CALDO, CONSUMI
E QUARTA ETA'
Stiamo attenti a non dimenticare troppo presto, ora che
è tornato un po' di fresco,
la torrida estate appena trascorsa. Perché
fra nove o dieci mesi potremmo trovarci a fare i conti con
gli stessi problemi, senza nemmeno aver pensato, non diciamo
a risolverli, ma almeno ad individuare le cause che li generano
ed a scovare una qualche soluzione per limitarne almeno
gli effetti.
La calura tropicale che ci ha attanagliato,
per giorni, settimane e mesi, incessante, senza tregua e
senza acqua, ha dimostrato, una volta di più, che il clima
sta cambiando in modo sensibile e problematico.
Gli effetti negativi di questo cambiamento sono stati molteplici;
ma due, sopra tutti gli altri, sono quelli che maggiormente
ci hanno colpito: il gran numero di persone anziane morte
per il caldo, in tutta Europa, e l'elevato consumo di
energia, che ha prodotto diffusi e ripetuti "black-out"
anche in Italia.
Spesso il cambiamento del clima, i
consumi energetici e le difficoltà delle persone di
età avanzata sono stati argomento di articoli di
cronaca. Questa volta li abbiamo
trovati tutti insieme, quasi fossero legati da una sorta
di principio di causa ed effetto. Forse che, davvero, consumi
energetici, cambiamenti climatici e decessi di persone anziane
sono tra loro strettamente connessi.
Probabilmente non è così, ma è certamente
lecito far risalire questi fenomeni ad uno stesso mutato
atteggiamento esistenziale e ad una stessa conseguente tipologia
di comportamento degli individui nella società contemporanea.
Nella Serenissima Repubblica di Venezia,
il Magistrato delle acque era responsabile del governo della
laguna, dei canali, dei fiumi che li alimentavano, dei torrenti
che scendevano dai monti e del taglio degli alberi dei boschi
che rivestivano i monti medesimi. Sapeva benissimo, infatti,
che azioni inconsulte in uno qualsiasi di questi diversi
ambiti avrebbero potuto distruggere Venezia. E tutto questo
lo sapevano bene anche i Veneziani,
che di buon grado sacrificavano il loro vantaggio individuale
e, magari, immediato ad un comune interesse ben più elevato
che, alla lunga, tornava molto più utile anche al singolo
individuo.
Oggi, invece, è lecito pensare che
l'impoverimento, la frantumazione, la precarietà e la superficialità
dei rapporti tra esseri umani tipici dei nostri anni, nonostante
lo sviluppo incredibile delle comunicazio-ni, comportano una valutazione delle conseguenze delle nostre azioni,
che assume, come confini della loro zona di influenza, ambiti
sempre più limitati.
Quanti di noi, questa
estate, hanno pensato che, ogni volta che accendevano
il condizionatore, scaricavano all'esterno una quantità
di calore ben maggiore della quantità di freddo che introducevano
in casa? E quanti hanno pensato che comunque,
per produrre l'energia che alimenta gli elettrodomestici
delle nostre case (compresi quindi i condizionatori), le
centrali elettriche generano una gran quantità di calore
che viene scaricata all'esterno, attraverso impianti di
raffreddamento ad aria e ad acqua? Che è poi quello che
fanno anche tutti i radiatori di tutti i milioni di
automobili circolanti per l'Italia e per il mondo.
Come meravigliarsi, dunque che, dài
oggi e dài domani, nell'atmosfera si è accumulato tanto di quel calore
che, prima o poi, dovevamo accorgercene
anche a terra. Per evitare che questo
processo peggiori ogni giorno di più, sembra inevitabile
una limitazione dei consumi, non solo di energia, ma anche
di tutto ciò che con l'energia si produce.
Certo questo è un modo un poco semplicistico
e scientificamente non ortodosso, per spiegare le cose,
ma la sostanza è che i cambiamenti climatici si stanno manifestando
in modo sempre più significativo
e, soprattutto, in misura immediatamente percepibile dagli
esseri umani.
Fra tutti, le persone
molto anziane, sono quelle maggiormente esposte ai
rischi derivanti dalle alte temperature. E per loro, ad aggravare gli effetti di una torrida estate,
si è aggiunto spesso il dramma della solitudine. Non solo
nelle città, ma anche nei nostri paesi, insieme con le temperature
più alte, si trovano i vecchi sempre più soli. Anche
questa è una conseguenza del nostro modo di vivere frantumato
e individualista. Pensiamo che, allontanando l'anziano da
noi e riducendo i contatti, il problema, se non risolto,
comporta almeno scarse sgradevoli conseguenze. Poi, per
alleviare ulteriormente i suoi problemi (di vitto, alloggio,
salute e solitudine), auspichiamo l'intervento dei servizi
sociali. Ma ci dimentichiamo che lo Stato, o chi per esso, questi servizi li può fornire solo se i soldi li viene
a prendere nelle nostre tasche, con un trattamento, per
gli interessati, non sempre dignitoso e con costi di gran
lunga più elevati.
Eppure, anche coloro che oggi ancor
vecchi non sono, prima o poi lo
diventeranno: l'aspettativa di vita si allunga sempre più
e certamente si spera che la vecchiaia attesa debba essere
dignitosa e serena.
Ciò sarà meno difficile se saremo
capaci fin da ora, per allora, di predisporre condizioni
di vita favorevoli e di creare i presupposti per il mantenimento
di una rete di rapporti umani degna
di questo nome.
Ciò sarà più facile se saremo in grado
evitare atteggiamenti e comportamenti di
individui o di gruppi ristretti che producano, come
risultato finale, il manifestarsi di uno stato di cose negativo,
generalizzato e dannoso per intere comunità.
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La Storia di Sant'Angelo
di Giovanni Pedrazzini
Sobacchi
La
pubblicazione del libro di Giovanni
Pedrazzini Sobacchi, Sant'Angelo
Lodigiano ed il suo mandamento nella storia e nell'arte (e altri
scritti), a cura di Angelo
Montenegro, di cui abbiamo dato notizia dell'imminente uscita
("Il Ponte"- febbraio 2003), ha subìto un ritardo per cause tecniche,
a motivo della scomparsa del curatore del libro.Possiamo
annunciare che la pubblicazione, promossa dall'associazione "Società
della Porta", con il contributo finanziario del Comune di Sant'Angelo
Lodigiano, è in fase di realizzazione, per cui si prevede che
sarà disponibile prima delle festività natalizie. Il volume ha
le seguenti caratteristiche: formato cm.15,5x23, pagine 184 circa,
illustrazioni dell'epoca, copertina a colori e rilegatura in brossura
cucita. Preceduto da una corposa biografia di Pedrazzini Sobacchi,
scritta dal compianto Angelo Montenegro, il volume contiene un'interessante
storia di Sant'Angelo, dalle origini fino all'800 e altri scritti
sul Castello, su Raimondo Pandini e sul dialetto barasino.
Invitiamo tutti coloro che desiderano prenotare una copia
del volume, a lasciare il proprio nominativo presso la Libreria
Centrale di Sant'Angelo.
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Mestieri di una volta
L'arte
dei Cordai
Non ci sono più
le mezze stagioni
Sosteniamo
"IL PONTE"
Allo
scopo di raccogliere sottoscrizioni per sostenere la pubblicazione
di questo foglio informatore, nello scorso mese di maggio
abbiamo allestito dei banchetti al Centro Commerciale "Il
Castello" e nell'ambito della Fiera di Maggio. L'esito è
stato positivo; molte persone (che ringraziamo) hanno dato
il loro contributo, ma soprattutto abbiamo verificato quanto
il giornale sia atteso e letto dai santangiolini.Vogliamo
ricordare, ancora una volta,
che "Il Ponte" vive unicamente con i contributi finanziari
dei lettori e delle inserzioni pubblicitarie. I costi di
realizzazione e di distribuzione del giornale continuano
a lievitare e quindi chiediamo ancora il vostro contributo
che potrete versare alla Libreria Centrale di Sant'Angelo
o direttamente ai redattori.
Ricorre
il 24 settembre il quinto anniversario della scomparsa di
MASSIMO SAVINI
indimenticabile amico che a
"Il Ponte" ha dedicato entusiasmo
e capacità operativa. Lo ricordiamo con immutato affetto.
Le "quaranquane"
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"Riflessioni" sulle pagine di un libro per fermare
l'attimo che fugge veloce
Si
firma con lo pseudonimo di Piccolo Fiore l'autrice di un piccolo
libro dato alle stampe di recente per i tipi della casa editrice
"I Fiori di campo" di Landriano. Di lei non si conoscono dettagliate
note biografiche; si sa che vive a Sant'Angelo Lodigiano e che ha
scelto, appunto, di far parlare i suoi scritti. Il libretto "Riflessioni"
(48 pagine, 8,50 euro) contiene una serie di liriche più o meno
brevi (le quali sovente sconfinano nella prosa), sviluppate a partire
dal tema dell'amore (per i propri cari, per il prossimo, per Dio).
Corredate da preziose illustrazioni (frammenti della Cappella Sistina
e immagini d'epoca), le poesie di Piccolo Fiore si prestano a essere
lette d'un fiato. E poi rilette e apprezzate per la straordinaria
capacità di cogliere l'attimo, quel soffio che troppo velocemente
fugge e già porta al domani. La casa editrice "I Fiori di campo"
(www.edizionifioridicampo.it) vuole
aiutare concretamente coloro che danno libero sfogo alla passione
per lo scrivere. Divide la propria attività in due sezioni ben distinte,
una dedicata ai bambini, l'altra agli autori emergenti (cioè ai
giovani di tutte le età).
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