Il Ponte Web - Giugno 2016

L’affermazione di Villa
e le sfide future

La La vittoria di Maurizio Villa è stata netta e inequivocabile. Al nuovo sindaco ora spetta l’onere di amministrare la città, prestando fede agli impegni assunti in campagna elettorale. Alle opposizioni invece il compito di monitorare attentamente quanto avverrà nei prossimi cinque anni, cosa che non sempre è avvenuta in maniera efficace in passato. È la democrazia.
Come sempre “Il Ponte” augura buon lavoro al primo cittadino e, in linea con la propria storia ventennale, rinnova il patto con i propri lettori: seguiremo l’attività amministrativa con spirito critico e volontà propositiva. Lo faremo, come sempre, basandoci sui fatti, argomentando i nostri ragionamenti, documentandoci: senza fare sconti a nessuno.
Le sfide che aspettano il nuovo sindaco e la sua squadra di governo sono difficili: Villa si trova ad amministrare alla fine di una delicata fase di commissariamento, in una città che chiede ascolto e risoluzione di tanti problemi aperti, trascurati negli scorsi anni.
Il primo scoglio da affrontare sarà quello del bilancio. Il commissario ha iniziato l’opera di risanamento (a proposito, il buco di bilancio, inteso come uscite maggiori delle entrate, in prospettiva, c’era davvero) ma il lavoro da compiere non si è ancora esaurito. Le previsioni per il prossimo biennio (secondo quanto affermato dal commissario in un incontro con la stampa) dicono che sarà necessario riequilibrare i conti dei servizi a domanda individuale: servirà coraggio per tagliare, con scelte impopolari. Inoltre sarà doverosa una riduzione dell’evasione fiscale: le banche dati non aggiornate hanno permesso a troppe persone, negli ultimi anni, di fare i furbi. Al di là delle singole situazioni di difficoltà, l’evasione fiscale danneggia i cittadini onesti e di questo problema il sindaco dovrà immediatamente farsi carico.
Altro tema caldo: immigrazione e integrazione. Terminata la campagna elettorale non è più tempo di proclami. Occorre guardare in faccia alla realtà: nella nostra città il fenomeno migratorio è ormai consolidato e dunque indietro non si torna. L’Istat (non le voci da bar) ha certificato che nel 2015 a Sant’Angelo sono nati più bambini da coppie straniere che da coppie italiane. Occorre promuovere e favorire reali percorsi di integrazione, partendo dalle scuole che già svolgono un lavoro enorme, spesso nel silenzio e senza aiuti comunali. Il Comune deve agire da protagonista e non subire: i nostri amministratori chiedano il rispetto dei doveri e si attivino per la tutela dei diritti: fare la voce grossa e restare poi con le mani in mano rischia solo di creare fratture e tensioni sociali.
Gli spunti di riflessione sarebbero innumerevoli. Per il momento ci limitiamo a un altro tema a noi caro, quello degli impianti e immobili pubblici, cioè di proprietà di tutti i santangiolini. La piscina rimarrà chiusa per il quarto anno consecutivo: un vero scandalo per una città di 13mila abitanti. Villa in campagna elettorale e durante il confronto pubblico organizzato da “Il Ponte” è stato l’unico a promettere la riapertura dell’impianto per l’estate 2017, ne prendiamo atto e seguiremo da vicino l’evolversi della situazione. Così come registriamo le promesse e gli impegni arrivati da più parti sull’apertura di Cascina Ortaglia: ci troviamo di fronte a un investimento di un milione di euro che negli anni è stato lasciato “marcire”, senza interventi.
Chiudiamo con un auspicio. Negli ultimi anni, nella fase più buia dell’amministrazione Crespi, il primo cittadino si è fatto carico di ogni responsabilità. Chi gli stava attorno, dalla giunta ai consiglieri comunali di maggioranza, ha colpevolmente omesso di agire, di rendere pubblico il proprio dissenso. Ci sono assessori, pagati con i soldi di tutti, che non hanno mai rilasciato una sola dichiarazione in merito a quanto stava avvenendo sebbene tra le responsabilità di un amministratore pubblico vi sia anche quella di rendere conto ai cittadini del proprio operato. La speranza è che questo modo di fare politica cambi e che tutti gli amministratori si facciano carico delle responsabilità a cui sono chiamati. Lo chiede la città, lo impone il buon senso.

Pillole di saggezza