Anno 24 - N.5 e 6 Nov-Dic 2020 |
Viva gli alberi
Abitavo davanti agli alberi di via Diaz. Che non erano granché, a dire la verità. E i loro settant’anni li dimostravano tutti. Ce n’erano di grandi e di esili, di deboli e di rigogliosi. Più d’uno pativa qualche malattia, segnalata dalle foglie che a ogni estate, dopo aver annunciato la rinascita, si facevano invece di un brutto colore e si accartocciavano, secche come il loro ramo. Era un dispiacere vederle così e speravo subito in un bel temporale. Chissà, forse era solo sete. E un po’ d’acqua, pensavo, avrebbe rimesso le cose a posto. Macché. Anche quando pioveva quegli aceri pativano. E basta. Colpa dell’incuria? O del tempo che passa regalando a chiunque, dunque anche a loro, qualche piccola o grande magagna?
Non erano granché belli quei venti vecchi alberi di via Diaz eppure non ho mai pensato, nemmeno per un momento, che la soluzione sarebbe venuta dalla ruspa. Immaginavo invece l’arrivo di un agronomo in grado di curarli - diamine, in ogni campo la ricerca fa passi da gigante e l’uomo è andato sulla luna - e speravo in qualcuno che riuscisse a salvare capra e cavoli, sistemando anche l’asfalto del marciapiede, rovinato e sollevato in più punti, senza compromettere le loro radici. Invece no: la ruspa in poco più di un giorno ha portato via quegli aceri che, una volta fatti a pezzi, hanno in buona parte rivelato d’essere veramente malati. Mi sono dovuta arrendere all’evidenza, anch’io che d’istinto sto sempre dalla parte dei randagi, delle piante senza pretese e fuori moda, degli insetti da allontanare dagli anticrittogamici e che cerco di tenere bene a mente tante piccole e grandi cose per fare la mia parte nella difesa della natura e di chi in essa vive, ma non ha voce.
Adesso abito davanti a una distesa di terra smossa che diventerà il nuovo marciapiede e la pista ciclabile (qualche radice vuole resistere e ancora s’intravede, ma è poca roba). La strada è spesso chiusa per via dei lavori ma la finestra della mia cucina è un osservatorio privilegiato e vedo che la gente, tanta gente, viene a curiosare. Passa e si ferma e spesso chiacchiera. Io, che sono ancora più curiosa, ascolto. C’è chi ricorda gli aceri e dice che è stato un peccato e chi invece apprezza il progetto: alla nuova via Diaz è stata promessa, oltre alla pista per le bici, una bella quota verde (qualcuno è sicuro che saranno piantati i frassini, qualcuno dice gli alberi dei tulipani). È un contraddittorio in dialetto, spesso un po’ animato ma civile e senza eccessi. Senza i toni alti che hanno invece accompagnato il dibattito nato in parallelo sui “social”, dove in più di un’occasione, con la scusa di parlare degli aceri, molti esponenti politici hanno dato l’impressione di voler anche dire altro. Ma evviva ogni dibattito, ancorché animato: le ragioni della democrazia superano di gran lunga l’eccesso dei decibel, no? E non è forse vero che un bel contributo al dibattito l’hanno dato anche le critiche al taglio degli alberi che sono state espresse dalle colonne de “Il Cittadino”? E che un bell’esempio di democrazia partecipata è venuto dall’iniziativa promossa da una ragazza di vent’anni, Alice Malinverni, che ha voluto difendere gli aceri con una raccolta di firme sulla piattaforma Change.org (arrivata oltre quota 600), poi spedita in Comune accompagnata da una lettera, (pubblicata nella Post@, ndr) così articolata e intelligente da meritare ben più di una lettura di corsa?
Lucrezia Semenza
Pillole di saggezza ecologica
a cura di Maria Teresa Pozzi
I mutamenti climatici a cui stiamo assistendo sono dovuti a svariati fattori tra cui la combustione di combustibili fossili e la presenza di gas serra nell’aria che genera il riscaldamento del pianeta. L’influenza delle attività umane sul riscaldamento globale è un dato di fatto che non si può più negare. Dal 1880 al 2012 la temperatura è salita di 0,85 gradi. I mari dal 1971 ad oggi registrano un aumento della temperatura di 0,11 gradi per decennio.
Occorre sensibilizzzare la popolazione al rispetto della natura e a non sprecare risorse che la terra ci offre, nel frattempo bisogna imparare a non inquinare il pianeta con oggetti di uso quotidiano; di seguito riportiamo una tabella che mostra i tempi di biodegradabilità di alcuni manufatti.
TEMPI DI BIODEGRADABILITÀ
Sacchetto di plastica
Bottiglie di plastica
Tessuto sintetico
Assorbenti e pannolini
Accendini
Cotton fioc
Lattine di alluminio
Chewing gum
Mozziconi di sigaretta
Fiammiferi
Fazzoletti di carta
Bottiglie di vetro |
1000 anni
1000 anni
500 anni
200 anni
100 anni
100 anni
10anni
5 anni
2 anni
6 mesi
7 settimane
indefinito |
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Dal 1996 al servizio dei santangiolini
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Nelle nostre comunità piagate dal Covid ci sono strutture che appartengono alla collettività, che rappresentano un bene pubblico prezioso e che oggi versano in forte difficoltà. Una di queste è vicino a noi, si tratta della casa di riposo di Sant’Angelo, realtà parrocchiale voluta dai santangiolini per i santangiolini, struttura a cui i santangiolini hanno dato tanto e che è sempre stata un punto di riferimento. Pensiamo solo un attimo se oggi a Sant’Angelo non ci fosse la casa di riposo, proviamo a immaginare quale enorme buco sociale ci sarebbe, quante decine e decine di anziani che non avrebbero una alternativa, quante famiglie in drammatica difficoltà conteremmo.
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Il futuro della casa di riposo è una priorità, lo diciamo chiaramente e lo segnaliamo con forza a tutte le autorità pubbliche presenti sul nostro territorio e che hanno rapporti con la Regione Lombardia........................SEGUE |
Cari lettori, torniamo nelle vostre case con questo numero
straordinario de “Il Ponte” che unisce le tradizionali
uscite di novembre e dicembre. Abbiamo dovuto sospendere
la pubblicazione di novembre 2020 perché il nuovo Dpcm
emanato per fronteggiare l’emergenza Covid impediva la
distribuzione del giornale. Ora, con il passaggio della Lombardia
in zona arancione, possiamo nuovamente raggiungere
tutti voi.
Il numero di dicembre 2020 è più ricco rispetto alle canoniche
edizioni, troverete infatti un giornale di 12 pagine
anziché le solite 8: accanto ad argomenti di attualità, ospita
numerosi contributi di storia locale. È il nostro piccolo regalo
in questo momento ancora difficile. E, in vista del Santo
Natale e del nuovo anno, giunga nelle vostre case il nostro
augurio più sincero, per un 2021 che possa farci guardare
avanti e valorizzare quel senso di comunità che è emerso nei
primi mesi della pandemia.
“Il Ponte” si avvia a entrare nel 2021, nel suo 25esimo anno
di pubblicazione, e lo fa con l’impegno e la promessa di stare accanto ai
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santangiolini, mantenendo lo spirito di servizio
che ci ha caratterizzato in tutti questi anni, con una attenzione
particolare alla realtà sociale e ai suoi problemi e la
tradizionale sensibilità alla storia locale, per non disperdere
il patrimonio che i nostri predecessori hanno saputo costruire
nei secoli. Continuerà dunque il nostro impegno, entrando
nelle case ogni due mesi, gratuitamente, raggiungendo circa
5500 famiglie.
Alla fine di questo anno complesso giunga il nostro grazie
a quanti ci hanno sostenuto, siano essi privati cittadini,
aziende e commercianti, e a quanti hanno collaborato con il
nostro foglio. Hanno fatto un servizio alla loro comunità e
alla democrazia.
E rinnoviamo, in vista del nuovo anno, l’appello a starci
vicini. Potete contattare i singoli redattori, scrivere una mail
a info@ilpontenotizie.it, oppure utilizzare il codice Iban che
trovate a pagina 12 per effettuare una donazione.
A tutti giunga il nostro grazie!
Lorenzo Rinaldi |
Il ricordo collettivo di un mestiere scomparso rivive nel lavoro per la tesi di laurea eseguito negli anni Novanta da Anna Vittoria Arrigoni
e pubblicato dall’Università degli Studi di Pavia
Dai santé alla röda:
la memoria dei cordai non svanisce
Un’attività povera e “popolare”, una vita dura che ha caratterizzato
per decenni Sant’Angelo e il suo tessuto socioeconomico |
Il lavoro di ricerca e valorizzazione della storia di Sant’Angelo Lodigiano ci porta questa volta in riva al Ticino. Ci è stata segnalata, infatti, una interessante pubblicazione dell’Università degli Studi di Pavia, intitolata “Archivi Culturali”, che nell’edizione del 1999 ospita un articolo dedicato alla lavorazione della corda a Sant’Angelo. Il testo rielabora una ricerca fatta dalla studentessa Anna Vittoria Arrigoni tra il 1993 e il 1994, i cui dati sono stati raccolti nella tesi di laurea “Vita, mestieri e cultura materiale nelle memorie dei dialettofoni Santangiolini” (Università di Pavia, Facoltà di Lettere e Filosofia, anno accademico 1994-95).
Il contributo pubblicato negli Archivi Culturali si basa sulle testimonianze di due santangiolini (indicati come S. A. e S. T.) e ripercorre le fasi della lavorazione e della commercializzazione della corda, anche attraverso la trascrizione in dialetto di parte delle interviste effettuate in forma orale. Crediamo sia importante aggiungere anche questo “tassello” al lavoro avviato da anni per custodire la memoria collettiva dei cordai: un’opera che ha beneficiato dell’attività di ricerca portata avanti da “Il Ponte” e dalla “Società della Porta” attraverso articoli storici, libri e le due presentazioni ......................SEGUE |
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La POST@ de IL PONTE
- Pensando agli anziani del nostro paese
- Pista ciclabile nella zona Malpensata
- La lettera al sindaco di Alice Malinverni
- Le vane promesse del Comune di Sant’Angelo
...per il rifacimento strade
- Osservazioni
Una nuova pubblicazione aiuta a conoscere meglio l’esperienza e le difficoltà della suora santangiolina nella terra americana
Madre Cabrini e l’avventura Oltreoceano
L’ultimo libro di don Angelo Manfredi rivela le lettere inedite intercorse tra la missionaria e i potenti arcivescovi di New York
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