Editoriale
Chiarezza e fiducia
La spaccatura della Giunta Comunale, cioè della compagine di maggioranza che amministra il paese, si è sviluppata su un binario che porta inevitabilmente ad una crisi di fiducia dei cittadini nei confronti degli amministratori. Dopo aver rinunciato ripetutamente a partecipare alle sedute di Giunta, i tre assessori della Lega Nord Cristiano De Vecchi (vicesindaco), Maurizio Villa e Maurizio Bosatra hanno rassegnato le dimissioni. La stampa locale ha commentato e fornito ampi resoconti sull’accaduto. Sul quotidiano “Il Cittadino” abbiamo letto anche espressioni di forte critica pronunciate dalla segreteria provinciale della Lega Nord nei confronti diretti del sindaco Carlin e basate su una non condivisa gestione del bilancio comunale. “Avevamo consigliato prudenza prima di approvare il bilancio di previsione” denuncia il segretario provinciale della Lega Mauro Rossi e prosegue: “Le perplessità non sono solo nostre, ma anche dei revisori dei conti. Ricordo che esiste un organismo di controllo che si chiama Corte dei Conti e che chiama alla corresponsabilità gli amministratori”.
Sono frasi pesanti, che adombrano gravi motivi di accusa.
In risposta, il Gruppo Consigliare di Forza Italia ha distribuito, ai primi di giugno, un volantino con cui “esprime pieno sostegno al Sindaco Carlin – dirigente provinciale del partito e candidato nella lista Berlusconiana al Senato – che guida la coalizione della Casa delle Libertà dal 2002 con spirito collegiale e partecipativo”.
Fino ad oggi ciascuna delle due parti l’ha raccontata come meglio ha creduto. Ma i cittadini aspettano chiarimenti, perché ne hanno diritto e perché vogliono capire, per poi esprimere il proprio giudizio sulla vicenda.
Ed i chiarimenti devono essere tali per cui si dovrà intendere con chiarezza se le accuse indirizzate al sindaco Carlin dagli assessori De Vecchi, Villa e Bosatra sono dimostrabili e vengono dimostrate o se il sindaco Carlin è stato accusato ingiustamente ed è quindi in grado di confutare pienamente le imputazioni a lui rivolte dai tre assessori dimissionari. In entrambi i casi, quando una delle due parti sarà riuscita a dimostrare all’opinione pubblica che le proprie affermazioni sono veritiere, l’altra non potrà che risultare sconfitta ed avrà certamente compromesso pesantemente il suo rapporto di fiducia con gli elettori.
Ma se, malauguratamente, nessuna delle due parti riuscirà o vorrà andare fino in fondo per dimostrare le sue ragioni, allora la sconfitta non sarà solo quella di una parte, ma sarà quella dell’intera compagine amministrativa. Come po-tranno pretendere, in futuro, di essere giudicati affidabili i membri di una stessa maggioranza se si sono permessi, da una parte, di formulare accuse senza dimostrarle e se, dall’altra, hanno rinunciato a provare in modo incontestabile la propria rettitudine confutando le accuse?
Situazioni come questa sono molto gravi e cariche di conseguenze negative per la mancanza di chiarezza con cui vengono proposte ai cittadini. Meglio sarebbe stato prevenire le situazioni che hanno spinto membri di una stessa maggioranza a diffidare gli uni degli altri e del sindaco in particolare. Non avendo potuto prevenire, la prudenza avrebbe consigliato la ricerca di un soddisfacente chiarimento interno alla Giunta comunale. Caduta anche questa possibilità, di fronte ad accuse tanto serie, nessuna delle due parti può esimersi dall’andare fino in fondo, costi quel che costi.
Certo qualcuno potrà anche pensare che, come succede spesso in Italia, i cittadini dimenticano: alla prossima tornata elettorale, che sarà ad aprile del 2007, non si ricorderanno nemmeno lontanamente della crisi di maggio 2006 e le due parti, ora ostili e reciprocamente in contrasto, potranno anche ripresentarsi con fare amichevole, come se nulla tra loro fosse mai successo. Crediamo che ciò debba essere evitato.
La fiducia può sempre essere rinnovata a chiunque. Resta tuttavia da vedere se è opportuno offrirla a chi avesse rivolto ai colleghi della compagine amministrativa accuse infondate o non avesse chiarito la propria posizione, dimostrando la propria assoluta rettitudine, quando è stato accusato di aver agito in modo amministrativamente imprudente, se non addirittura scorretto.