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IL PONTE
mezze stagioni
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ANNO 7 - N. 4 (Versione web - anno 4 n.4) NUOVA SERIE SETTEMBRE 2003

Diario d’estate
dedicato ad Angelo Montenegro

“Ciao Angelo come va?... Si va bene lo faccio l’articolo, non preoccuparti oggi arriva”.
Le ho ancora nelle orecchie le nostre telefonate che finivano immancabilmente in questo modo.
E proprio perché le sento vive “diario d’estate”, che abbiamo inventato insieme, continua pedalando.

Non ci sono più le mezze stagioni

 “Non ci sono più le mezze stagioni” verrebbe da dire, se vogliamo nascondere con delle banalità il mutamento climatico in corso e la torrida estate 2003. Il fatto è che pedalare sotto la canicola (definita da un’avventurosa giornalista televisiva “la caligola”) diventa sempre più difficile.

Mi aggiro così per Vidardo, vicino a casa, nell’attesa che il sole cali. Paese spopolato, parco giochi deserto. Dove saranno tutti i bambini? Davanti alla televisione oppure impegnati con le tante piscinette singole o a tre posti che spuntano nei giardini? Difficile a dirsi, intanto il parchetto del paese, completamente ristrutturato, resta l’unica area verde priva di vita nel santangiolino.

Ehi ma  cosa succede? C’è un fumo denso ed acre che sale e si spande per il cielo.  Ancora una volta incendio al bruciatore Ecowatt, che questa volta ci auguriamo destinato a spegnersi per sempre. 

Via per altre destinazioni, allora, visto che il sole cala. Passo a Marudo, paesello con i suoi problemi che ha conquistato la posta, ma si trova ancora alla prese con l’azienda chimica che non vuole andarsene (l’ex -Hichem ora Dobfar), così sotto l’unico temporale d’inizio estate, ennesima assemblea infuocata in municipio. Difficile dire ancora quanto continuerà il braccio di ferro

Ma pedala pedala, arrivo presto a Sant’Angelo dove pare ne capitino di cose allegre, con questa nuova giunta. Entro a Villa Cortese, mi è sempre piaciuto percorrere il filare d’ingresso. Oggi più che altro me lo immagino e arrivo davanti alla storica facciata della villa di campagna. Ma perché tutti quei bidoni? Che tristezza un cortile elegante trasformato in deposito per l’azienda che si occupa dei rifiuti. Si pensava che fosse una soluzione temporanea per dare a tutti un punto di riferimento chiaro rispetto alla distribuzione dei sacchi per la raccolta differenziata. Idea buona, se provvisoria, ma questo stabilizzarsi della situazione degrada un bene del paese già trascurato.

Marcia intanto la raccolta differenziata, tra le tante proteste dei barasini che si devono ancora abituare,  e qualche disservizio che meriterebbe approfondimento.

Vado pensando ancora al parco di Villa Cortese sempre meno vivo e ora chiuso con una rete, per rendere impossibile a chiunque l’accesso e vado al boschetto WWF, altra area barasina che mi piace.

Ma come?- mi dico alla fine della passeggiata- ne mancano venti metri?” Pedala in comune allora per capire che succede. L’Amministrazione ha deciso una ristrutturazione. Lì sorgerà un parco pubblico e, da  coalizione di destra qual è, non sta a mediare, decide. Così non si coinvolgono i volontari nelle scelte (quindici anni di volontariato cosa volete che siano) e si sradicano decine e decine di alberelli piantati negli ultimi anni dai bambini delle scuole. C’est la vie. Cambiano le amministrazioni, ma le piante danno sempre fastidio!   

Riprendo la strada del ritorno accaldato e sudato. Ma quando faranno la promessa pista ciclabile Sant’Angelo-Vidardo? E poi i pensieri si mescolano e tornano al chiodo fisso. Mi domando quale comune prenderà mai sul serio la proposta di parco Lambro a cui tutti hanno aderito.

Ma si suda e si pedala, si pedala sempre...

Cristoforo Vecchietti

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