Gli Nell’ultimo anno e mezzo “Il Ponte” ha pubblicato, in prima pagina, una serie di editoriali nei quali venivano evidenziati i problemi aperti a Sant’Angelo, le emergenze da affrontare e le potenzialità da sfruttare per migliorare la condizione dei cittadini. Tanti i temi che sono stati segnalati e sottoposti all’opinione pubblica e agli amministratori: dalle ricadute locali della crisi economica alla necessità di sostenere le piccole realtà produttive, il mondo del commercio, ma anche i lavoratori dipendenti e i pendolari, passando per la grave involuzione che sta caratterizzando il centro storico, sia sotto il punto di vista economico che delle relazioni sociali. E ancora, sono stati evidenziati i problemi della sicurezza e della mancata integrazione di una parte degli immigrati stranieri arrivati a Sant’Angelo negli ultimi vent’anni. Abbiamo inoltre indicato come la raccolta differenziata, avviata con il sistema del “porta a porta” nel 2003, ad oggi mostri numerose lacune. Quelle elencate sono soltanto alcune delle criticità su cui “Il Ponte” si è soffermato negli ultimi numeri. E’ impossibile qui redigere un elenco completo di tutti gli argomenti toccati. Ma, a pochi giorni dal voto amministrativo del 6-7 maggio è doveroso esprimere alcune valutazioni, come sempre rivolte ai lettori e a quanti, in queste ore, si apprestano a chiedere il consenso dei santangiolini.
La prima considerazione riguarda le liste in campo. Tutte - chi più, chi meno - hanno al loro interno una componente giovane. Si tratta di un fenomeno trasversale e a nostro avviso molto positivo. Dai giovani può infatti arrivare quella spinta al rinnovamento che è avvertita anche nella nostra città. Chiunque vincerà dovrà impegnarsi a dare loro spazio nella futura compagine amministrativa, valorizzando coloro che sono in grado di portare idee fresche ed energie. A tutte le liste chiediamo poi uno sforzo di lungimiranza, affinché dopo il voto coltivino l’impegno dei giovani che hanno intercettato nel corso degli ultimi mesi. L’obiettivo è accompagnare il ricambio generazionale dei pubblici amministratori. Per farlo occorre lavorare sin da subito, formando i giovani e aiutandoli ad accrescere le loro competenze in modo che un domani siano in grado di affrontare con serietà e preparazione la gestione della cosa pubblica.
La seconda riflessione riguarda i programmi elettorali e le promesse dei candidati. Riteniamo sia fondamentale diffidare dagli annunci roboanti, da quanti ritengono di essere in grado di risolvere in poco tempo i problemi della nostra città. Ogni volta che un candidato assume un impegno davanti agli elettori, è importante che indichi i tempi e i modi nei quali intende rispettarlo, quante risorse economiche saranno necessarie e come queste verranno recuperate. Agli elettori spetta il difficile compito del discernimento, valutando la serietà e la realizzabilità degli annunci fatti in campagna elettorale dai candidati. Il voto, ne siamo convinti, non potrà essere slegato da questa valutazione.
C’è infine un terzo aspetto che ci preme approfondire. Nelle elezioni comunali, tradizionalmente, le figure dei candidati sindaci attirano la maggior par tedell’interesse degli elettori. Concentrarsi unicamente su quanti si propongono di assumere questo gravoso incarico rappresenta tuttavia un errore. Ciò che conta - ne siamo convinti - sono le liste nella loro interezza. I candidati sindaci, insomma, sono chiamati a guidare “squadre” che devono essere degne di presentarsi agli elettori dimostrando competenza, serietà, equilibrio, sobrietà e integrità morale, caratteristiche che si richiedono a un amministratore pubblico, specie nei momenti di difficoltà.