Anno 17 - N. 4 Settembre 2013 |
Editoriale
I beni pubblici e la carenza
di manutenzione
Ha suscitato malcontento e proteste l’annuncio della chiusura delle vasche esterne della piscina comunale, arrivato lo scorso giugno. In oltre quarant’anni di attività nulla di simile era mai successo all’impianto natatorio di viale Europa, di proprietà del Comune di Sant’Angelo. La decisione è stata adottata a seguito dello stato di grave ammaloramento di alcune tubazioni esterne: in pochi giorni sarebbe stato impossibile “tappare le falle” con una soluzione tampone e così si è scelta la via più drastica. Non ci sono, al momento in cui scriviamo, date precise sulla tempistica dell’intervento di manutenzione, che si preannuncia piuttosto costoso (novità sono attese in queste settimane). Quanto avvenuto alla piscina impone alcune riflessioni. Prima considerazione: la speranza è che, vincoli di bilancio permettendo, il Comune avvii al più presto i lavori di sistemazione della struttura, in modo che le vasche esterne possano essere regolarmente aperte la prossima estate. Seconda considerazione: le condizioni di ammaloramento delle tubazioni della piscina comunale non rappresentano una novità, non arrivano come una “doccia fredda”, ma sono semplicemente la naturale conseguenza del trascorrere del tempo, visto che l’impianto natatorio risale agli anni Settanta. Come è potuto accadere che nessuno in Comune, negli scorsi anni, abbia verificato lo stato delle condutture? Quanto agli ipotetici problemi economici, le risorse sono state trovate per altri interventi, leggasi la grande panchina di piazza duca degli Abruzzi e l’imponente rotatoria dell’incrocio dei vigili del fuoco.
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Se il caso della piscina ha toccato da vicino molti santangiolini, l’estate ha portato con sé un altro esempio di mancata cura dei beni pubblici. Ci riferiamo ai locali situati sotto l’asilo nido, tra via Bolognini e via Forlani (l’ex via Mulino). Pochi mesi fa l’Associazione nazionale partigiani d’Italia, che aveva la propria sede nel seminterrato, ha scritto una dura lettera al Comune, dichiarando di fatto inagibili i locali che le erano stato assegnati e restituendo le chiavi. L’Associazione partigiani in futuro si farà ospitare da una struttura privata.
Le condizioni in cui si trova il seminterrato in questione sono a dir poco disastrose e lo attestano le fotografie che pubblichiamo in questo articolo e che risalgono allo scorso agosto. Muri scrostati, locali fatiscenti, porte logorate dal tempo, mucchi di scarti edili, vetri rotti o mancanti, aperture che permettono l’ingresso di gatti randagi e altri animali. Nulla di decoroso e salubre, né per l’Associazione partigiani, né per le altre associazioni che un tempo vi trovavano ospitalità (vedi i partigiani cristiani e i podisti). Una situazione al limite della decenza, nella quale resiste solo l’Associazione Combattenti e Reduci, grazie al lavoro dei volontari che si danno da fare per rendere dignitosi i locali loro assegnati. Ma i problemi, in questa struttura, sono enormi.
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Per alcuni locali fatiscenti (quelli appena descritti), ve ne sono altri nuovi di zecca ma inutilizzati e quindi destinati a un rapido deterioramento. Si tratta, in primo luogo, degli spazi ricavati al quartiere Pilota al piano terra della nuova palazzina costruita nell’ambito del “Contratto di quartiere”. Questi locali sono a disposizione del Comune, che potrebbe sfruttarli come meglio crede, purché per attività con finalità sociali. Da quando sono stati realizzati, sono sempre rimasti vuoti e le loro potenzialità non sono mai state valorizzate. Ci chiediamo il perché di tutto questo, o meglio, lo chiediamo agli amministratori comunali.
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Infine, è purtroppo sotto gli occhi di tutti, da troppi anni, la situazione “kafkiana” di cascina Ortaglia. L’edificio è stato restaurato con i soldi del Comune e della Regione Lombardia, che insieme avevano messo a disposizione circa un milione di euro. Una volta completati i lavori, cascina Ortaglia non è mai stata utilizzata. In altre parole, è sempre rimasta chiusa ed è oggi destinata a diventare simbolo di cattiva amministrazione. Non solo, sul suo utilizzo si sono succedute, negli scorsi anni, vivaci polemiche tra i vecchi e i nuovi amministratori comunali: i primi avevano avviato l’intervento di recupero, i secondi hanno ereditato la struttura.
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I casi qui descritti e rigorosamente documentati sollevano il problema dell’adeguato sfruttamento e della puntuale manutenzione degli edifici pubblici presenti nella nostra città. Se le scelte amministrative e le condizioni economiche impediscono di avviare nuovi investimenti (altrove, nel Lodigiano, i cantieri per scuole, musei, strutture sportive e strade però avanzano) almeno si cerchi di mantenere quanto abbiamo ereditato e di farlo fruttare nell’interesse della comunità intera. Comunità che, è bene ricordarlo, è in ultima istanza la vera proprietaria dei beni del Comune.
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Dal 1996 al servizio dei santangiolini
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Due campanelli d’allarme per il Delmati,
in attesa di risposte dagli amministratori pubblici
Ospedale: così non va!
Il primo intervento ancora a mezzo servizio,
problemi anche per gli interventi in day surgery
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Nel corso dell’estate i quotidiani locali hanno dedicato numerosi articoli all’ospedale Delmati di Sant’Angelo. Non sempre sono arrivate buone notizie e questo ci spinge a sollevare nuovamente l’attenzione sul nostro nosocomio. Sono due, in particolare, i campanelli d’allarme che a nostro avviso non vanno sottovalutati. Il primo riguarda l’ormai nota questione del punto di primo intervento (una sorta di pronto soccorso depotenziato). La riassumiamo brevemente: all’inizio dell’estate 2012 l’Azienda ospedaliera aveva ridotto gli orari di apertura del servizio (dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16, in tutti gli altri orari e il sabato e la domenica il primo intervento era chiuso); di fronte alle proteste il direttore generale dell’Azienda ospedaliera aveva affermato che si trattava di un provvedimento temporaneo, finalizzato a garantire le ferie estive al personale. Ebbene, a distanza di un anno il provvedimento temporaneo è diventato permanente, perché a tutt’oggi il punto di primo intervento funziona solo dal . ............SEGUE
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Meno soldi per la scuola. Questo è il dato più evidente del piano di diritto allo studio che il consiglio comunale ha approvato lo scorso luglio.
Per l’anno scolastico 2013/2014 sono stati stanziati circa 883.000 euro, quasi 150.000 euro in meno rispetto all’anno precedente.
Vengono invece aumentati i contributi richiesti alle famiglie per il servizio di pre scuola e per la mensa scolastica.
Penalizzazioni anche sul fronte degli assegni di merito che quest’anno non sono previsti e nell’ambito dei progetti scolastici il cui finanziamento viene sensibilmente ridotto.
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UN NUOVO LIBRO SU SANT'ANGELO
Lo abbiamo annunciato negli scorsi mesi e ora possiamo finalmente affermare che siamo in dirittura d’arrivo. Tra poche settimane verrà mandata alle stampe la seconda monografia de “Il Ponte”, dal titolo “Sant’Angelo Lodigiano. La storia, le storie”. Si tratta di un ricco volume, corredato da numerose fotografie storiche, che verrà presentato ufficialmente venerdì 22 novembre alle 21 alla sala convegni della Banca Popolare di Lodi (via Mazzini). A tal riguardo offriremo ai lettori adeguate informazioni, sia sulla serata di presentazione (che sarà pubblica), sia sulle modalità per l’acquisto dell’opera. Iniziamo col dire che il libro rappresenta un regalo di Natale imperdibile per quanti hanno a cuore Sant’Angelo e la sua storia.
La monografia raccoglie 17 articoli che hanno trovato spazio sulle pagine de “Il Ponte” dal 1996 agli anni più recenti. Si tratta di un’opera composita e realizzata a più mani, che offrirà uno spaccato sociale ed economico della vecchia Sant’Angelo. I lettori potranno ad esempio leggere della grande alluvione del 1905, quando la furia del Lambro in piena distrusse l’impianto
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idroelettrico di via Mulino. Oppure potranno conoscere le “calamità” del Seicento, quando fecero la propria apparizione a Sant’Angelo peste, guerra e carestie. La monografia è però ricca anche di “storie”, cioè delle esperienze umane e professionali di singoli cittadini. Ne citiamo due, con il solo scopo di incuriosire i lettori: l’avventura di Carlo Cabrini, santangiolino che ha visto cambiare la propria vita, passando da operaio ad affermato attore cinematografico e l’epopea di Gaetano Semenza, imprenditore, patriota e parlamentare, fondatore del giornale finanziario e politico “Il Sole”, progenitore dell’attuale quotidiano “Il Sole 24 Ore”.
L. R. |
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