C.R.E.A. di Lodi


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IL PONTE
Neverchange
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ANNO 7 - N. 4 (Versione web - anno 4 n.4) NUOVA SERIE SETTEMBRE 2003

Vincitori del concorso per gruppi musicali del Lodigiano

IL GIOVANE SUONO DEI “NEVERCHANGE”

 

Un incontro di fine estate ricorda la competizione d’inizio stagione ed il concorso Musica Giovane dell’Ufficio per la pastorale giovanile della diocesi di Lodi, che ha visto primeggiare tra le emergenti band del Lodigiano il giovane gruppo dei “Neverchange” di Sant’Angelo, autore di pezzi propri dalle influenze non proprio commerciali, e a dire il vero un po’ controtendenza.

Questa è un’intervista coi modesti vincitori e la testimonianza che a vincere è ancora il buon rock, e la musica come cultura dell’impegno. Qualcosa che, fortunatamente, sembra sopravviva ancora dalle nostre parti.


Il gruppo dei "neverchange" con i Santangiolini
Paolo cerri, Roberto Sara e Marco Mascheroni

 

A colloquio con Il Ponte il nucleo santangiolino della band, con Paolo Cerri e Roberto Sara, chitarristi, e Marco Mascheroni, basso. Sono rimasti a casa Loris Lupi di Villanterio e Roberto Dordi di Vidigulfo, rispettivamente voce e batteria.

Avete vinto proponendo canzoni vostre. Una scelta difficile in un periodo in cui fare canzoni di gruppi famosi è una tendenza quasi obbligata per “vincere”. Cosa ha significato questo per voi?

Innanzitutto è stata una soddisfazione enorme, perché avevamo un progetto ed abbiamo vinto con questo progetto…contro tutto e contro tutti. Perché, si sa che la tendenza è la “cover band”, e portare qualcosa di nostra composizione e vincere con quello, penso che sia stata una conquista che ci ha reso felici. Abbiamo lavorato sodo per un anno e mezzo, e il risultato ci ha ampiamente ripagato della fatica.  Presentare un brano di nostra creazione e trovare un riscontro positivo,  è stato quasi un punto di arrivo. 

Il concorso ha proposto in un certo qual modo la musica come “inno alla vita”. Sembra che lo abbiate azzeccato in pieno con le vostre canzoni, o è stato solo un caso?

Diciamo che il concorso è stato un pretesto per cominciare a suonare ed esibirci dal vivo. Non abbiamo preparato niente esclusivamente per il concorso; alcuni brani esistevano prima della formazione del gruppo, altri sono nati dalla collaborazione di tutta la band, con lo spirito di lanciare un messaggio. Perché quando si parla di qualcosa, non si può fare a meno di  parlare della vita, dei problemi, di tutto ciò che ci riguarda. La relazione dei nostri brani con “l’inno alla vita” è stata casuale, forse è dovuta al fatto che abbiamo espresso dei sentimenti che hanno trovato in questo momento l’occasione per venire a galla.

E’ così anche per i gruppi del panorama internazionale a cui vi ispirate – il rock come inno alla vita -? Quali sono?

Veniamo da provenienze musicali diverse… Qualcuno, per quanto riguarda la sezione ritmica,  predilige il tecnicismo, qualcun altro, per quanto riguarda noi e la voce, da quegli aspetti della canzone vicini alla scena grunge di Seattle della seconda metà degli anni Ottanta, dove il suono è meno definito ed è più ricco di contaminazioni. I nostri gruppi di riferimento sono, ad esempio, i Pearl Jam o i Soundgarden, gruppi che credono veramente nella musica ricca di valori che eseguono.

C’è ancora Musica Giovane in questo senso – sempre considerando il rapporto tra musica e spirito giovane    o la musica e l’impegno sembrano essere in contrapposizione come vogliono far credere la TV e i giornali commerciali?

All’interno delle band locali, secondo noi, c’è ancora molto da scoprire, anche a proposito di impegno. Per quanto riguarda la musica, è sempre giovane quella di un certo tipo, quella di  una cultura musicale forse ben diversa da quella che ci propongono la televisione e la radio ... Ma il punto è sempre lo stesso, cosa vende in questo momento? C’è un grande fermento perchè in gran parte dei  locali, ai gruppi musicali viene sempre richiesto di suonare qualcosa che non appartiene a loro, i brani di loro creazione non vengono apprezzati, con la conseguenza di arrivare a non credere più nelle loro stesse capacità …

Cosa dovrebbe fare S. Angelo per garantire un migliore veicolo d’espressione ai giovani che, come voi, vogliono fare musica? Quali i vostri progetti nel concreto panorama musicale locale – non solo in S. Angelo, ma nel Lodigiano - ? 

Per quanto riguarda il nostro paese, crediamo che sia uno degli ultimi punti di riferimento da prendere in considerazione, purtroppo. Vediamo un paese forse un po’ fermo da questo punto di vista, a volte anche al di là dell’interesse musicale. Ci piacerebbe avere uno spazio per provare e suonare, perché di gruppi ce ne sono e potrebbero essercene ancora di più. C’è chi è fortunato e un locale per esercitarsi ce l’ha, noi per una sala prove andiamo a Pavia una volta alla settimana. Perché a Sant’Angelo non si crea una struttura per questo scopo? Sarebbe un’iniziativa con molte potenzialità che  ci piacerebbe portare avanti.

Salutando il gruppo di fuori, mi accorgo che il pomeriggio è ancora afoso. Ma da qualche nuova idea, mi dico, potrebbe nascere un po’ di freschezza.

                                               

                                                                                                                  Matteo Fratti

         

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