Editoriale
Urbanistica e partecipazione
L’Amministrazione Comunale si appresta a conferire l’incarico per la redazione del Piano di Governo del Territorio (PGT), il nuovo strumento urbanistico che prenderà il posto del Piano Regolatore Generale (PRG) vigente.
Lo spirito della nuova Legge Urbanistica della Regione Lombardia (in vigore dal 2005) è certamente stimolante. L’art. 1, a proposito di “Criteri Ispiratori”, parla infatti di sussidiarietà, di adeguatezza e di sostenibilità, poi di partecipazione e di collaborazione, di compensazione e di efficienza. Il nuovo PGT dovrà tenere conto, se non vorrà essere solo la controfigura riveduta e corretta degli strumenti che lo hanno preceduto.
Il primo atto dell’Amministrazione Comunale, obbligatorio per legge, è stata la pubblicazione dell’avviso di avvio del procedimento: “Il sindaco richiamato l’articolo 13 della legge regionale 11 marzo 2005 numero 12 e successive modificazioni rende noto che questa Amministrazione Comunale intende conferire incarico per la predisposizione degli atti del PGT; chiunque abbia interesse, anche per la tutela degli interessi diffusi, può presentare all’ufficio protocollo in forma scritta entro 30 giorni dalla pubblicazione della presente, suggerimenti e proposte per la predisposizione degli atti medesimi”.
L’avviso portava la data del 10 luglio 2009. Scadenza dopo 30 giorni: 9 agosto. Pubblicato su un quotidiano locale ed esposto con locandine in diversi esercizi commerciali, non sembra che abbia avuto l’auspicabile impatto sulla città.
L’occasione per l’Amministrazione Comunale di offrire ai suoi cittadini la possibilità di dimostrare “partecipazione e collaborazione” ci sembra che sia andata sprecata. Non solo per il periodo (estivo e feriale) in cui è stato pubblicato l’avviso, non solo per il breve lasso di tempo (30 giorni) messo a disposizione, ma anche perché poteva essere organizzata preventivamente almeno una serata aperta al pubblico, alla quale avrebbero volentieri partecipato anche imprenditori e professionisti, durante la quale si sarebbero potuti illustrare sinteticamente gli aspetti più innovativi della legge urbanistica regionale e presentare le modalità per la partecipazione alla configurazione del nuovo strumento urbanistico per il governo del nostro territorio.
Quanti, fra coloro che potrebbero esservi concretamente interessati, hanno chiara in testa la rilevanza dei principi di “Compensazione” e di “Perequazione”? Chi è informato sulla “Commerciabilità dei diritti edificatori”? Chi dispone di un minimo di corretta informazione sulla possibilità di incremento fino al “15% della volumetria ammessa …….ai fini della promozione dell’edilizia bioclimatica e del risparmio energetico”?
Una buona e diffusa informazione su questi ed altri concetti non sarebbe stata e non sarà tempo sprecato, se mai si vorrà, in futuro, offrire una simile opportunità. Trascurare questi aspetti, non diffondere nel modo più ampio possibile questi concetti e queste notizie è un modo come un altro per massimizzare le probabilità di esercitare un basso livello di governo del territorio e produrre scarsa qualità edilizia.
Di chi è la responsabilità di queste azioni mancate?
Esattamente quattro anni fa (Carlin sindaco) chiedevamo quale sarebbe stata la destinazione dell’attuale Palazzo Comunale, una volta ristrutturato Palazzo Delmati (il vecchio ospedale): oggi tale evento è imminente. Chiedevamo che venissero date informazioni sulla destinazione degli immobili di proprietà comunale compresi tra Piazza Duca degli Abruzzi e viale Partigiani. Chiediamo ora di riflettere e condividere con la cittadinanza il destino di grandi aree quali sono quella dismessa dalla Sinterama (el Fabricòn di via Garibaldi) e della Samadoval al Lisonino.
Sono aspetti, questi, che devono formare oggetto di scelte responsabili, che tengano conto, oltre che degli interessi privati legittimi, anche di quelli dell’intera collettività, attraverso una chiara e puntuale disciplina nelle nuove norme urbanistiche locali.
Altri aspetti generali e rilevanti sono quelli che riguardano le aree produttive, la viabilità, le modalità di rivitalizzazione delle zone del centro, gli indirizzi e le decisioni da assumere a fronte di possibili richieste di aree da destinare a nuovi luoghi di culto, l’urgenza del recupero degli edifici dismessi all’interno del nucleo di antica formazione, a fronte di una verifica oggettiva delle istanze espansive, delle effettive necessità e della valutazione dei costi di mantenimento e gestione delle nuove urbanizzazioni.
Tutte le scelte dovranno poi coerentemente inserirsi nella cornice delle norme locali di salvaguardia e tutela dell’ambiente ed integrarsi con i necessari servizi, per i quali la legge urbanistica regionale prevede la specifica redazione di un documento: il Piano dei Servizi appunto.
La redazione del nuovo PGT, la sua approvazione ed il conseguente aggiornamento (indispensabile e sostanziale) del Regolamento Edilizio non sono cose di poco conto. Toccano tutti: sia nelle tasche che nella qualità di vita quotidiana.
Chiedere ancora, oggi come quattro anni fa, di rendere possibile e concreta la partecipazione dei cittadini alle scelte importanti che li riguardano è chiedere troppo?