C.R.E.A. di Lodi C.R.E.A. di Lodi
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Pittori Tanzio da Varallo pittore Morazzone
Madonna del Rosario


ANNO 7 - N. 5 (Versione web - anno 4 n.5) NUOVA SERIE NOVEMBRE 2003

Importanti novità sull'arte in Basilica

Don Angelo Sangalli, nel 1968, in un commento sull'arte della nostra Basilica, così si esprimeva:"…il tempio s'impone ai santangiolini stessi che possono essere ben orgogliosi di possedere tanto splendore basilicale da onorare la loro antica fede tramandando ai posteri, perfezionata, quella realtà religiosa che un popolo sa attuare sempre con maggior fedeltà e miglior senso artistico e religioso".
La sua analisi e le sue osservazioni rispecchiano pienamente il valore artistico-culturale che la nostra Basilica racchiude e che non è pienamente apprezzato e conosciuto.
I lavori di manutenzione e restauro intrapresi in questi ultimi anni, hanno richiesto un approfondimento storico sulle origini di parti architettoniche, scultoree o pittoriche e le notizie acquisite, in alcuni casi, sono state una conferma di ipotesi o supposizioni, in altri delle vere e proprie novità, sicuramente piacevoli.

madonna del rosario
Uno dei tre dipinti, collocati sulla volta della cappella
della Madonna del Rosario, recentemente attribuiti
a Tanzio da Varallo, che sarebbvero stati realizzati
tra il 1622 e il 1630


La notizia nuova è quella relativa agli affreschi (strappi) collocati nella volta della cappella della Madonna del Rosario, che finora erano attribuiti a pittori della cerchia del Morazzone (1573-1626), mentre, grazie ad una ricerca pubblicata sul numero 9/2003 della rivista di arte antica e moderna "Nuovi Studi", sono attribuiti a Tanzio da Varallo (1580-1632).
Nel saggio, opera dello storico dell'arte prof. Federico Cavalieri, le opere "…mostrano evidenti punti di contatto con la produzione degli ultimi anni del pittore e con gli affreschi di S. Maria della Pace in Milano …".
Novità e conferme anche per i quadri collocati nel coro; le tre grandi tele con episodi della vita di S. Antonio, secondo la valutazione dello stesso esperto, sono riconducibili all'opera del pittore milanese Donato Mazzolino, mentre per la tela raffigurante la Presentazione al tempio, si conferma l'attribuzione a Simone Peterzano (1540-1596) nella cui bottega operò il Caravaggio.
Per quanto riguarda l'opera più importante e preziosa della nostra Basilica, la tavola dell'arcangelo Raffaele, collocata nella cappella del Santissimo, è stato compiuto un sopralluogo nel mese di luglio scorso da parte della responsabile dei Beni Artistici dott.ssa Cristina Quattrini, che ha rilevato un grave e generale deterioramento del dipinto.
Dal verbale di sopralluogo si apprende che:"…il quadro databile approssimativamente fra il quarto e il quinto decennio del Cinquecento, è opera di un pittore che risente del leonardismo più tardo (Cesare Magni) e al tempo stesso dell'influenza di Gaudenzio Ferrari (1475-1546) e della sua scuola".
Il dipinto realizzato su tre tavole lignee accostate, presenta diffuse sconnessioni con profonde crepe ad andamento verticale che interessano il supporto pittorico e il colore che in alcuni punti risulta mancante o sollevato.
Preso atto di questa grave situazione, al fine di evitare ulteriori cadute della pellicola pittorica, la stessa soprintendenza ha incaricato la restauratrice dott.ssa Paola Borghese di effettuare un intervento di velinatura, consistente nell'applicazione temporanea, sulle parti degradate, di striscioline di carta giapponese imbevute di colla.
Durante le fasi di pulitura, la responsabile dell'operazione ha potuto approfondire le caratteristiche del dipinto attribuendolo, quasi certamente, a Bernardino Lanino (1512-1582) allievo di Gaudenzio Ferrari, basandosi su interventi che recentemente ha operato su pitture dello stesso autore.
La comunicazione della soprintendenza "raccomanda" l'urgenza del restauro conservativo, con una previsione di spesa che si aggira sui 15.000 euro. La parrocchia in questo momento ha altre priorità da soddisfare e quindi lasciamo ai lettori le considerazioni del caso.

Beppe Roberti