Antonio Soini
medico benemerito
Il ricordo del professor
Antonio Soini, santangiolino
d’adozione, è un atto dovuto, in virtù dell’impegno con cui ha interpretato
la sua attività di medico al servizio della comunità, ma anche nella
memoria dell’esperienza resistenziale, che l’ha visto protagonista
attivo, nello sforzo di riconquistare per i suoi concittadini un
valore vitale come quello della libertà.
Antonio Soini
nasce l’8 febbraio 1915 in Trentino, a Cles,
in Val di Non, dove il padre Carlo si trovava per motivi di lavoro
e aveva sposato Adelia Rossi, originaria del luogo. Frequenta prima
il collegio di Ala, poi nella sua cittadina, il ginnasio. Dopo la
maturità classica conseguita a Trento, si iscrive a medicina all’Università
di Torino, dove si laurea a pieni voti. La sua tesi ebbe l’onore
della pubblicazione.
A Pavia, dove le vicende della seconda
guerra mondiale l’avevano portato, consegue la specializzazione
in ostetricia-ginecologia. Successivamente ottiene la libera docenza
in genetica medica, pubblicando apprezzati studi sui problemi dell’ereditarietà
con il professor Padre Angelo Serra.
Di ritorno dalla campagna di Grecia, con
il suo battaglione, giunge di stanza a Pavia e in qualità di ufficiale
medico gli viene dato l’incarico per la cura della salute dei prigionieri
di guerra dislocati nella zona a cavallo tra Pavese e Lodigiano.
Nel 1941 sceglie come base del suo lavoro
l’ospedale Delmati di Sant’Angelo, dove
gli viene assegnata una stanza. Qui, accanto allo svolgimento del
suo incarico, inizia anche ad interessarsi della salute delle mamme
in stato di gravidanza difficile, impossibilitate per le difficoltà
a reperire mezzi di trasporto, a raggiungere gli ospedali attrezzati.
Ed è proprio in questo contesto che una notte, arrivano al Delmati
dei soldati tedeschi in cerca di un ricovero per qualche ora di
sonno. La lingua incomprensibile unita al rumore metallico e sgraziato
dei fucili, mettono in agitazione le sette donne al momento ricoverate,
così che per una di queste arriva il travaglio del parto. Il caso
si aggrava, sopraggiunge un’emorragia che la mette in rischio di
vita. Il professor Soini, il cui sangue
è compatibile con quello della paziente, aiutato da una suora, improvvisa
la prima trasfusione di sangue a Sant’Angelo. E’ così che quella
stanza dell’ospedale Delmati, priva di attrezzature specifiche, segna l’inizio
della storia della fondazione dell’Avis
santangiolina, nonché il futuro reparto di ostetricia e ginecologia
di Sant’Angelo. Nel 1945 l’amministrazione del Delmati
nomina Soini direttore del nuovo reparto
di maternità, che dirige sino alla pensione, per oltre 40 anni,
con competenza, passione e umanità.
Nella sua lunga carriera il professor Soini ha sempre dimostrato il massimo rispetto per la vita
umana, fin dal suo concepimento. E infatti ha continuato per anni,
a titolo gratuito, l’attività presso il consultorio familiare per
donne con difficoltà a portare a termine la gravidanza.
Anche quando vinse un concorso all’ospedale Santa Chiara
di Trento, rinunciò al prestigioso incarico per continuare la sua
opera a Sant’Angelo, stimolato dall’allora parroco e presidente
dell’amministrazione del Delmati, monsignor
Giuseppe Molti, che vedeva in Soini la possibilità della realizzazione di una nuova struttura
ospedaliera per il paese.
Infine, a distanza di 60 anni dall’8 settembre
1943, giorno dell’armistizio, occorre ricordare anche l’apporto
dato dal professor Soini nel periodo della resistenza, quando, con altri santangiolini, e al fianco del cugino Mario Flaim, organizzò l’attività dei partigiani di Sant’Angelo
e della zona.
Lorenzo Rinaldi
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Maria Concordati Aloni
“la preside”
Maria Concordati Aloni è una figura mitica
del mondo della scuola, della cultura e della storia del territorio.
Sarà ricordata come “la preside” per antonomasia per il lungo periodo
vissuto nell’insegnamento, per l’impegno dedicato alla creazione
e allo sviluppo della scuola media nei piccoli centri, dove la possibilità
d’istruzione offerta dallo Stato era solo quella elementare.
Quelli della mia generazione
l’hanno conosciuta a Sant’Angelo Lodigiano,
perché alla “sua” scuola media facevano riferimento i ragazzi usciti
dalla elementari di San Colombano che non si recavano più lontano
o in collegio a proseguire gli studi.
Poiché ella univa alle doti
di insegnante una vocazione materna allargata, volle portare la
scuola agli studenti ed evitare loro i disagi dei trasporti e dei
viaggi.
Quelle intelligenze che sarebbero
state inattive, senza la possibilità di essere sviluppate, furono
così valorizzate a beneficio di tutta la comunità.
Negli anni Sessanta (la scuola
media unica fu istituita nel 1962), chiedendo ed ottenendo la collaborazione
di parroci e di sindaci che misero a disposizione i locali e le
attrezzature, fece sorgere a Graffignana,
a Caselle Lurani, a Senna Lodigiana, nuove unità scolastiche che facevano
capo a Sant’Angelo e che lei dirigeva
e seguiva senza risparmio di tempo e di energia. I ragazzi e gli
insegnanti erano per lei una famiglia ai cui bisogni provvedeva
con sollecitudine materna.
Affabile, generosa, tenace
e sempre sorridente esprimeva la gioia di questo servizio di alto
valore sociale e culturale che prestava con tanta semplicità. La
spontaneità e l’operosità, doti umane attinte dalla cultura rurale
in cui aveva avuto origine, contraddistinsero la sua attività sino
a quando la lucidità mentale e l'efficienza fisica glielo consentirono,
cioè per parecchi lustri oltre l’età della pensione.
Le massime autorità pubbliche,
Presidente della Repubblica e municipalità, hanno riconosciuto l’importanza
del suo servizio con vari attestati di benemerenza.
Il 21 agosto, a novantaquattro
anni, la preside Maria Concordati Aloni ha concluso serenamente
la sua esistenza ed ha ricevuto altri riconoscimenti.
Le generazioni di scolaresche
che sono uscite dalle scuole la ricordano e la ricorderanno sempre
con gratitudine ed affetto.
Clotilde Fino
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