Spett. Redazione de “Il Ponte”, M°
Faes Roberto
Si tratta di una mostra itinerante approntata
negli ultimi anni in diversi ex campi di concentramento, musei,
università, ecc., che si trovano in varie città d’Europa. Solo in
Italia la mostra è stata visitata da oltre 800.000 persone. Il titolo
scaturisce dal fatto che i testimoni di Geova furono tra i primi
ad essere rinchiusi nei campi di sterminio a motivo del loro rifiuto
di sostenere Hitler e il militarismo (le prime deportazioni risalgono
alla metà del 1933). Furono anche tra i primi a denunciare all’opinione
pubblica internazionale le atrocità commesse nei lager. A tal fine
si servirono delle loro pubblicazioni distribuite allora in Germania
e in varie parti del mondo in 13 lingue. Degli oltre 20.000 testimoni
di Geova attivi all’epoca nella nazione tedesca, circa 10.000 soffrirono
nelle prigioni e nei campi di concentramento nazisti, dove quasi
2.000 di loro persero la vita. Più volte fu promessa loro la liberazione
se solo avessero firmato una dichiarazione in cui rinnegavano le
proprie convinzioni, il che ne fa delle “vittime” del tutto particolari. Durante la mostra è stato presentato non stop
il documentario “I testimoni di Geova, saldi di fronte all’attacco
nazista”, realizzato in collaborazione con il Museo dell’Olocausto
di Washington e contenente le testimonianze di ex deportati nei
lager e storici. Finora in Italia questo documentario è stato visto
da oltre 2.500.000 persone in occasione di 2.600 incontri svoltisi
presso musei, università e scuole. Negli ultimi anni si sta prestando sempre
più attenzione alle cosiddette “vittime dimenticate”. Il dovere
della memoria va certamente espresso anche nei confronti di questa
minoranza che, pur perdendo, come tanti altri, averi, salute, famiglia
o la loro stessa vita, seppero conservare la propria dignità in
mezzo a quegli orrori, ma soprattutto non persero ciò a cui forse
tenevano di più: la propria fede religiosa, per la quale tanto erano
stati disposti a soffrire.
Grazie
per Giovanni Bracchi
Grandi
mostre a Cremona |
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