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IL PONTE
famiglie storiche della lombardia
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famiglie storiche della lombardia sant'angelo lodigiano
ANNO 5- N.5 (Versione web - anno 2 n.5) NUOVA SERIE NOVEMBRE 2001

Famiglie storiche di Sant’Angelo

I Manzoni

(seconda parte)

 

famiglie storiche della lombardia

 

La seconda generazione: Giuseppe Manzoni (1862-1940)

Nel 1908 si spegneva Carlo Manzoni, fondatore dell’azienda e anziano padre di Giuseppe, che rimaneva così solo nella conduzione dell’impresa familiare. Questa nei decenni seguenti conobbe un intenso sviluppo che conobbe una forte accelerazione negli anni della prima guerra mondiale. Anche la Manzoni, come la gran parte delle industrie italiane beneficiò molto delle ingenti commesse provenienti dallo stato per sostenere lo sforzo bellico, accumulando forti profitti che furono poi reinvestiti in parte per l’acquisto di terreni e in parte per differenziare le attività produttive. Fu infatti eretta una fornace per la produzione di laterizi che nel 1927 era ufficialmente ubicata in Piazza Vittorio Emanuele, ma trasferita successivamente nella cascina S. Pietro dove aveva sede legale ancora nel 1937 (ma nella memoria popolare le due località erano identificate rispettivamente con la Cascina Nuova e con Belfuggito).

Giuseppe Manzoni svolse anche un’intensa attività amministrativa come Consigliere comunale e Assessore, nonché membro della Congregazione di Carità, e amministratore per molti anni dell’Ospedale Delmati

In seno al Consiglio comunale svolse un ruolo fondamentale in alcuni momenti chiave della vita amministrativa del paese nel primo quindicennio del secolo, dimostrando un notevole carisma e capeggiando quella pattuglia di cattolici conservatori che si opposero a quei sindaci liberali di orientamento laico come Tommaso Colombo e Silvestro Tonolli.

Con Tommaso Colombo, industriale milanese e sindaco di Sant’Angelo ai primi del secolo, condivise in parte quella cultura "industrialista" che quell’amministrazione cercò di promuovere in paese, attirando investimenti in paese dall’esterno e dando impulso all’istruzione. Questa amministrazione fu frutto di un compromesso fra cattolici e liberali che la sostennero per alcuni anni. Ma non condivise e anzi contrastò la mentalità laica che contraddistingueva i liberali.

Si scontrò infatti con questi sull’insegnamento della religione nella scuola che Manzoni voleva fosse impartita da un sacerdote, a spese del Comune, mentre i liberali, in conformità anche alle nuove leggi sulla scuola, volevano affidare laicamente ad un maestro. Su questo punto Manzoni, nel 1899, riuscì a formare una maggioranza e a spuntarla, sia pure provvisoriamente, fino a quando cioè fu fatta d’imperio valere la legge dello Stato. Nel 1906 si oppose fortemente all’introduzione delle scuole "miste", consentite dalla legge e introdotte anche a Sant’Angelo, trovando immorale l’idea che maschi e femmine potessero convivere nelle stesse aule.

Il suo forte senso della tradizione lo portò anche ad opporsi alle proposte di cambiamento dei nomi delle vie del paese quando i nomi di Garibaldi, Mazzini e Vittorio Emanuele andarono a sostituire progressivamente i nomi di alcuni santi di antica devozione popolare. Ma il suo tradizionalismo si espresse anche in positivo: nel 1908, ad esempio, propose ed ottenne che venisse adeguatamente valorizzata la tradizionale sagra del rione S.Rocco, con l’istituzione di una fiera annuale, da tenersi in agosto, in coincidenza con la festa del santo. Fu tra i maggiori benefattori dell’asilo Vigorelli e l’aiutò a sollevarsi da una crisi finanziaria che, nel 1918, l’aveva costretto alla chiusura, ricoprendovi a lungo cariche direttive e gestionali. Fu inoltre fra i maggiori sostenitori della scuola di Arti e Mestieri, voluta dal sindaco Tommaso Colombo, nella quale si formarono molti degli operai qualificati che lavoravano presso le Officine Manzoni e presso la fonderia

I primi quindici anni del secolo furono caratterizzati da furiose lotte politiche che non si combattevano fra partiti, quali oggi li conosciamo. I partiti di massa si sarebbero affermati solo dopo la prima guerra mondiale. Erano soprattutto battaglie di fazioni legate a diverse famiglie del notabilato locale, anche se si presentavano dietro le sigle di liste cattoliche o liste democratiche. In queste battaglie Giuseppe Manzoni ebbe un ruolo di primo piano: memorabili furono gli attacchi e gli scambi di accuse, anche personali, con il sindaco Colombo sulle pagine del "Cittadino": Ma dovette subire nel 1908, l’onta di vedersi processato e condannato in prima istanza, insieme ad altri componenti del suo gruppo, per corruzione elettorale, salvo poi essere scagionato ed assolto in appello. In quell’infuocato periodo Sant’Angelo conobbe la prima grande crisi amministrativa che vide il Comune, nel 1910, retto per alcuni mesi da un Commissario prefettizio che indisse nuove elezioni amministrative.

La maggioranza liberale che ne uscì vincitrice elesse sindaco Silvestro Tonolli, con il quale Manzoni ebbe rapporti piuttosto burrascosi. Questa maggioranza comunque resse e fu riconfermata nelle elezioni del 1914, quando Tonolli ritornò a ricoprire la carica di Sindaco.

 

La terza generazione: Angelo e Valerio Manzoni

La prima guerra mondiale fu un evento che segnò profondamente l’Italia e rappresentò in tutti i campi un vero spartiacque, fu l’evento traumatico che segnò il vero inizio del ‘900. Dopo la guerra tutto cambiò: economia, politica, cultura, mentalità. Il dopoguerra segnò davvero l’inizio della moderna società di massa con nuovi partiti che cercavano radicamento in tutto il territorio nazionale e che segnarono ben presto la fine delle vecchie strutture e dei vecchi modi di fare politica. Nel 1919 , nel medesimo anno, a Milano Benito Mussolini fondava i Fasci i combattimento, divenuto negli anni successivi Partito Nazionale Fascista, mentre don Sturzo poneva le basi del Partito Popolare per organizzare e dare voce politica alle masse cattoliche. Nel 1921, da una scissione del vecchi partito socialista sarebbe stato fondato Il Partito Comunita d’Italia di Gramsci e Bordiga.

Subito dopo la sua fondazione nazionale, nel 1919, anche nel Lodigiano, terra di radicate tradizioni cattoliche, il Partito Popolare trovò subito vaste adesioni che si consolidarono negli anni successivi grazie a un gruppo di giovani attivisti che vi si dedicarono con passione: prima di tutti il lodigiano Remo Vigorelli. Collaborarono con lui molti altri giovani, già attivi nelle file del movimento cattolico, e tra questi, con funzioni dirigenti di prima piano, Angelo Manzoni (1891-1969), figlio di Giuseppe, di due anni più giovane della sorella primogenita Agnese, ma maggiore del fratello Valerio e dell’ultima arrivata Maria.

Tutti e quattro i figli ricevettero un’educazione di stretta osservanza cattolica secondo le tradizioni familiari e i figli maschi, crescendo, affiancarono il padre nella conduzione delle aziende familiari, apprendendo molto dalla grande esperienza del padre e furono gradualmente di più diretta responsabilità gestionale. Come era tradizione a quei tempi in tutte le famiglie borghesi,i compiti di conduzione aziendale erano riservati ai figli maschi, mentre le figlie femmine erano destinate a formarsi una famiglia svolgendo l’unico ruolo ad esse consentito: quello di mogli fedeli e brave madri di famiglia.

 

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Agnese sposò Remo Vigorelli, fondatore del Partito Popolare, e direttore della Rinascente di Milano, che aveva stretto una forte amicizia con Angelo Manzoni, suo sodale nella lotta politica e nell’impegno nel movimento cattolico. Remo era diventato col tempo assiduo frequentatore di casa Manzoni dove conobbe e frequentò Agnese che poi divenne sua moglie.

Angelo, dopo essersi diplomato presso l’Istituto Feltrinelli di Milano, si sposò giovanissimo con Pia Surdi, da cui ebbe due figli: Giancarlo Maria (1921-1985) e Costanza (1925-1990). Valerio, invece, prese moglie un po’ più tardi, sposando Maria Boselli, dalla quale ebbe due figli: Paolo (1930-1987) e Ester che morì ancora bambina a causa di una grave malattia.

Entrambi i fratelli si impegnarono molto nella conduzione delle aziende familiari che, nel periodo fra le due guerre, conobbero un’ ulteriore espansione delle loro attività e, man mano che il padre invecchiava, crebbe il loro ruolo nella conduzione egli affari. Negli anni ’20 troviamo quasi una divisione delle funzioni fra i due fratelli: Valerio si occupava sempre più della produzione di macchine agricole, mentre Angelo affiancò più strettamente suo padre nella gestione della fonderia e dell’annessa officina che si specializzerà poi nella produzione di valvole di diverso tipo (per acquedotti, per navi, ecc.).

 

 

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L’officina F.lli Manzoni per la produzione di attrezzi agricoli si fuse con l’analoga fabbrica condotta da Domenico Savarè, dando vita, nel 1921, alla SAMADOVAL (dalle lettere iniziali di Savarè- Manzoni -Domenico e Valerio), tuttora attiva.

Valerio pur appoggiando e affiancando suo fratello nell’attività politica e nel movimento cattolico, non ricoprì cariche pubbliche di particolare rilievo. Angelo, invece - molto simile in questo al padre - fu posseduto da una più spiccata passione politica, cui dedicò più tempo e impegno di suo fratello.

Nel 1919, ultimo anno dell’amministrazione del sindaco Silvestro Tonolli, ottenuta da liberali e cattolici, l’unico tesserato al Partito Popolare presente in Consiglio comunale era Giuseppe Manzoni. Nelle elezioni politiche del 1919 il Partito Popolare ottenne a Sant’Angelo la maggioranza dei voti. Un evento, questo, che il sindaco Tonolli interpretò come un atto di sfiducia nell’amministrazione liberale da lui guidata e che lo portò a dare le dimissioni. Le elezioni amministrative che si svolsero nel 1920, videro a Sant’Angelo una schiacciante vittoria della lista popolare capeggiata dal ventinovenne Angelo Manzoni, dopo un’asprissima battaglia elettorale fra popolari e socialisti che avanzavano in tutto il territorio. Lo scarto di voti tra socialisti e popolari fu minimo, ma fu sufficiente a decretare la vittoria dei cattolici. Angelo Manzoni fu eletto Sindaco con quindici voti favorevoli su venti. Si trattò di una vittoria particolarmente importante in tutto il Lodigiano, perché nelle elezioni amministrative di quell’anno la maggior parte dei comuni lodigiani fu conquistata dai Socialisti. Così, anche dopo la guerra, Sant’Angelo si confermava la roccaforte lodigiana del cattolicesimo politico. Ciò contribuì ad accrescere l’autorità politica di Angelo Manzoni all’interno del partito popolare lodigiano: non a caso venne nominato poco dopo Presidente della lega dei comuni amministrati dai popolari in tutto il territorio.

I socialisti, da parte loro, si erano visti sfuggire di mano la vittoria per un pugno di voti, ottenendo comunque un risultato elettorale storico, che non si ripeterà che non si ripeterà mai più nella storia successiva del paese.I n un consiglio comunale, composto da da venti consiglieri, entrarono per la prima volta bem cinque consiglieri socialisti, fra i quali ci piace ricordare un personaggio molto popolare a Sant’Angelo, il burattinaio Rinaldo Eusobio, conosciuto come "el Magatlè".

Angelo Montenegro

 

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