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IL PONTE
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ANNO 6 - N.4 (Versione web - anno 3 n.4) NUOVA SERIE SETTEMBRE 2002

Nasce la Fondazione Comunitaria
del Lodigiano

Il santangiolino Domenico Vitaloni

nominato presidente

 

Va salutato come un vero e proprio evento la nascita della Fondazione comunitaria nel Lodigiano, che allinea così il nostro territorio a quello delle atre province lombarde in cui queste fondazioni sono già operative. La Fondazione, senza scopo di lucro e costituita su base volontaria, è destinata a incidere profondamente nella complessa e articolata realtà del volontariato lodigiano. La sua finalità istituzionale è infatti quella di fare da tramite tra donazioni e associazioni di volontariato che operano nel sociale. Andrà a sollecitare la progettualità delle associazioni che operano nel sociale e potrà finanziarne i progetti più significativi. Gli organi dirigenti della Fondazione sono formati da personalità indicate dal prefetto, dal vescovo, dai presidenti della Provincia e della Camera di commercio, e dal sindaco di Lodi. Essi si sono impegnati in questa impresa a titolo assolutamente gratuito mettendo a disposizione della fondazione la loro esperienza e le non comuni competenze.

fondazione comunitaria

La Fondazione si impegnerà a raccogliere nell’arco di alcuni anni 5 milioni di euro da impiegare nel perseguimento delle sue finalità, contando anche sulla possibilità di ottenere il raddoppio delle cifre raccolte nei prossimi dieci anni dalla Fondazione Carialo che si impegnerà a contribuire fino a 10 milioni di euro in dieci anni se l’obiettivo sarà raggiunto.

Alla prestigiosa carica di Presidente della Fondazione, eletto in seno al Consiglio di amministrazione, è stato chiamato il santangiolino Domenico Vitaloni, stimato commercialista e consigliere comunale, capogruppo della formazione "Per Sant’Angelo".

Come lo stesso presidente ha sottolineato nella presentazione della Fondazione ("Il Cittadino", 7-8 settembre 2002), l’iniziativa è partita dalla presa d’atto da una parte della graduale riduzione dell’impegno pubblico nei compiti di assistenza sociale e, dall’altra, nel progressivo impegno su questo versante della società civile e di privati oltre che di numerose organizzazione di volontariato. "E’ ormai convinzione unanime", scrive Vitaloni, "che uno dei fattori che potranno garantire la crescita e lo sviluppo del privato sociale nel mondo sia la diffusione e il rafforzamento di quella che viene definita la filantropia comunitaria, che trova la sua forma espressiva nelle Fondazioni comunitarie". Però la creazione di una società "sussidiaria e solidale" non è solo una questione di buona volontà. Occorre anche che queste convergenti spinte alla donazione e all’assistenza vengano organizzate e strutturate, dotandosi di "strumenti operativi, senza i quali esse rischiano di trasformarsi in vuota retorica priva di reale impatto nella vita delle nostre comunità". E’ appunto allo scopo di dare concretezza ed efficacia alla spinta proveniente dalla generosità della gente che si sentiva il bisogno di dotarsi di questo nuovo strumento rappresentato dalla Fondazione che ha come modello quelle già da anni operative nei paesi più evoluti e in particolare negli Stati Uniti, paese leader in questo campo.

Essa sarà "il perfetto intermediario tra i donatori e le organizzazioni che perseguono finalità d’utilità sociale", un intermediario che però non distribuirà contributi a pioggia, ma provvederà a finanziare precisi progetti, attentamente vagliati, di indiscutibile valore umanitario per il nostro territorio.

"La Fondazione Carialo", scrive ancora Vitaloni, "oltre ad offrire l’assistenza tecnica necessaria per gestire un progetto complesso come questo, è disponibile a donare al patrimonio della nostra fondazione oltre 10 milioni di euro (venti miliardi di lire) se nella nostra comunità si raccoglieranno almeno 5 milioni di Euro per la stessa finalità. Inoltre trasferirà alla nostra fondazione la gestione delle erogazioni che essa destinava alla nostra provincia. Si tratta attualmente di 600.000 euro da utilizzarsi per finanziare progetti d’utilità sociale" e in particolare "di assistenza sociale sanitaria, della cultura, della spiritualità, dell’istruzione e formazione, dell’imprenditoria sociale, della solidarietà umana, della tutela e valorizzazione dei beni di interesse storico e artistico, della natura e dell’ambiente, della ricerca con particolare attenzione ala vocazione agricola e zootecnica del territorio lodigiano e in generale di iniziative volte a migliorare il rafforzamento di legami solidaristici e di responsabilità sociale fra coloro che vivono e operano nel territorio della provincia". Un forte sostegno all’iniziativa è venuto, come si è detto, dalle principali autorità della provincia e del comune di Lodi, cui si sono aggiunti i sindaci di Codogno, Casalpusterlengo e Sant’Angelo.

Si tratta come si vede di obiettivi di grande spessore e impegno che sarà possibile raggiungere se vi sarà il coinvolgimento di tutta la comunità lodigiana: dagli ordini e le categorie, alle pubbliche amministrazioni, dagli istituti di credito,alle imprese, alle organizzazioni noprofit e soprattutto ai semplici cittadini cui il Presidente ha lanciato il suo sentito appello.

a.m.

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