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IL PONTE
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campanile

ANNO 7 - N. 1 (Versione web - anno 4 n.1) NUOVA SERIE FEBBRAIO 2003

Il campanile rinnovato

 Finalmente liberato dalla ragnatela di tubi e pedane che ingabbiavano la parte alta, il nostro campanile è ritornato, nel suo aspetto imponente ed elegante, a far risentire i rintocchi delle campane.

  Le preoccupazioni relative “allo stato di salute” iniziarono dalla constatazione che la spada, impugnata dall’Angelo, aveva dato segno di cedimento, con caduta anche di frammenti di materiale.

   I successivi e necessari accertamenti posero in evidenza che anche per gli intonaci, i fregi, i mattoni e le statue che adornavano il balconcino erano necessari ed inderogabili gli interventi manutentivi, anche in considerazione della presenza dei ponteggi con il costo elevato di montaggio e noleggio.

   Le opere, particolarmente impegnative, hanno comportato anche il necessario iter presso la Soprintendenza ai Monumenti, con ben due visite in loco dell’arch. Silvana Banfi e del funzionario incaricato per la nostra zona.

   In breve, si è dovuto restaurare la monumentale statua dell’Angelo che presentava distacchi di materiale lapideo, rifare con prodotti a base  di calce tutti gli intonaci, i fregi, la colonna centrale, elementi che compongono tutta la parte sovrastante la cella campanaria, nonchè consolidare e per certe parti sostituire i mattoni che costituiscono la parte portante e decorativa esterna.

   Oggetto di particolare attenzione sono state le quattro statue poste ad ornamento del balconcino, il cui recupero si presentava particolarmente problematico, e per alcune addirittura quasi impossibile. La decisione finale è stata quella di sostituirle con altre a carattere religioso raffiguranti Sant’Antonio Abate, Santa Francesca Cabrini, San Rocco e Santo Stefano, nomi ben noti a tutti i santangiolini e che rappresentano i nostri santi protettori. Le vecchie statue, che non rappresentano soggetti religiosi, saranno collocate, previo restauro, nel progettato museo parrocchiale in fase di allestimento.

   Occorre anche segnalare la bella illuminazione che comprende la cella campanaria, i quadranti degli orologi e soprattutto la colonna e la statua dell’Angelo. L’impianto, particolarmente raffinato, realizzato con la tecnologia delle fibre ottiche, consente di sostituire le sorgenti luminose (lampade) ed inviare la luce fino a punti irraggiungibili.

   Indubbiamente le opere sono state gravose, di particolare impegno ed eseguite ad altezze elevate, con tutti i disagi conseguenti.

   Per la sicurezza e protezione è stato rifatto anche l’impianto parafulmine, con una nuova antenna posta alle spalle della statua, ben mimetizzata e con nuove calate di dispersione.

   Le ditte che hanno collaborato, con maestria e dedizione, sono quindi da menzionare: “Dalmine” di Graffignana per la posa dei ponteggi; “Faredil” di Sant’Angelo Lodig. per le opere murarie; “Doldi Impianti” di Cavenago d’Adda per gli impianti elettrici; “Senna Inox” di Graffignana per le opere in acciaio; “Gatti Luigi” di Sant’Angelo Lodig. per le opere di tinteggiatura; “Capanni” di Castelnuovo dei Monti per il parafulmine e l’orologio; “Cannatà” di Sant’Angelo Lodig. per la lattoneria; “Gasparoli” di Gallarate per i restauri lapidei e “Hofer e Zelger” per l’illuminazione.

   Non resta che ricordare che le spese sono state oltremodo onerose superando ogni aspettativa, per cui si attende, ancora una volta, la generosità dei santangiolini.

 

Antonio Ramaioli

  

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