Il
campanile rinnovato
Le opere, particolarmente impegnative,
hanno comportato anche il necessario iter presso la Soprintendenza
ai Monumenti, con ben due visite in loco dell’arch. Silvana Banfi
e del funzionario incaricato per la nostra zona. In breve, si è dovuto restaurare
la monumentale statua dell’Angelo che presentava distacchi di materiale
lapideo, rifare con prodotti a base
di calce tutti gli intonaci, i fregi, la colonna centrale,
elementi che compongono tutta la parte sovrastante la cella campanaria,
nonchè consolidare e per certe parti sostituire i mattoni che costituiscono
la parte portante e decorativa esterna. Oggetto di particolare attenzione
sono state le quattro statue poste ad ornamento del balconcino,
il cui recupero si presentava particolarmente problematico, e per
alcune addirittura quasi impossibile. La decisione finale è stata
quella di sostituirle con altre a carattere religioso raffiguranti
Sant’Antonio Abate, Santa Francesca Cabrini, San Rocco e Santo Stefano,
nomi ben noti a tutti i santangiolini e che rappresentano i nostri
santi protettori. Le vecchie statue, che non rappresentano soggetti
religiosi, saranno collocate, previo restauro, nel progettato museo
parrocchiale in fase di allestimento. Occorre anche segnalare la bella
illuminazione che comprende la cella campanaria, i quadranti degli
orologi e soprattutto la colonna e la statua dell’Angelo. L’impianto,
particolarmente raffinato, realizzato con la tecnologia delle fibre
ottiche, consente di sostituire le sorgenti luminose (lampade) ed
inviare la luce fino a punti irraggiungibili. Indubbiamente le opere sono state
gravose, di particolare impegno ed eseguite ad altezze elevate,
con tutti i disagi conseguenti. Per la sicurezza e protezione
è stato rifatto anche l’impianto parafulmine, con una nuova antenna
posta alle spalle della statua, ben mimetizzata e con nuove calate
di dispersione. Le ditte che hanno collaborato,
con maestria e dedizione, sono quindi da menzionare: “Dalmine” di
Graffignana per la posa dei ponteggi; “Faredil” di Sant’Angelo Lodig.
per le opere murarie; “Doldi Impianti” di Cavenago d’Adda per gli
impianti elettrici; “Senna Inox” di Graffignana per le opere in
acciaio; “Gatti Luigi” di Sant’Angelo Lodig. per le opere di tinteggiatura;
“Capanni” di Castelnuovo dei Monti per il parafulmine e l’orologio;
“Cannatà” di Sant’Angelo Lodig. per la lattoneria; “Gasparoli” di
Gallarate per i restauri lapidei e “Hofer e Zelger” per l’illuminazione. Non resta che ricordare che le spese sono
state oltremodo onerose superando ogni aspettativa, per cui si attende,
ancora una volta, la generosità dei santangiolini.
Antonio
Ramaioli
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