti più seri si avventurano in grandi passeggiate, e uno dei loro classici, che raccontano come memorabile impresa, è la Madonna del Ghisallo. Facendo qualche piccola deviazione di percorso si possono ammirare due importanti fenomeni naturali. Arrivati ad Erba si può deviare per raggiungere il lago di Alserio (o se preferite di Pusiano), nel Parco naturale del Lambro, conservato in un ben nascosto ambiente di palude. Anche qui potrete vedere gli uccelli d’acqua dolce, le nitticore, le anatre, i cigni, le garzette, il tarabusino, gli aironi di vario colore e molti altri uccelli sconosciuti che di volta in volta appariranno, ma a sorpresa potrete vedere nuotare i serpenti d’acqua, la natrice dal collare, conosciuti nel nord della Lombardia come "scurson". Una testolina emerge dalle acque, mentre il corpo ondeggia in modo serpentino tra le piccole onde. Se poi proprio si vuol fare la gran pedalata di montagna si può arrivare a Magreglio, dove con una breve passeggiata si può visitare la sorgente del Lambro. Insomma spero di avervi dato qualche idea. E se il Lodigiano, magari esagerando un poco, fosse la Camargue della Lombardia? (Cristoforo Vecchietti). |
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