Presentato il libro curato da Angelo Montenegro
Per conoscere la nostra storia
C'era tanta gente alla sala conferenze della Banca Popolare
di Lodi, la sera di venerdì 5 dicembre, per la presentazione
del libro Sant'Angelo Lodigiano ed il suo Mandamento nella Storia
e nell'Arte di Giovanni Pedrazzini Sobacchi, curato da Angelo Montenegro.
Basterebbe questo, per capire quanto quest'opera fosse attesa dai
santangiolini, che per la prima volta dispongono di un riferimento
completo sulla storia del loro paese.
Da sinistra: Bibiana Meyer, moglie di Angelo Montenegro;
l'ing. Angelo Pozzi e il prof. Luigi Samarati
Giovanni Pedrazzini Sobacchi fu il primo storico ad occuparsi con
rigore scientifico, dalla fine del diciannovesimo e fino agli anni
'30 del ventesimo secolo, della storia di Sant'Angelo.
Santangiolino d'adozione, Pedrazzini Sobacchi pubblicò i suoi
studi, a puntate, sulla rivista "Archivio Storico per la Città
e i Comuni del Circondario e della Diocesi di Lodi". Ora i suoi
scritti, raccolti a cura del professor Angelo Montenegro, sono presentati
in opera unica e costituiscono un importante lavoro di ricostruzione
del nostro passato. Il volume è integrato da un'ampia e documentata
biografia di Pedrazzini Sobacchi, redatta dallo stesso curatore.
La serata di presentazione è stata introdotta da Angelo Pozzi,
presidente dell'associazione culturale Società della Porta,
editrice del libro e del nostro periodico.
Ospite d'eccellenza è stato il professor Luigi Samarati, segretario
della Società Storica Lodigiana e direttore della rivista "Archivio
Storico Lodigiano. Samarati, che si è occupato della prefazione
al libro, nel corso del suo intervento ha detto che Angelo Montenegro
ha saputo essere "mediatore tra la grande storia nazionale e
la storia locale". Ha inoltre ricordato il valore di uno studioso
che troppo presto è mancato alla sua comunità e che
si è sempre distinto nella ricerca scientifica, anche in campo
internazionale. "Il saggio sulla vita dell'autore redatto da
Montenegro", ha continuato Samarati, "costituisce un'introduzione
all'opera interessante quanto l'opera
stessa, perché offre un quadro storico ben delineato sulla
vita a Sant'Angelo tra la seconda metà dell'Ottocento e i primi
decenni del secolo scorso".
Il pubblico che
ha partecipato alla serata
Bibiana Meyer, moglie del professor Montenegro, ha donato il suo ricordo
commosso ai presenti, in luogo di tutti i santangiolini che hanno
accolto la sua famiglia e le sono stati sempre vicini.
Una nota di merito da parte di tutti è andata all'Amministrazione
comunale e ai suoi rappresentanti in sala, il sindaco Giuseppe Carlin
e l'assessore alla cultura e pubblica istruzione Aldo Cafiso, per
aver prontamente intuito l'importanza dell'iniziativa della Società
della Porta e aver risposto con un indispensabile contributo.
Gli interventi della serata sono stati inframmezzati da alcune letture,
tratte dal libro, proposte dagli amici redattori de Il Ponte: il passaggio
in paese di Garibaldi, i ricordi di Pedrazzini Sobacchi sulla vita
di Raimondo Pandini, le scaramucce che avevano per protagonisti i
fratelli Barasa nella Sant'Angelo del Seicento e il brano dedicato
al dialetto santangiolino, ai "barasini autentici", in particolare
ai "Tupén" della Costa.
"Angelo Montenegro, che non era nato a Sant'Angelo, ha amato
questo paese in maniera viscerale", ha commentato l'assessore
Cafiso.
Come ha ricordato anche Angelo Pozzi, l'attività della Società
della Porta è volta a lasciare un segno per il futuro del nostro
paese; si rivolge a coloro che sono santangiolini da tante generazioni,
alle famiglie storiche, e a quelli che a Sant'Angelo sono arrivati
da realtà differenti ma che comunque vogliono sentirsi appartenenti
a questa comunità che ha tanto da offrire e per la quale tanto
si può fare.
Cesare Pavese scriveva: "Un paese vuol dire non essere soli,
sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c'è qualcosa
di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".
Amare Sant'Angelo comporta lo sforzo di conoscerla e adoperarsi per
renderla sempre migliore. Il libro di Pedrazzini Sobacchi, curato
da Angelo Montenegro, si presenta come uno strumento di conoscenza
prezioso per alimentare un sincero senso di appartenenza che può
nascere in tutti i santangiolini, vecchi e nuovi, per creare un futuro
di Sant'Angelo che sia all'altezza del suo passato unico ed irripetibile.
Giuseppe Sommariva