CIAO
ANTONIO

Antonio Saletta ci ha lasciati martedì 5 ottobre. Era ricoverato in ospedale a Lodi da alcuni giorni. “Il Ponte” perde una delle sue colonne. La vita va avanti, il giornale prosegue, ma oggi siamo tutti un po’ più soli, la comunità di Sant’Angelo è un po’ più povera. Ed è assolutamente vero che capiamo a fondo l’importanza delle persone solo quando non le abbiamo più al nostro fianco.
Nonostante la differenza di età - Antonio aveva 86 anni, io 40 - lascio un amico. Vero e sincero. Un’amicizia fortemente voluta proprio da Antonio, che da subito, nel 2001, dopo la morte di Angelo Montenegro (un’altra colonna de “Il Ponte”), mi è stato a fianco, spronandomi, incoraggiandomi, insegnandomi tantissimo. Non lesinava le critiche e credo che questo sia uno degli aspetti che più mi hanno fatto crescere.
Di Antonio ho sempre apprezzato la curiosità e la vivacità intellettuale, tanto che quasi non mi ero accorto che gli anni passavano. Gli acciacchi fisici erano la spia del trascorrere del tempo, ma bastavano una conversazione, una telefonata, una e-mail per ritrovare una persona “viva”, attenta a quanto accadeva a Sant’Angelo e nel mondo, con un acuto spirito critico. Altri racconteranno su questo numero l’eredità che lascia a livello culturale, civile, religioso e li ringraziamo di cuore perché tutti hanno accettato di buon grado.
Io mi limito a salutare un amico. E credo, facendo questo, di interpretare lo stesso sentimento degli altri redattori de “Il Ponte”. Credo fosse quello che Antonio avrebbe voluto. In chiesa, nel momento del saluto, gli abbiamo ricordato che un posto alle prossime riunioni di redazione lo avrebbe sempre avuto. Glielo confermiamo oggi. Perché gli amici, in fondo, non ci lasciano mai.
Lorenzo Rinaldi.

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