Editoriale
LA DISTANZA
DAL PALAZZO

“Dimissioni immediate”. “Rinuncia agli stipendi per un anno”. Sono due degli inviti fatti negli ultimi mesi dalle opposizioni alla Giunta che amministra la nostra città. Proposte non certo concilianti, che esprimono chiaramente la situazione di forte difficoltà in cui si trovano il sindaco e i suoi assessori, perlomeno quelli rimasti dopo una diaspora che ha visto sfilarsi il vice sindaco Rana e il responsabile delle politiche sociali Rusconi.
Diciamo subito che il sindaco Crespi e i suoi assessori, così come la maggioranza, hanno pienamente diritto di continuare ad amministrare Sant’Angelo, arrivando alla fine del mandato, cioè al 2017. Si tratta di un diritto che hanno acquisito vincendo - in maniera inequivocabile - le elezioni amministrative del 2012. Hanno ottenuto più voti degli altri, la loro proposta e il modo di presentarla alla gente si sono dimostrate convincenti e dunque in un paese democratico il responso delle urne non si può sovvertire.
Ma è ormai sotto gli occhi di tutti che lo stato di salute del Comune è grave, lo attestano i resoconti dei consigli comunali, lo ripete in continuazione dalle colonne dei giornali il sindaco e non passa settimana che non venga alla luce una nuova grana.
Detto questo, arrivati al classico giro di boa, è evidente che l’azione amministrativa sin qui prodotta non è riuscita a dare le risposte attese da molti cittadini. A costo di essere ripetitivi, proviamo a fare qualche esempio. La piscina rimarrà chiusa per il terzo anno consecutivo, perché un Comune di 13 mila abitanti non è riuscito a recuperare 270mila euro necessari alle riparazioni. Ci sono gravi problemi di bilancio, nelle scorse settimane è stata evocata la Corte dei Conti e il quadro contabile fa presagire, nei prossimi anni, ulteriori sacrifici. Le tasse e le imposte comunali sono state innalzate in maniera robusta, a partire dall’addizionale comunale Irpef, che tocca da vicino - in busta paga - migliaia di concittadini. E ancora: dal 2012 ad oggi non sono state realizzate e neppure messe in cantiere opere pubbliche di un certo respiro e che possano essere lasciate in eredità alle nuove generazioni. Rifare qualche asfalto o realizzare i marciapiedi in una via non basta. E la rotatoria dell’AGIP permane nella sua “splendida provvisorietà”.
Ci sono grossi problemi anche sull’ordinaria amministrazione. I giardini e i parchi sono poco curati, nel caso delle Vignole ad esempio si è preferito riempire di terra la storica fontana anziché ripristinarla. La città è sporca e persiste in maniera indecente il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti: una vera schifezza, imputabile in parte al Comune e in parte agli incivili della porta accanto. Sul fronte della raccolta rifiuti, dal 2009 ad oggi il Comune non ha voluto bandire una gara per l’assegnazione del servizio: da sei anni a questa parte viene continuamente rinnovato l’affidamento diretto ad Astem, con costi elevati caricati sui contribuenti. Infine, ciliegina sulla torta: anziché in due rate di uguale importo, quest’anno la pillola rifiuti era da pagare per l’80% entro maggio, salvo conguaglio (speriamo senza ulteriori aumenti) a novembre. Come mai?
Potremmo continuare, ma non è questa la sede. In generale, si ha la sensazione netta che questa amministrazione non ha mai avuto e non ha un progetto per il futuro e che appare completamente adagiata su una sola persona. Gli assessori, comunque responsabili di quanto è di loro competenza, restano silenti: alcuni di loro, dal giorno delle elezioni, non hanno mai rilasciato (o lo hanno fatto in rarissime occasioni) una dichiarazione o un’intervista ai giornali per spiegare come stanno le cose, nonostante il loro compito (retribuito) sia anche quello di confrontarsi con l’opinione pubblica. Sopra ogni altro ragionamento, appare ormai chiara la distanza che divide gli amministratori dagli amministrati, il “palazzo” dalla città. E questo è un segnale molto preoccupante.

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