Editoriale
Centro storico: stop al declino
. Santangiolini popolo di commercianti, si diceva una volta. Sarà ancora vero? Verrebbe da rispondere “no” se guardassimo al declino del centro storico e alle difficoltà dei negozi che si affacciano sulle principali strade cittadine.
Il problema è stato sollevato nell'ultimo consiglio comunale, ma ci si è limitati a fotografare la situazione, a denunciare le troppe saracinesche abbassate e la difficoltà a reggere la concorrenza. Nessuna proposta seria si è levata dai banchi del consiglio, quasi che la situazione, complice la crisi economica, sembri destinata a incancrenirsi senza possibilità di agire per invertire la rotta.
Eppure gli esempi di centri storici commercialmente vivaci non mancano, anche nel circondario e anche in un periodo di difficoltà generale per l'economia.
Prendiamo Casale, che durante l'estate è stata animata da serate a tema e che in questo inizio d'autunno ha proposto un ricco calendario di eventi nei fine settimana.
A Codogno le iniziative degli Amici di via Roma hanno convogliato in questi mesi migliaia di persone nelle strade del centro. Lodi, che pure perde nel confronto con la vicina Crema, ha presentato un nuovo ambizioso progetto per attirare la clientela in centro e permettere ai negozi di affrontare meglio la fase di crisi e la concorrenza della grande distribuzione. Senza contare la programmazione tradizionale degli eventi inseriti nel grande contenitore “L'Autunno è di Lodi”.
C'è poi il caso di Melegnano, altra cittadina dinamica, che riesce con cadenza settimanale a organizzare manifestazioni attorno al castello mediceo e a via Zuavi.
Tutti esempi che stridono fortemente con la situazione del centro storico di Sant'Angelo, che soffre da tre anni la chiusura del castello e che sta assistendo a un lento impoverimento, non solo economico e di realtà commerciali, ma anche - soprattutto - sociale, di relazioni umane, di occasioni di incontro, di confronto, di dialogo.
Negli ultimi anni si è registrata la chiusura di bar e negozi, che spesso hanno fatto spazio a uffici e banche. Ma il centro storico sembra aver perso pure la capacità di aggregare la comunità; il “deserto” riscontrabile certi giorni, talvolta persino il sabato pomeriggio, fa male non solo alle tasche dei commercianti ma anche al cuore dei santangiolini.
Crediamo dunque che serva una profonda riflessione sul tema, per individuare proposte semplici ma concrete in grado di rilanciare il centro e riportare la gente nelle strade e nei negozi. Le istituzioni e i commercianti si siedano attorno a un tavolo, provino a ragionare sull'esistente e su come interrompere il declino.
Proprio in un momento di crisi assume maggior valore la capacità di programmare, di organizzare eventi in grado di attrarre potenziali clienti, di guardare al futuro e di predisporre piani d'azione di ampio respiro.
Tutte cose che, è abbastanza evidente, oggi mancano. Alcuni negozi hanno già chiuso, altri - è notizia di questi giorni - chiuderanno o si sposteranno altrove.
Come fermare questa fuga? Il comune sta utilizzando realmente tutti gli strumenti a disposizione per rendere attrattivo e competitivo il nostro centro storico? Da anni la città attende un “piano comunale per il commercio” capace di disciplinare le nuove aperture e introdurre stimoli per i negozi del centro: la sensazione è che tutto sia fermo, bloccato, al di là delle diverse amministrazioni comunali che si sono susseguite.
C'è la possibilità, e prima ancora la volontà, di dotare Sant'Angelo di questo strumento? Se la risposta è positiva, crediamo che il documento possa essere agevolmente ap-provato prima delle prossime elezioni amministrative, cioè entro la metà del 2012. “Il Ponte” lancia alle istituzioni e alle associazioni di categoria la sfida, impegnandosi a controllare cosa succederà nei prossimi mesi.
Tutti esempi che stridono fortemente con la situazione del centro storico di Sant'Angelo, che soffre da tre anni la chiusura del castello e che sta assistendo a un lento impoverimento, non solo economico e di realtà commerciali, ma anche - soprattutto - sociale, di relazioni umane, di occasioni di incontro, di confronto, di dialogo.
Negli ultimi anni si è registrata la chiusura di bar e negozi, che spesso hanno fatto spazio a uffici e banche. Ma il centro storico sembra aver perso pure la capacità di aggregare la comunità; il “deserto” riscontrabile certi giorni, talvolta persino il sabato pomeriggio, fa male non solo alle tasche dei commercianti ma anche al cuore dei santangiolini.
Crediamo dunque che serva una profonda riflessione sul tema, per individuare proposte semplici ma concrete in grado di rilanciare il centro e riportare la gente nelle strade e nei negozi. Le istituzioni e i commercianti si siedano attorno a un tavolo, provino a ragionare sull'esistente e su come interrompere il declino.
Proprio in un momento di crisi assume maggior valore la capacità di programmare, di organizzare eventi in grado di attrarre potenziali clienti, di guardare al futuro e di predisporre piani d'azione di ampio respiro.
Tutte cose che, è abbastanza evidente, oggi mancano. Alcuni negozi hanno già chiuso, altri - è notizia di questi giorni - chiuderanno o si sposteranno altrove.
Come fermare questa fuga? Il comune sta utilizzando realmente tutti gli strumenti a disposizione per rendere attrattivo e competitivo il nostro centro storico? Da anni la città attende un “piano comunale per il commercio” capace di disciplinare le nuove aperture e introdurre stimoli per i negozi del centro: la sensazione è che tutto sia fermo, bloccato, al di là delle diverse amministrazioni comunali che si sono susseguite.
C'è la possibilità, e prima ancora la volontà, di dotare Sant'Angelo di questo strumento? Se la risposta è positiva, crediamo che il documento possa essere agevolmente ap-provato prima delle prossime elezioni amministrative, cioè entro la metà del 2012. “Il Ponte” lancia alle istituzioni e alle associazioni di categoria la sfida, impegnandosi a controllare cosa succederà nei prossimi mesi..
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