Testimonianza inedita sull’eroe santangiolino
Come morì Riccardo Morzenti
Quando l’articolo su Riccardo Morzenti, inserito
ne “Il Ponte” di novembre 2003, era pronto per la stampa,
il sig. Domenico Cordoni, presidente dell’Associazione Combattenti
e Reduci, ha rinvenuto un interessante opuscolo dedicato all’eroe
santangiolino, pubblicato nel 1928 in occasione dell’inaugurazione
della bandiera della sezione barasina.
Il libretto riporta resoconti tratti da giornali dell’epoca,
alcune lettere indirizzate alla famiglia e, di particolare importanza
ai fini storici, la testimonianza del soldato Giovanni Richetta che
fu suo attendente.
Riccardo Morzenti non morì immediatamente, ma fu ferito alla
testa in modo grave alle ore 12 del 17 maggio 1917. L’attendente
gli fasciò la ferita portandolo al riparo di una trincea e
con l’aiuto di due soldati fu posato sulle spalle per consentire
di raggiungere il posto di pronto soccorso che si trovava a duecento
metri.
Durante il breve tragitto, sotto il fuoco della mitraglieria, una
pallottola lo colpì di nuovo alla testa, questa volta mortalmente.
L’attendente gli rimase vicino fino a sera e, con il favore
del buio, lo portò alle pendici del monte Kuk (Vodice) dove
fu lasciato coperto da foglie e rami di alberi.
In un altro brano contenuto nell’opuscolo si apprende che i
genitori di Riccardo, al termine del conflitto allo scopo di rintracciare
i resti mortali, si recarono nei luoghi dove fu abbandonato, ma del
suo corpo non fu trovata traccia.
Antonio Saletta