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Anno 9- N. 6 Dicembre 2005


Editoriale

Buon Natale, Sant'Angelo!

Scrivevamo, sette anni fa, nella stessa occasione, che anche il paese sembrava aspettare qualche regalo. Non ci pare che l’augurio di allora abbia trovato riscontro nella realtà. Siamo diventati “città”, ma forse la sostanza è rimasta quella che era ed un vero salto di qualità non sembra essersi verificato.
Pessimismo? Incapacità nostra di vedere quanto di meglio è stato ottenuto in questi ultimi sette anni?
Temiamo di no. Temiano, anzi, che se si volesse o si potesse andare a fondo su alcuni importanti aspetti che caratterizzano le condizioni del nostro territorio e della nostra piccola comunità, potremmo imbatterci in alcune realtà poco gradevoli.
E’ di un mese fa la presentazione della prima bozza del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente per il territorio di dieci Comuni del Lodigiano, fra i quali è compresa la nostra Sant’Angelo. La replica di questa presentazione si è tenuta sabato 3 dicembre presso la Scuola Media Cabrini, con una scarsa partecipazione di pubblico. Eppure i contenuti di questo rapporto sono, a dir poco, allarmanti sotto molti punti di vista. La qualità dell’aria che respiriamo è pessima, paragonabile a quella di Milano. E, fra i dieci Comuni su cui è stata condotta la ricerca, Sant’Angelo è quello che sta peggio.
Inutile parlare delle acque: lo stato dei due Lambri è sempre disastroso! Dunque non c’è da star molto allegri per Ambiente e Territorio.
Quanto al tessuto urbano, il fermento delle nuove costruzioni edilizie sembra ancora vivace. Ma le opere per il recupero del patrimonio di proprietà pubblica vanno a rilento e, soprattutto, si assiste ad interventi isolati, avulsi da un contesto generale e non riconducibili ad un quadro coerente di autentica riqualificazione di una città che voglia effettivamente dimostrarsi tale. Se mai qualche im-portante progetto sia in corso di redazione o qualche rilevante intervento di ristrutturazione urbanistica del Centro Storico sia prossimo a tradursi in opere, questo non è ben chiaro, date le scarse informazioni che trapelano dal Comune.
Ci sono invece, e ne diamo notizia in altra parte de “Il Ponte”, alcuni evidenti segnali di nervosismo, da parte di chi siede in Consiglio comunale, nei confronti della maggioranza che amministra la città.
E’ innegabile che troppo poco è dato sapere su scelte che saranno molto importanti per Sant’Angelo. Troppo raramente, anzi mai si è data soddisfazione a richieste di coinvolgimento dei cittadini, che potrebbero fornire un valido contributo, sicuramente disinteressato, a coloro che reggono le sorti della nostra comunità.
La lontananza del Palazzo dalle Case sembra diventata di giorno in giorno sempre più grande. I cittadini, forse, non lo danno a vedere, forse i più non si lamentano e quei pochi che parlano (o scrivono), rischiano, come minimo, di essere giudicati dei rompiscatole, tutti tesi a turbare la quiete cittadina.
Ma questa non è quiete, questa non è tranquillità. Questa è una narcosi dalla quale occorre risvegliarsi e risvegliarsi al più presto.
Per pretendere, da cittadini quali siamo e non solo quali ci vogliono far sembrare, di esercitare il diritto di partecipare incisivamente e propositivamente alle scelte che ci riguardano. Il Centro Storico è di Sant’Angelo, dei santangiolini. Non è un “affaire” riservato agli amministratori, per bravi e capaci che essi siano.
C’è poi un’altra questione che ci sta a cuore: sono i ragazzi, i giovani. Non vuole, il nostro, essere un ritornello vuoto e monotono. La sensazione che avvertiamo è che i giovani siano come immersi in una deriva, che li trascina lontano da quelli che sono gli ambiti ed i percorsi adatti a farli crescere come uomini, ai quali spetterà domani la responsabilità di scelte importanti e la capacità di generare progresso e civiltà.
Questa deriva ci pare dipenda dalla lenta disabitudine, instillata in anni di pseudo-informazione, a riflettere, a pensare, a voler approfondire per meglio comprendere e decidere con maggior consapevolezza.
Senza un bagaglio di esperienze meditate, è ben difficile che si possano operare scelte efficaci, positive e lungimiranti, frutto di un progetto preciso.
E allora che fare per questi giovani, per i nostri giovani, con i quali è diventato così difficile comunicare?
Senza voler ricercare colpe, ci sembra comunque di poter legittimamente sostenere che, dovunque stia la mancanza, non si può rimanere con le mani in mano.
Chi ha potere per agire, agisca! Cominciando magari a creare punti di incontro, di aggregazione, di scambio di opinioni, di approfondimento di temi ed argomenti legati alla vita di ogni giorno, al divertimento, al lavoro, a tutto quel che si vuole.
Purché i giovani non perdano del tutto l’abitudine a confrontarsi con la realtà e ad individuare in essa quei valori senza i quali non sarà facile assicurare alla nostra società un avvenire sereno ed un equo benessere. Questa volta sotto l’albero natalizio non ci aspettiamo regali.
Vogliamo piuttosto deporvi alcune speranze: per un ambiente più sano, per una partecipazione più in-tensa alle vicende cittadine in un clima di trasparenza e di confronto, per un aiuto ai giovani ad intraprendere un cammino di vita da uomini degni di questo nome.
Con l’impegno, da parte de “Il Ponte”, a mantenere viva anche nel 2006, l’attenzione di tutti, su problemi che interessano tutti, la cui soluzione sarà un vantaggio per tutti.


La demolizione dell’edificio posto all’interno del vecchio palazzo comunale che ospitava l’ufficio tecnico. Al suo posto sorgerà una palazzina che diventerà sede di associazioni di categoria e di servizi al pubblico.

"Childrens's day" a Sant'Angelo
per le emergenze dimenticate

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Redazione: Giancarlo Belloni - Gabriella Bracchi - Matteo Fratti
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Registrazione Tribunale di Lodi n. 271 del 22-1-1997